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LIVIYA.

Lunedì, a lezione, non riuscì a concentrarmi come avrei dovuto.

Il motivo? Il bacio con Jordan Solberg.

Non sapevo perché, ma non riuscivo a smettere di pensarci.

Avevo dato un solo bacio in vita mia, in seconda liceo e sicuramente non era stato memorabile.

Ma quello di sabato...

Liviya, smettila immediatamente!

Quasi mi spaventai nel rendermi conto che essere baciata senza preavviso da uno sconosciuto mi era piaciuto. Che diamine avevo che non andava?

Scossi la testa e tirai fuori il cellulare. Avevo finito le lezioni all'accademia e Lev mi aveva chiesto di raggiungerlo agli allenamenti di atletica nella sua università.

Università di cui ignoravo completamente la posizione.

Lev mi aveva dato l'indirizzo stamattina, prima di uscire, quindi ora stavo impostando il navigatore per arrivarci a piedi. Speravo solo di non perdermi. L'unica cosa che sapevo era che i due edifici non distavano molto l'uno dall'altro, perciò potevo approfittarne per farmi una bella camminata.

Appena mi resi conto che mancava poco all'arrivo, e che quindi per me sarebbe stato facile capire dove andare, presi la macchina fotografica che tenevo appesa al collo e iniziai a scattare qualche foto ai miei dintorni.

Preferivo fotografare di più i paesaggi che le persone. Almeno non dovevo chiedere il permesso.

Appena vidi un cancello ed un enorme struttura, capì subito che si trattava dell'università di Lev. Quando lessi il cartello di benvenuto, entrai convinta.

Solo che non avevo la minima idea di dove andare, così, scrissi un messaggio a mio fratello per fargli sapere che ero arrivata. Mi rispose subito dopo dicendomi che avrebbe mandato una certa 'Wyn' a venirmi a prendere.

Come avrei fatto a capire di chi si trattava?

Mi misi in un angolo, cercando comunque di rimanere visibile ma togliendomi da mezzo la strada.

Aspettai per qualche minuto poi vidi una ragazza minuta, dai lunghi capelli marroni ondulati e la pelle abbronzata, venire verso di me con un sorriso.

Immaginavo che quella fosse Wyn. Non mi chiesi neanche come facesse a sapere chi ero io, sicuramente Lev le aveva mostrato un intero servizio fotografico.

—Ciao! Io sono Bronwyn, l'amica di Lev, ma tutti mi chiamano Wyn— si presentò con un sorriso enorme, tendendomi la mano.

Feci un piccolo sorriso e ricambiai la stretta timidamente.

—Io sono Liviya— sussurrai.

—È un piacere conoscerti. Ti ho vista alla festa ma non mi sono presentata. Dai, andiamo, tuo fratello sta facendo gli allenamenti di atletica. È davvero bravo, sai?— mi disse e poi, mi prese a braccetto e mi trascinò per il campus.

—Allora, ho provato più volte a imparare qualcosina di russo, ma mi sembra semplicemente impossibile. Perciò ho cercato di insegnare un po' di spagnolo a tuo fratello, ma sembra negato. Tu, invece?— mi domandò in modo naturale. Come se io e lei fossimo amiche di vecchia data e dovessimo aggiornarci sugli ultimi eventi.

Diamine, come ci riusciva?

—Parli spagnolo?— riuscì a chiedere, Wyn annuì —sì. Sono nata in Porto Rico, mio padre è di lì— mi spiegò la ragazza.

Continuammo a camminare in silenzio per un po', poi lei lo ruppe di nuovo —non hai risposto alla mia domanda. Come te la cavi con le lingue che non siano il russo e l'inglese?— mi chiese di nuovo.

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