Perchè ti voglio bene veramente

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"Che cazzo Emma!"
"Scuuuuusaaa! Non eri tu quella che ci voleva andare piano??"
"Si, ma... ma niente. Non so bene cosa sto facendo, è come se avessi un mulinello dentro che non mi fa capire proprio un cazzo"
"Sono le farfalle"
"Dammi l'insetticida allora"

Scoppiamo a ridere
Scherzi a parte, io davvero non so che fare stasera, secondo Emma dovrei andare da Marco e con molta calma vedere come va, cosa ha da dire, come mi sento.
Ma io so che faccio fatica, pazienza... le darò retta per una volta.

Passo il pomeriggio a decidere come vestirmi, a farmi i capelli, a sistemarmi tutta. Quando Emma torna dal supermercato e mi vede farmi la ceretta mette la mano destra sulla fronte e scuote la testa.
Le dico che...beh... non si può mai sapere!

"Si, ma non penso tu sia nella condizione di... hai capito, non in questo momento"
"No, ma se improvvisamente mi ci sento..."
"Va bene, fai come vuoi, sei adulta anche tu quanto me. Fossi in te, eviterei di correre, ma è giusto anche che ti lasci trasportare."
"Si infatti"

Dopo un'altra buona oretta esco dal bagno, pronta. Indosso un pantalone nero elegante con un maglioncino e una camicetta sotto, semplice ma di classe. Mi sono piastrata i capelli e truccata poco, ma il giusto.
Saluto Emma e mi avvio a piedi.

...A casa di Marco...

"Ciao Chiaretta! Iniziavo a pensare non saresti venuta."
"Sei tu che non mi hai detto a che ora venire!"
"In effetti, avrei dovuto essere più preciso"
"Va be dai, siamo pari!"

Lui mi sorride a 32 denti
Alcune rughette di espressione attraversano il suo viso bellissimo, rendendolo ancora più affascinante.
Davanti a me trovo un tavolo apparecchiato con cura, ma non il classico cliché a lume di candela e con petali di rosa sparsi in giro.
Tutto è sempre semplice, mai eccessivo, mai scontato con lui.

Marco mi invita a sedermi e mi impedisce di aiutarlo a servire il cibo o il vino. Anche qui, una semplice pasta al ragù, un po' di insalata e qualche pezzo di formaggio. Tutto come piace a me.
Lui passa la cena a farmi lo scanner praticamente, mi guarda e riguarda, prova a nasconderlo ma fallisce miseramente.

Io pure, pendo dalle sue labbra quando dice qualunque cosa. Parliamo di università, di quanto siano strani alcuni compagni di corso, della sua musica e della sua probabile partecipazione a Sanremo, anche se non vuole dirmi che canzone porterà, ma ad Amadeus piace moltissimo a quanto pare.

Momento di pausa.
Marco sospira, guarda la mia mano appoggiata al tavolo e ci mette sopra la sua.
"Sei stupenda stasera, come sempre"
"Anche tu, come sempre"

Appoggio la testa alla mano libera, la inclino e lo guardo nei suoi occhi nerissimi
Sembra che abbia per la testa mille cose
"Vorrei farti un buco in testa per guardarti nei pensieri" gli dico canticchiando
"Vorrei provocarti in qualche modo eccezionale" continua lui
"Vorrei togliermi ogni cosa, anche le mie paure" mi fermo e sospiro

Marco mi prende la mano sul tavolo
"Va tutto bene?"
"Si, molto in realtà"
Si alza con un sorrisetto e viene dietro la mia sedia, si abbassa e mi abbraccia appoggiando la testa accanto alla mia, sulla mia spalla

Io mi sento al sicuro, mi sento di nuovo bene davvero con lui, sento che può essere la volta buona.
Non appena lui si stacca io mi alzo a mia volta

"Dai balliamo"
"Oddio come? Io non sono tanto capace" Si preoccupa lui
"Nemmeno io, fa niente"

Gli faccio mettere la mano sulla mia vita, l'altra la prendo
Ondeggiamo completamente a caso, canticchiando sottovoce motivetti
Marco non smette mai di guardarmi e anzi inizia a osservare fin troppo le mie labbra, mi stringe di più la vita e io mi sento i brividi lungo la schiena. Nessuno mi aveva mai fatto questo effetto se non lui.

"Marco..."
Lui avvicina il viso al mio
"Voglio riprovare"
"Anche io"
Mi tiene una mano dietro il collo e mi bacia; un bacio leggero, dolce.
Mi sembra quasi il primo nostro bacio
Avevo dimenticato il calore della sua pelle, la sua presenza fisica e più di tutto... quello sguardo, quello solo suo e mio.

"Ancora tutto bene?" mi chiede staccandosi con delicatezza
Io sorrido e annuisco, mi metto in punta di piedi per baciarlo di nuovo, con più decisione, stampando per bene il mio rossetto leggero sulle sue labbra.
Lo sento sciogliersi totalmente da quella leggera tensione che aveva in corpo durante questo bacio, fa un leggero verso di soddisfazione.
Mi stacco, sembra tutto intontito
"Tutto bene forse devo chiedertelo io"
gli dico
"Non prendermi in giro, è colpa tua se ora sembro un ebete"
"Eddai, ci vediamo qualcosa alla tv?"
"Va bene, anche se avevo altri piani"
"Davvero?"
"Si, tipo questo"
Torna a baciarmi innumerevoli volte, riempiendomi la faccia di piccoli bacetti.

Due vite|| Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora