Casa

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Dopo lunghi attimi passati così, vicini a guardarci, gli do un bacio sulla guancia.
"Grazie che mi fai stare bene" gli dico.

Lui lascia le mie mani e con un sorriso stampato sulle labbra inizia a raccogliere le sue cose, rientriamo in casa lasciandoci alle spalle la volta celeste che ha osservato il momento in cui credo di essermi definitivamente innamorata di Marco.
Di lì a poco lui mi saluta
" sono le 4, sarà meglio che torniamo a dormire entrambi o domani siamo zombie"
"non che 2 ore e mezza di sonno migliorino la cosa"
e di nuovo lo saluto sull'uscio e gli ridò la giacca.
"Allora a domani... cioè a oggi... a tra 3 ore "
io annuisco sorridente e lo guardo scendere le prime scale. Si volta indietro a guardarmi, ma subito si rigira e lo vedo ripartire con la sua moto nel buio.

devi saper leggere fra le righe...

Il giorno dopo ho delle occhiaie tremende, blu-violacee, e nemmeno chili di trucco possono fare molto in questi casi... maledetto Mengoni!

Le due ore della notte che mi erano rimaste ero riuscita a dormire e a non svegliare Emma, che la mattina, fresca come una rosa, mi sveglia presto per cucinare i pancake con lei per la colazione.
Io sono distrutta, emotivamente e fisicamente: i fatti della notte mi avevano procurato non pochi pensieri per la testa e non poche emozioni nel cuore. Non riuscivo a non pensare agli occhi dolci di Marco su di me, al suo tocco leggero e accogliente, al mio bacio sulla sua guancia ruvida per la barba... i momenti vissuti erano diventati una sorta di loop nella mia testa ed ecco di nuovo cominciare la mia canonica settimana di sogni sugli eventi della mia vita. Penso di non avere mai avuto un'attività onirica più intensa di quella che ho da quando ho conosciuto Marco!

Emma nota la mia stanchezza mentre tira fuori da un cassetto una padella per i pancake
"eii qualcuno qui ha vissuto una notte da leoni, dovrei sapere qualcosa che non so? "
"Ma no niente, solo il mio cervello che non mi fa dormire, ho fatto una notte in bianco e oggi non so con che coraggio sono in piedi"
"Sicura di non voler restare a casa a riposo? Magari è meglio se ti riprendi prima di sforzarti troppo... per gli appunti non c'è problema, ci siamo sempre io e Marco in caso"

Come è gentile Emma! capisce al volo quello di cui ho bisogno ed è sempre super-disponibile. Mi ritengo davvero fortunata ad averla per amica.

"Sai che quasi quasi... il letto mi tenta"
"Capsico, tu fai sempre come se fossi a casa tua, ormai lo sai."
E così dicendo va in camera ad infilarsi un maglione verde, che contrasta con i suoi capelli rossi, raccolti in qualche modo instabile con una matita. Poco dopo Emma esce di casa e va in università e io approfitto del momento per riordinare la cucina e la casa per sdebitarmi dell'ospitalità.
Il telefono mi vibra in tasca, è Marco

Ieri sera alla fine non ti ho dato il tuo quaderno, mi sono solo ripreso il mio. Oggi non vengo all'uni perché sono distrutto per il sonno perso, domani te lo riporto, lo giuro.

Tranquillo, tanto oggi anche io salto perché sono nella tua stessa condizione

Ah, capito, ok. Disturbo allora se vengo da te con le poche energie rimastemi?

Ovvio che no, anzi mi aiuti a sistemare casa.

Agli ordini capo.

Mi fa piacere che Marco abbia voglia di passare del tempo con me, io sto bene con lui e mi va bene così, anzi sono al settimo cielo. Mentre lo aspetto metto a tutto volume "no stress" e inizio a ballare in modo discutibile per il salotto per scaricare la tensione.
Proprio mentre sto così Marco bussa alla porta, facendomi venire un infarto.
Gli apro senza spegnere la musica e recupero il telefono rapidamente  per chiudere spotify.
"Vedo che ti piace motlo questa canzone, visto che la sentivo a tutto volume già dalle scale" e ride soddisfatto e un po' imbarazzato.
"Si, mi aiuta sai, a scaricare lo stress. La sento sempre la mattina"
"Beh, felice che ti faccia stare bene, la canzone dico" e si stiracchia, fa uno sbadiglio e mi dice
"Non ti ho ancora salutato come si deve" sollevandomi da terra in un abbraccio.
Io non me lo aspettavo, ma subito il calore delle sue braccia mi rasserena e mi sento di nuovo il cuore cedevole.

"Allora, occupatore clandestino di case, cosa sei venuto a fare?"
"Ah già, tieni il tuo quaderno." Ma mentre lo dice tiene il braccio alzato con in mano il mio preziosissimo blocco appunti e mi ritrovo a saltellare per prenderlo, con scarsissimi risultati ovviamente. Lui divertito mi provoca con una vocina buffa dicendomi che tanto non riuscirò ad arrivarci e continua ad indietreggiare ad ogni mio salto.
"Ok Marco, tienitelo pure. Sono troppo stanca per saltare ancora"
"Dai, te lo do. Eccoti" e finalmente il mio quaderno trova di nuovo collocazione nello zaino.

"Ok ora suppongo tu abbia da fare, io riordino casa."
"E secondo te te lo lascio fare da sola?"
e così per una buona oretta sistemiamo piatti, oggetti, bicchieri del giorno prima e quant'altro insieme.
Una volta che la stanza è di nuovo scintillante e perfettamente in ordine io mi lancio sul divano distrutta e Marco si siede sugli sgabelli della cucina tirando fuori la lingua per la fatica.
"Siamo proprio due vecchietti ao" mi dice.
"Si proprio vero, poi non mi aspettavo certo che il signorino cantante famoso sapesse anche fare le faccende domestiche"
"Ehi! Tu devo ricordare che vivo da solo anche io? So arrangiarmi"
sembra che se la sia un po' presa per la mia battuta. Il suo sguardo si rabbuia un poco.
Dal divano lo guardo e gli dico
"Non te la prendere, a volte mi risulta difficile pensare che sei mio amico adesso e non più una specie di entità incorporea stampata su un poster"
"Ah quindi ora siamo amici?"
Dice sempre risentito, quasi incattivito, ignorando quel che ho detto. Crack. Il mio cuoricino si spezza.
"No hai ragione, conoscenti va meglio?"
Lui capisce la mia tristezza e si alza dallo sgabello, raggiungendo mollemente il divano, mentre io mi giro dandogli le spalle.
"Scusa, ma mi fa imbestialire che le persone pensino che sono uno snob con la puzza sotto il naso. Ovviamente si, siamo amici"
"Mmm" mugolo dandogli sempre le spalle
"Eddai, tregua?"
Io mi giro appena e vedo la sua mano testa verso di me, gliela stringo guardandolo di sottecchi.

Ora lui fa il giro del divano e si siede vicino a me, su uno dei piccoli cuscini ricamati che stanno lì.
"Dai Chiara, non vorrai tenermi il muso?"
"Ci devo pensare"
"Ok..."
"Come sarebbe ok?"
"Starò qui seduto finché non ti passa il muso"
"Non ci provare"
e provo a spingerlo via con una mano, ma non lo sposto nemmeno di un 1 cm.
Lui allora inizia a farmi il solletico alla pancia e tutto il mio astio finisce in mezzo alle risate sonore, mie e sue, su quel divano.
"E va bene, hai vinto, niente più muso. Tregua. La prossima volta sta attento a come mi parli, sono permalosa io."
Solo ora mi rendo conto che lui è quasi sdraiato su di me, a una distanza pericolosa e non posso fare a meno di arrossire tutta. Anche lui capisce l'imbarazzo e come se stesse facendo una flessione si tira su con le braccia, allontanandosi un poco dal mio viso.
"Anche io lo sono parecchio, e sensibile pure. Anche tu stai attenta a quel che mi dici... ora che facciamo?" mi dice come se nulla fosse
"Ehm" non sono in grado di formulare una risposta sensata in questo momento, con i sui capelli che vedo pendere appena sul mio viso e lui, lui che sta così ad incombere su di me
"Dormiamo?" Mi dice lui
"Sai che forse non è una cattiva idea?"
"Giusto" e così torna a sedersi all'altro capo del divano, io al mio capo. Entrambi chiudiamo gli occhi, stravolti.
Poco prima di addormentarmi io gli dico "Ma quindi siamo amici io e te?"
"Certo che sì!" e finalmente le mie palpebre possono riposare e mi appisolo del tutto.

"Chiara, Marco! Ehi Chiara!"

Oddio, che sta succedendo?

ps
breve assenza, le cose si fanno sempre più interessanti eheh

Due vite|| Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora