JORDAN.
—Jo, perché non vieni a casa? Così mi aiuti con i compiti di matematica— disse mia sorella, dallo schermo del mio cellulare.
Sorrisi. Avevo sempre aiutato Meredith con i compiti di matematica, ma sinceramente neanche io ero il massimo in materia. Avevo sempre cercato di sforzarmi, però, di ripassare bene gli argomenti e cercare di aiutarla nel miglior modo possibile. Insomma, non era proprio complicata la matematica che insegnavano ai dodicenni.
—Tu e mamma potreste anche venirmi a trovare qui. Sono sicuro che la città ti piacerebbe— risposi io, e subito il viso di mia madre apparì sullo schermo.
Dorcas Solberg era una donna stupenda. Peccato per il suo gusto in fatto di uomini. I suoi capelli marroni erano corti, mentre i suoi occhi erano marroni chiaro, come i miei. I miei colori chiari li avevo presi da lei, anche se il colore dei miei capelli era un miscuglio tra quello di mamma e quello di papà. Mia sorella, invece, aveva gli stessi occhi blu e gli stessi capelli biondo cenere di nostro padre.
—Non metterle idee in testa, altrimenti sarò io quella che la dovrà sentire per giorni interi— mi disse mia madre, sorridendo.
—Non vuoi venire a trovare il tuo caro figlio?— mi finsi offeso, ma il rapporto con mia madre era il migliore. Con lei potevo scherzare, era la cosa che facevo di più. Mia madre era la persona meno critica che esistesse su questo pianeta, era sempre pronta a scoprire nuove realtà e punti di vista. Per questo il fatto che volessi diventare scrittore l'aveva entusiasmata tanto: avrebbe potuto decifrare ancora di più i miei pensieri e capirmi. Come se non fosse già la persona che mi conosceva di più al mondo.
—Ma certo che voglio, è solo un periodo pieno a lavoro. Con l'arrivo dell'estate tutti i clienti vogliono organizzarsi per tempo e assicurarsi di avere le case pronte per le vacanze— mi spiegò mia madre.
Feci una smorfia —ma se siamo alla fine di gennaio. È appena passato Natale. Ma questa gente non si rilassa mai? Se pensano già alla prossima cosa che hanno da fare, non si godono i momenti di pace— commentai.
Mia madre sorrise e prese il cellulare in mano, mentre mia sorella era sparita per farmi vedere una delle sue nuove creazioni. Quella ragazzina avrebbe creato dei gioielli fantastici.
—Purtroppo non tutti siamo con te, tesoro— mi disse mia madre.
—Troppo buona, mamma— risposi.
Ad un certo punto, vidi comparire la tendina dei messaggi e vidi che si trattava di Liviya. Aggrottai la fronte, non sapendo per quale motivo mi avesse scritto e mandato addirittura una foto.
Mentre mia mamma continuava a parlare del fatto che non fosse esagerata a farmi complimenti, entrai nella chat con la nuova ragazza che aveva invaso i miei pensieri con un semplice bacio e qualche occhiatina timida. Non avrei mai pensato che le nerd potessero essere il mio tipo.
Aprì la foto e vidi che si trattava di un suo selfie. Sorrideva a labbra chiuse, come sempre in modo gentile e delicato, come qualsiasi cosa facesse. Stava inquadrando anche dei libri posizionati su una scrivania. Portava i suoi soliti occhiali sottili ottagonali, potevo vedere anche le lentiggini sul suo naso e gli occhi color ghiaccio splendevano.
Era bellissima, cazzo.
Sentì subito un rigonfiamento nei jeans, e mi maledissi per questo. Era una foto così innocente e graziosa, eppure ero duro come il marmo.
Non ebbi tempo di guardarla ulteriormente, che la foto sparì dalla chat.
—Jordan? Ci sei?— la voce di mia madre mi riportò alla realtà, eppure continuavo ad osservare la chat con Liviya, mentre vedevo quei tre puntini muoversi.
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My Greatest Desire
Romance"Era stata la prima ragazza per la quale avevo provato di più del desiderio fisico. Ero così legato a lei, come se stare in sua compagnia fosse il mio più grande desiderio" (When The Night Comes Down series. Libro 6) Lasciare la Russia per iniziare...