LIVIYA.
Quando atterrai sul suolo americano, notai con stupore che l'aeroporto di Richmond era pieno di gente.
Ma gli aeroporti americani erano sempre stracolmi?
Iniziai a far vagare lo sguardo su ogni angolo possibile ed immaginabile, anche se ancora non ero in città. Dovevo trovare mio fratello, che mi avrebbe accompagnata nel suo appartamento.
Ero stata ammessa alla scuola di fotografia, nonostante fossi in ritardo nell'anno accademico. Il fatto era che, avevo iniziato a studiare a Mosca, ma all'improvviso non avevo più retto la situazione a casa con i miei genitori che litigavano constantemente. Perciò, avevo deciso di fare un cambio drastico nella mia vita (ed io li odiavo, perciò, si poteva perfettamente immaginare la mia disperazione) e avevo deciso di seguire la stessa strada dei miei fratelli maggiori.
Los Angeles era stata, appunto, la mia prima scelta, ma essendo una delle migliori accademie del paese, erano molto rigidi sulle richieste di ammissione in ritardo. Nonostante avessi sottolineato più volte che avrei potuto provare le mie competenze, visto che provenivo da un'accademia russa, avevano respinto la mia richiesta e informata che avrei potuto riprovare l'anno prossimo.
Ma io non volevo aspettare. Volevo andarmene da casa.
Per questo, la città dove si era trasferito Lev, era stata un'ottima seconda opzione.
E l'accademia aveva tranquillamente accettato la mia richiesta, sottolineando che mi avrebbero fatto fare un test d'ingresso per controllare le competenze acquisite fino a quel momento. Mi avevano addirittura offerto un supporto per i primi tempi, per ambientarmi e tutto il resto.
Era tutto perfetto.
Nonostante fossi un po' agitata all'idea di questo cambio radicale, considerato il fatto che ero una ragazza che amava la comfort zone, ero lo stesso felice e fiera di me per il mio coraggio.
Non sapevo cosa avessero in mente i miei genitori, ma se loro avrebbero voluto distruggersi a vicenda, io non avrei preso parte al loro piano.
Lasciarli, però, era stato lo stesso difficile. Gli volevo bene, perché erano dei buoni genitori (almeno separatamente) e andarmene non significava che avrei tagliato i ponti con loro. Stavo mettendo solo della distanza fra me e loro.
Comunque avevo bisogno di dare i primi passi per conto mio. Avevo compiuto 19 anni il 30 ottobre dell'anno scorso, ora eravamo a gennaio, era arrivato il momento che io iniziassi a staccarmi da mamma e papà.
Anche se avevo una grandissima paura di farlo. Avevo mille paranoie in testa che non sapevo come gestire. Dovevo pensare ad una cosa alla volta, altrimenti mi sarebbe venuto un'infarto.
Mi concentrai nel cercare Lev e basta. Trascinando con me le mie due valigie e sistemandomi lo zaino in spalla. Le mie altre cose dovevano essere già arrivate a casa sua la settimana scorsa.
Mio fratello mi aveva detto che si sarebbe fatto sicuramente riconoscere, quando gli avevo esposto la mia perplessità nel trovarlo all'aeroporto una volta arrivata (sì, solo io mi preoccupavo di questo), avevo paura dei suoi modi stravaganti.
Presi le scale mobili per scendere al piano terra e mi paralizzai in un nanosecondo, mi sistemai anche i miei occhiali bene sul naso per assicurarmi di star vedendo bene. Vidi un cartellone rosa chiaro, con tanto di led con il mio nome scritto sopra.
Ed ecco Lev Smirnov, mio fratello maggiore di ben solo 13 mesi.
Non sapevo se volevo ridere o piangere per l'assurdità. Avrei attirato troppa attenzione su di me in entrambi i casi.

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My Greatest Desire
Romance"Era stata la prima ragazza per la quale avevo provato di più del desiderio fisico. Ero così legato a lei, come se stare in sua compagnia fosse il mio più grande desiderio" (When The Night Comes Down series. Libro 6) Lasciare la Russia per iniziare...