JORDAN.
—Si può sapere che cazzo combini?— mi domandò una Lenora Hoffmann parecchio incazzata.
Roteai gli occhi. Era davvero peggio di mia madre. Neanche lei mi aveva mai rimproverato così tanto come faceva questa ragazza.
—Stavo parlando con una ragazza— le dissi, innocentemente.
Lei continuò a fissarmi.
—Facciamo finta che tu sia riuscito a fregarmi. Riformulo la domanda: che cosa cazzo combini con la sorella di Lev?— chiese, decisa a non lasciar perdere.
Ovviamente. Non lo faceva mai.
—A volte non so come faccia Em a sopportarti— commentai, allungandomi dietro di lei per prendere una birra dal tavolo.
Mi prese per un polso prima che potessi allontanarmi, il suo sguardo era glaciale. Cavolo, non avrei mai voluto averla come nemica.
Ma forse lo sarebbe diventata se non l'avessi ascoltata.
—Lena, stavamo solo parlando.
—Parlavate anche mentre le mettevi la lingua in bocca, Jordan? Pensi che sia stupida?
Mi irrigidì. L'aveva visto, ovviamente. Lei vedeva sempre tutto.
—Qualcun altro ci ha visti?— le chiesi, non volevo creare drammi nel gruppo. Speravo che questo potesse rimanere un segreto.
E allora perché avevo dato il mio numero a Liviya?
—Vi ho visti io, è più che sufficiente, no? Lasciala stare se non vuoi che ti tagli le palle. Non ti lascerò creare problemi con Lev, soprattutto perché Wyn tiene sia a te che a lui— mi disse, come avvertimento.
Sospirai —come sei drammatica, Hoffmann— commentai, lanciando un'occhiatina a Liviya, che aveva chinato lo sguardo, ma non riuscì a capire cosa stesse guardando.
Lenora mi girò la testa bruscamente —cavolo, non devi tenere il tuo ragazzo sott'occhio, piuttosto di scocciarmi?— domandai, scocciato.
Lei alzò le sopracciglia —non sono così insicura di me stessa da dover controllare il mio ragazzo, non ce n'è alcun bisogno. È molto più importante tenere sotto controllo il bambino del gruppo— mi rispose, tagliente come sempre. Non si smentiva mai.
Le scompigliai i capelli, nonostante sapessi che lo odiava. Infatti, mi lanciò un altro dei suoi sguardi letali.
—Dovresti rilassarti di più, invece. Siamo ad una festa e tu pensi a fare il controllore della situazione?— le dissi, poi mi allontanai, lasciandola sola col malumore. O almeno, rimase sola per cinque secondi, poi vidi il mio migliore amico raggiungerla.
Mi mossi per il salotto, in cerca di un po' di divertimento. Anche se, potevo ancora sentire il sapore delle labbra di Liviya sulle mie.
Erano dolci. Mi ricordavano il sapore della fragola...
E perché diamine ci stavo pensando?
Scossi la testa e mi diedi uno schiaffo mentale. Non dovevo mettermi a creare casini con quella ragazza. Non sembrava proprio una disposta per una sveltina.
Nessuno avrebbe dovuto sapere di quel bacio. Già che Lenora ci avesse visti era un problema.
Ma, nella maggior parte dei casi, io pensavo alle conseguenze delle mie azioni solo dopo averle commesse. Non mi ero preoccupato sul serio del fatto che avessero potuto vederci.
—Jordan!— mi sentì chiamare, nonostante la musica. Mi voltai e vidi Emerson avvicinarsi.
Lanciai uno sguardo alle sue spalle e vidi Lenora raggiungere Wyn e Evelyn infondo alla stanza.
Guardai di nuovo il mio migliore amico —te l'ha detto, non è così?— gli chiesi subito, Em annuì subito —lo sai che non ci sono segreti tra me e lei. E comunque sono il tuo migliore amico, avevi intenzione di non dirmelo?— ribatté lui.
—Non c'è molto da dire. L'ho fatto solo per liberarmi di una mia ex. Visto che le parole non sono servite a nulla, sono passato ai fatti— dissi, un po' scocciato. Non credevo che ogni volta che facevo qualcosa, dovevo dare una conferenza stampa per spiegarmi.
—Immagino che Liviya sia stata molto contenta di farsi baciare da uno sconosciuto— commentò Em, sarcastico.
Roteai gli occhi —non è la prima volta che bacio una sconosciuta. Sono all'università ed ho intenzione di divertirmi— dissi.
Almeno fino a quando non ne avrò avuto abbastanza di tutto questo.
Ingoai il groppo in gola e mi mostrai spensierato come sempre. Nessuno di noi aveva bisogno delle mie crisi, specialmente io. Perciò, avrei continuato a sorridere e a dire di essere fiero di essere l'unico scapolo tra il mio gruppo di amici.
—Possiamo smetterla di parlarne e divertirci? Non c'è bisogno che ci sentano tutti quanti— gli dissi, facendogli capire di doversi mantenere questa informazione per sé. Sapevo che questo 'pettegolezzo' si sarebbe fermato con Emerson, lui non avrebbe parlato.
Il mio migliore amico sospirò —come vuoi, Jo— disse ed io gli misi un braccio attorno alle spalle e lo condussi dai nostri altri amici.

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My Greatest Desire
Romance"Era stata la prima ragazza per la quale avevo provato di più del desiderio fisico. Ero così legato a lei, come se stare in sua compagnia fosse il mio più grande desiderio" (When The Night Comes Down series. Libro 6) Lasciare la Russia per iniziare...