Confessioni

116 6 0
                                    


A fine giornata, a casa, non ho voglia di raccontare molto, non volgio essere sommersa di domande su Mengoni, visto che i miei sanno benissimo che è il mio idolo da 2 anni.

Insomma anche se so che è ingiusto e immotivato sento come un senso di amarezza, come se avessi visto una torta buonissima sapendo che non potrò mai assaggiarla. In realtà Marco è stato gentile e carino ed essere anche solo sua amica sarebbe un sogno per me, ma non posso fare a meno di sentirmi, in parte, abbattuta.

Dopo una cena veloce e poche parole su questa prima giornata di università me ne vado a letto.
Ovviamente sogno Marco. Ho sempre fatto così: se mi succede qualcosa di appena fuori dal normale diventa oggetto dei miei sogni per almeno una settimana; praticamente in questa situazione per me è una maledizione perché non posso non pensare a lui.

Lo sogno che mi chiede di incontrarci fuori dall'università e mi saluta con un bacio inaspettato sulla bocca. Ma tristemente realizzo la cruda realtà: sono nel mio letto, sudata e di nuovo in ritardo.

La mattina ripeto meccanicamente le stesse operazioni del giorno prima ma con maggiore rapidità per evitare un altro ritardo e miracolosamente arrivo in aula in orario. Ovviamente Emma non è ancora arrivata e Marco nemmeno, così penso di tenere loro occupati dei posti a sedere.
Emma arriva poco dopo e mi ringrazia della cortesia, ma di Marco nemmeno l'ombra.

Per tutta la giornata di lui non si vede nessuna traccia, niente: questo da una parte mi rende malinconica ma dall'altra quasi felice di non doverlo avere vicino per troppo tempo.

Con Emma tutto procede invece alla grande e le nostre chiacchierate diventano sempre più fitte e personali.
"Senti Chiara, hai voglia di venire a vedere casa mia oggi? O hai da fare?"
" Volentieri! Sono curiosa di vedere la cosiddetta topaia" e la imito enfatizzando quella parola che aveva usato il giorno prima per descrivere casa sua.
Così dopo le lezioni io ed Emma ci dirigiamo verso la metropolitana di Milano con in corpo tutto l'entusiasmo di una nuova amicizia. Non so perché ma mi aspetto da lei una casa piena di vinili alle pareti, piante in ogni dove e disordinata ma con una sua logica... e tac, quando arriviamo le mie previsioni si realizzano!

Emma abita all'ultimo piano di una palazzina a 5 piani senza ascensore... ecco perché è così in forma! Davanti alla porta di casa mi fa cenno di entrare, dopo aver combattuto con la serratura, e lancia la cartella verde e marrone su un divanetto zeppo di cuscini davanti a una piccola TV.
"Eccoci nella mia reggia!" Esclama
"Ma non hai visto la parte migliore" e mi indica una porticina con 3 scalette che la collegano alla sala

Fuori dalla porticina si apre un piccolo terrazzino con tante piante e 3 sedie a sdraio, che sembrano fatte apposta per guardare il cielo.

"Ma Emma è bellissimo qui! Qualcosa mi dice che tornerò più spesso" le dico facendo l'occhiolino
"Quando vuoi, qui è piccolo ma ci possono stare tante persone se si vuole. E poi sono sempre da sola...serve un po' di vita in questa casa"

Il resto del pomeriggio trascorre nel migliore dei modi, come se fossimo amiche di lunga data. A un certo punto però Emma mi offre una fetta di torta e mi tornano in mente i pensieri del mattino stesso... e Marco. Mi rabbuio e la mia interlocutrice lo nota subito.

"Che c'è? La torta non ti piace?"
"No...anzi. Il punto è che una cosa mi assilla, ma non so se è legittimo tirarla fuori e parlarne."
"Dio, noi saremo psicologhe, il nostro lavoro è convincere le persone a parlare di cosa sentono praticamente! Dimmi tutto, subito. E tranquilla, esiste il segreto professionale" mi dice schiaccianomi l'occhio.

"Beh è da ieri che continuo a pensare a Marco. Ora che l'ho conosciuto sono caduta come una pera cotta. So che abbiamo fatto una promessa io e te ma sapere che non gli importa nulla di noi, di me, mi sta facendo del male e ..."
Emma non mi lascia nemmeno finire la frase

"Aspetta aspetta aspetta, cerca di calmarti. Innanzitutto abbiamo parlato con lui ieri per la prima volta, è anche lui una persona e dopo un solo giorno è difficile che ci sia da parte sua un enorme interessamento. Non ci conosce di fatto, è famoso e vuole tutelare anche la sua privacy probabilmente. Non vedo nulla di male in questo, anzi. Vedrai che tornerà a parlarci, a te soprattutto" e mi fa una faccia buffa come per sottintendere un interesse di Marco nei miei confronti, poi continua
" Per me non devi nemmeno lontanamente preoccuparti..."
dice Emma. Il suo tono di voce però sembra farsi più basso e meno vivace del solito
"perché io ho già il cuore occupato, ieri scherzavo quando ti ho detto 'beata chi se lo aggiudica'. Devi sapere che ho una mezza storia con un ragazzo. Io sono innamorata persa, ma lui non sembra esserlo altrettanto visto che ogni 15 giorni cambia idea sullo stato della nostra relazione e lo vedo sempre di meno. Anche io sto soffrendo per amore, ti capsico, questo ragazzo sembra inafferrabile per me."

Povera Emma! Non si merita certo di essere trattata in questo modo! La lascio finire visto che anche lei si sta sfognado

"Non ho parlato mai con nessuno del mio lui se non con mia madre, che ovviamente disapprova il tutto e non vuole saperne più molto. Per questo ieri fingevo di essere single e interessata agli altri ragazzi, perché non mi piace parlare di questa situazione."

La guardo dolcemente per un attimo e senza dire altro ci abbracciamo forte, io affondo la testa nella spalla della mia amica sospirando e lei si asciuga una lacrima nella mia maglietta.

Dopo un po' ci salutiamo e io torno di nuovo nella mia città grigia. Tutto questo mi ha alleggerito il cuore, ne avevo un bisogno tremendo; ora riesco a sorridere anche se vedo le nubi affollarsi nel cielo e correre via veloci dalla carrozza del treno per casa.

ps
rieccomi, prometto che nei prossimi capitoli vedremo di più Marco, ma mi piace creare un contesto più ampio alla storia😊

Due vite|| Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora