Avvicinarsi

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Martedì. Il primo raggio di sole del mattino filtra dalle tapparelle della mia camera e per una volta non ho bisogno della sveglia per alzarmi data l'emozione. Stamattina decido di truccarmi di più che con il solito blando correttore e di vestirmi bene. Quando vedo che i miei occhi azzurri risaltano abbastanza nel mio viso ancora un poco abbronzato dall'estate mi ritengo soddisfatta.

Dopo giorni e giorni posso ascoltare di nuovo "no stress" la mattina senza deprimermi, anzi sento che la canzone mi da una nuova carica vitale.

No stress
Fai come se stanotte fosse l'ultima
Fai come se
Sotto le stelle
Il panico che hai in testa fosse musica
...

Il tempo sui trasporti vola e così anche le lezioni.
All'uscita dalla Bicocca Emma, io e Marco ripercorriamo quella strada che io ormai sapevo a memoria e ci troviamo in un batter d'occhio dietro al bancone della cucina di Emma a cucinarci una carbonara veloce, sotto le indicazioni del mio amato laziale moro.

"Beh dai devo dire che siete delle cuoche provette" dice Marco appoggiato al piano di granito che divide la cucina dal soggiorno, due ambienti che sono compresenti nella stessa stanza, come un open space.
"Si ma forse lavoreremmo meglio se tu non te ne stessi lì impalato ad aspettare" gli dico ridendo.
Così si scusa e poco dopo ci lanciamo sulla pasta affamati.

Ora siamo tutti intenti a mangiare di gusto, seduti al tavolo rotondo di legno che sta davanti alla zona cucina, oltre il bancone di granito.
"Allora il nostro ospite gradisce ?" chiede Emma con un sorriso

"Certo, molto anche. Anzi a dire la verità preferisco questo tipo di improvvisata rispetto ad uscire, è tutto più selvaggio."

Dopo pranzo il nostro gruppetto inizia a studiare e Marco mi chiede chiarimenti sulle lezioni perse; quando lo fa è gentilissimo, quasi imbarazzato, e punta i suoi occhi profondissimi nei miei. Mi accorgo che quando sta cercando di capire le mie spiegazioni corruccia un poco l'espressione e una vena emerge leggermente sulla sua fronte. Per fortuna ho sempre avuto una certa abilità a spiegare e quindi non faccio figuracce.

"Chiara non so come ringraziarti, mi hai salvato letteralmente, e sei un'ottima insegnante" e dicendolo allunga una mano e scompiglia la mia capigliatura bruna con delicatezza.

Io arrossisco mentre cerco di impedirglielo, ma alla fine subisco il gesto incrociando le braccia al petto.
Si fanno le 8 e siamo ancora tutti nel salottino di Emma, che procediamo tra studio e qualche pausa caffè/chiacchiere.
Quando mi accorgo dell'orario capisco che è tropo tardi per tornare a casa e mi trovo costretta a restare a dormire da Emma, non che la cosa mi dispiaccia, solo che so che mi subirò una ramanzina al rientro a Brescia.
Avviso subito i miei, che non sembrano invece preoccuparsi troppo... meglio così.
Anche Marco raccoglie i suoi fogli sparsi sul tavolo rotondo e infila tutto in una borsa a tracolla.
Emma si allontana per prepararmi il letto e Marco si trattiene ancora per pochi istanti a parlarmi sull'uscio.
"E' stato un pomeriggio bellissimo, dovremmo replicare! Fortunatamente posso avere delle amiche normali e che in me vedano altro oltre alla figura del cantante, almeno spero"
"Ma certo, stupido! Sei molto più che un paio di canzoni. Se c'è una cosa che so per certo è che sei anche tu una persona normale, con i suoi appunti mancanti e ritardi, certo" e gli do un buffetto sulla fronte in modo amichevole. Lui arrossisce.
"Torna quando vuoi qui, sai la strada e sai già che non disturbi Marco" urla Emma dall'altra stanza.

"Va bene allora io vado ragazze" e così dicendo mi abbraccia timidamente da sotto il suo cappotto lungo, nero e di pelle.

dopo cena...

Io ed Emma entriamo nel letto matrimoniale di camera sua, lei mi lancia un pigiama con un motivo a pesciolini dal suo cassetto.
"Ma davvero?" le dico alludendo a quei disegnini ed entrambe ci facciamo una risata.

"Oggi vedo una Chiara felice davanti a me...o no?"
"Si, giornata piena e... beh non nascondo che l'apporto maschile sia stato significativo" le dico con un occhiolino.
"Lo sapevo, ti conosco troppo bene. A me comunque sembra andare bene fra di voi"
"Non so, lasciamo tempo al tempo. Ora come ora non è molto chiaro"
"Si ok, ma devi sapere leggere fra le righe"

Questa frase riecheggia nella mia testa.
Devi saper leggere fra le righe...
devi saper leggere fra le righe...

e anche dopo aver spento la luce, a letto non riesco a prendere sonno.

ps
scusate la mini pausa ma sono stata impegnata. Ditemi le vostre impressioni
<3

Due vite|| Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora