LIVIYA.
La casa di nonna Eva mi accolse con il suo calore, quando misi piede all'ingresso.
Io e Lev entrammo con le nostre valigie, appena arrivati dall'aeroporto di Los Angeles. Nonostante i motivi per i quali eravamo qui, non riuscivo a non essere un po' contenta di rivedere questa casa.
Dopo gli eventi degli ultimi giorni, avevo bisogno di cambiare aria e ritornare alle origini.
Da quando ero arrivata a Richmond, avevo condotto una vita completamente diversa rispetto a quella che avevo avuto a Mosca. Avevo trovato delle persone con cui passare il mio tempo, ero stata invitata ad uscire e mi ero presa una cotta.
Un fallimento, ma pur sempre un cambiamento.
Stare qui da nonna, speravo, mi avrebbe fatto capire come affrontare l'incontro che avevo promesso a Jordan settimana prossima.
Presi il cellulare per togliere la modalità aereo e subito mi arrivarono delle notifiche. Era il gruppo delle ragazze:Ivy: Liv, sappiamo che tu e Lev siete in California per vostra nonna. Se hai bisogno di sfogarti sai a chi rivolgerti. ❤️
Wyn: so quanto è difficile vedere i propri nonni stare male, siamo qui se hai bisogno. 🌟💋
Evie: puoi contare su di noi, quattrocchi. Ormai sei parte di noi. 😉💖Probabilmente rilessi quei messaggi almeno tre volte. Sorrisi davanti allo schermo e quasi mi venne da piangere. Erano fantastiche. Inviai un messaggio per informarle del mio arrivo.
—Chissà che diamine si nasconde dentro a questa chat—. Ero così coinvolta dai messaggi che non avevo notato mio fratello alle mie spalle.—Se sei proprio così curioso dovresti chiedere ad Ivy. Io ho solo le chat più recenti—, commentai. Lev mi passò una mano fra i capelli, scombinandoli.
—Ragazzi!—. La voce di nonna attirò completamente la mia attenzione. Io e mio fratello lasciammo la nostra roba all'ingresso e ci recammo in cucina, dove la nonna era seduta su un piccolo divanetto, con una stampella di fianco. Leonid era ai fornelli, cucinando il pranzo.
—Ehilà, vi siamo mancati?—, domandò mio fratello, con un sorriso, prima di avvicinarsi alla nonna e abbracciarla.
Leonid si voltò verso di noi e subito Lev lasciò andare nonna per buttarsi su di lui. Io mi avvicinai delicatamente a nonna Eva e la abbracciai con decisamente più calma di quel scatenato di mio fratello.
Dopo procedetti a salutare mio fratello maggiore, —mi sei mancato—, gli sussurrai.
—Anche tu mi sei mancata, Liv—, rispose.
Ci separammo e Leo decise di accompagnarci al piano di sopra, dove io e Lev avremmo condiviso la camera per il weekend.
—Allora, come la vedete?—, domandò Leo, assicurandosi di non farsi sentire da nonna.
—Sembra si sia ripresa—, commentò Lev, con un alzata di spalle. —Cosa dicono i medici, piuttosto?—, chiesi io.
—Ci vorrà del tempo, ma sembrano fiduciosi—, mi rispose. Nonostante questo, il viso di Leonid non esprimeva serenità. In effetti neanche io mi sentivo completamente sollevata.
La nonna mi era sembrata pallida e molto affaticata, nonostante emanasse la sua solita energia positiva. Sì, non era a letto per colpa della caduta, ma era comunque stanca. O forse era abbattuta perché il figlio non si era degnato di venirla a trovare.
—Se hai bisogno, possiamo fermarci per più tempo—, disse Lev. Leonid si sistemò gli occhiali sul naso e i suoi occhi azzurri comunicavano la stanchezza e il tormento di quella situazione senza che dicesse nulla.
—Ho già detto di no. Ho tutto sotto controllo, ragazzi, l'importante è che fate sentire la vostra presenza a nonna—, ribatté Leo.
—Hai provato a chiamare papà, per caso?—, domandai, sperando di non ricevere una reazione esagerata da parte sua. Il fatto che nostro padre non si impegnasse minimamente con la nonna, questo non voleva dire che non dovessimo informarlo, no? Magari, prima o poi, la sua coscienza si sarebbe mossa se avessimo insistito.
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My Greatest Desire
Romance"Era stata la prima ragazza per la quale avevo provato di più del desiderio fisico. Ero così legato a lei, come se stare in sua compagnia fosse il mio più grande desiderio" (When The Night Comes Down series. Libro 6) Lasciare la Russia per iniziare...