Prendimi

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Mentre stiamo lì io mi distraggo e inizio a guardare più lui che la TV. Le tapparelle della sua modesta casetta sono abbassate per metà, poca luce filtra dalle finestre e il cielo si rabbuia pian piano. Fuori si fa nuvoloso e solo la luce dello schermo illumina a tinte variopinte il viso dell'uomo che ho davanti, che mi accarezza leggermente il braccio mentre siamo stesi sul divano.
Ancora c'è un po' di imbarazzo tra noi due, quella sorta di ansietta di quando ancora non sai cosa siete e nessuno si vuole sbilanciare troppo.
Marco rivolge lo sguardo verso di me e sorride per poi tornare a guardare il film, mentre io resto in contemplazione e mi limito ad ascoltare quello che sta succedendo sullo schermo senza troppo interesse.

Mi sto innamorando? Non lo so, forse è presto per dirlo. Meglio tenermelo per me

Accarezzo la guancia barbuta di lui e da sdraiata che ero mi metto seduta vicino a lui, con le mie gambe appoggiate alle sue.
Lui allora fissa le pupille nerissime nelle mie, dilatate per l'oscurità parziale della stanza, e spegne la TV.

Io gli faccio un sorrisetto ammiccante.
Ci guardiamo negli occhi per un po', nel silenzio, solo il suono di un orologio da parete rompe la quiete. Tic-tac, tic-tac.
Ho una voglia pazza di lui.

La tensione sessuale che si crea è palpabile, si potrebbe quasi tagliarla a fette, così come l'aria di questa stanza. Marco dice che è meglio che se ne vada a bere un goccio d'acqua, ma non si alza, resta lì, così io inizio a far passare i miei polpastrelli sul suo petto e lui rimane fermo, quasi pietrificato a guardarmi.

"Tutto bene?" chiedo
Senza rispondere poggia le labbra sulle mie
"Non puoi proprio farne a meno?"
"Di fare cosa?"
"Di farmi questo effetto"
dice girandosi dall'altra parte per timidezza.
"Tu lo fai a me semmai"

La tensione cresce sempre di più, ma mi ricordo di quello che Marco mi aveva detto e ricordo che era sua intenzione andarci piano. Mi alzo e inizio a recuperare la mia giacca

"Vai già via?"
"Si, aiuto a casa con la cena"
"Resta qui con me"
"Siamo stati insieme tutto il giorno quasi! un'altra volta magari dai..."
"Perché te ne vai proprio adesso?"
"So già come andrebbe a finire se restassimo insieme"
Sospira con aria rassegnata.
Gli chiedo se il giorno dopo verrà all'università e annuisce con la testa.

Esito sulla soglia di casa sua, mi guardo indietro e lo vedo ancora sul divano a guardarmi fisso
"Allora... io vado, grazie per il pranzo e tutto. Mi sono trovata molto bene con te. Sei stupendo Marco"
"Aspetta, posso accompagnarti?"
"Va bene"

In macchina ancora non riusciamo a spiccicare parola, ma parliamo con gli occhi.
Il cielo nuvoloso inizia a far scendere una pioggia fittissima, in cui è quasi difficile vedere qualcosa, così Marco accosta su una strada secondaria e aspettiamo che smetta di diluviare e grandinare insieme.
"Va tutto bene Marco? Ti vedo pensieroso"
"Si tutto bene, tu piuttosto?"
"Benissimo"
"Io pure, con te anche meglio"
"Grazie, ma sei sicuro? Se è per quello che mi hai detto, non devi nemmeno pensarci più. Se è perché devi chiedermi gli appunti di tre giorni e sei in imbarazzo, ti capisco" cerco di smorzare l'aria pesante.
"Beh tutte e due, in realtà mi sa che per un po' dovremo interrompere gli appuntamenti romantici e iniziare quelli di studio visto che siamo già ad ottobre inoltrato e a novembre iniziano gli esoneri"
"O cavolo, che brutta notizia mi dai, mi ero scordata completamente. Comunque non mi servono grandi cose, mi basta passare del tempo insieme. Ci conosciamo davvero poco se ci pensi in realtà...eppure mi sembra di conoscerti da una vita."
"Anche a me. Ma è questo il bello no? Conoscersi pezzo per pezzo"
"Già, non intendo smettere di farlo"

Marco mi prende le mani e le stringe forte nelle sue.

"E io non intendo lasciarti andare"
mi dice

La pioggia non accenna a diminuire, anzi sembra diventare ancora più forte, ma la macchina ci ripara.
Io sorrido e gli stampo un bacio sul collo, ma mi faccio prendere la mano e lo bacio con più foga. Mamma mia se è bello! Anche lui stava chiaramente aspettando questo momento e si capisce. Mette una mano sulla mia coscia e la avvicina pericolosamente alla mia zip. Sento un fremito in tutto il mio corpo.
Ma a un certo punto mi fermo, gli chiedo
"Un po' alla volta?"
"Un po' alla volta" dice sospirando e allontanandosi.

La pioggia se ne va, Marco mi riporta a casa da Emma e riparte.
Dopo aver raccontato tutto, la mia fidata consigliera nonché coinquilina dice che secondo lei lui è timoroso, timido e spaventato e io, forse per la mia giovane età e scarsa esperienza, mi sto lanciando troppo a capofitto.
Comunque condivide l'idea di essere cauti, conoscersi meglio prima... poi la fisicità verrà.
Forse ha ragione Emma, ma secondo me c'è qualcos'altro che turba Marco, lo percepisco! Forse non vuole parlarne subito? Sa essere parecchio misterioso il ragazzo!

Il giovedì ci vediamo tutti alle lezioni universitarie e tutto scorre normalmente: seguiamo le nostre solite 4 ore mangiando numerose schifezze nelle pause e condividendo cosa ne pensiamo del calcio, che non piace a nessuno del trio. Emma si allontana un momento e io abbraccio il mio adorato Marco, che mi guarda come solo lui sa fare: intenerito e quasi sofferente a un tempo. Mi rendo conto che proprio in quel momento qualcuno ci scatta una foto alle mie spalle sfuggendo poi tra la folla.
Cazzo.
Marco si mette una mano sulla fronte seccato
"Mai un momento di pace oh! il periodo di privacy è già finito"
"Ora comparirò su tutte le testate di giornalismo rosa? Magari come ragazza misteriosa che abbraccia Mengoni?"
"No, ho i miei contatti per impedirlo. Ma in ogni caso eri di spalle, non sei riconoscibile. Inoltre mi stavi solo abbracciando, potresti essere anche solo una fan che mi ha incontrato o un'amica qualunque"
"Quindi...sono di più di un'amica?" lo provoco
Marco arrossisce parecchio alla mia domanda
"Beh, si"
Ora anche le mie guance vanno a fuoco e inizio a tirarmi un po' gli orecchini ad anello come antistress.
"Comunque non ti preoccupare, solo stiamo attenti a cosa succede in pubblico, non mi piace diffondere le mie questioni private, immagino tu da brava fan lo sappia" mi fa l'occhiolino
"Certo, lo so. E lo condivido...Ok, missione top secret attivata" gli dico con un segno stile soldato agli ordini del capitano.
Ridacchiamo allontanandoci circa a distanza un metro.
"Oi ragazzi, non vi trovavo più" è Emma
"Ah eccoti, stavamo giusto parlando dell'esonero del 17 novembre, che ansia!"
"Eh infatti, pensa io che la settimana prossima mancherò di nuovo alle lezioni!"
"Marco, cosa aspettavi a dircelo? Allora almeno le lezioni di questa settimana devi recuperarle subito!"
Emma propone giornata studio a casa sua e come al solito ci troviamo tutti d'accordo
"Grazie Emma, sei un tesoro a farci sempre invadere casa. E grazie Chiaretta-professoressa, sei preziosa!"
"Mh-mh sentilo come è ruffiano! Finché ti sono utile... poi sparisci nel nulla!"
"Ma- in realtà mancherò perché devo andare a Ronciglione dai miei: mio padre sta male"
"Oddio, che succede?"
"Nulla di grave, sembra. Sta facendo degli accertamenti ma sembra che bastino nuovi farmaci, ho già posticipato perché sapevo che tu saresti rimasta a Milano questa settimana"
Io ed Emma tiriamo un sospiro di sollievo e io lo rimprovero amorevolmente per la scelta fatta, ma a lui non sembra interessare la mia 'ramanzina'. Ecco cosa lo rendeva strano forse? Mi informerò meglio.

Due vite|| Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora