Capitolo 14

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Non siamo mai stati qualcosa.

La luce del sole filtrava dalla finestra inondando tutta la stanza e facendomi bruciare gli occhi.
Mi tirai su con la schiena e mi appoggiai alla testata del letto, cercando di abituarmi.
Il letto era sfatto e lo spazio affianco a me non ospitava più il corpo di Rafe che la sera prima mi aveva dato tanto piacere.

Scesi cautamente indossando il vestito che il ragazzo mi aveva strappato via e aprii la porta cominciando a scendere le scale.
Man mano che scendevo i gradini sentivo più chiaramente le voci di Rafe, Kelce e Topper provenire dal salotto.

-Che schifo amico, è una cazzo di pogue.-

La voce di Topper mi arrivò chiara e mi fece rabbrividire. Lo odiavo con tutta me stessa.

-Almeno è figa.-

-Taci Kelce- lo ammonì country club.

Delle risatine da parte dei suoi due amici riempirono la stanza penetrando dentro di me.

-Che cazzo ridete?-

-Ma calmati, non vorrai certo dir.ci che ti piace sul serio?-

Ancora una volta Topper doveva rovinare tutto e infastidire persino il suo migliore amico. Mi chiesi come facesse ad avere un dono così grande.

-Ma che minchia ti passa per la testa. Non lo pensare e soprattutto non lo dire mai più, kooks e pogues non possono essere mischiati. Sarebbe come unire un principe e una sguattera.-

Fu in quel momento che il mio cuore andò in pezzi, lo sentii rompersi dentro di me e fu come se i cocci mi fagliassero il torace fino in profondità.
Tirai un sospiro e uscii allo scoperto dal mio nascondiglio affrettando il passo verso la porta.
I tre ragazzi si voltarono immediatamente e mi guardarono sorridendo. Tutti meno che Rafe.
Il suo sguardo si spense e si alzò di scatto sbarrando gli occhi per cercare di stabilire un contatto fisico che non gli volli dare.

Nella fretta di uscire strisciai la gamba contro qualcosa che mi graffiò facendomi escoriare la pelle e facendo fuoriuscire un po' di sangue.
I passi del ragazzo che mi aveva appena distrutta risuonarono dietro di me e si affrettarono.

-Jenny aspetta.-

Accelerai ancora intenta più che mai a sfuggirgli, ma lui era più veloce e in poco mi aveva raggiunto.

-Possiamo parlare...-

-No. Lasciami in pace Rafe. Lasciami andare e vaffanculo!-

Gridai talmente forte che anche gli altri due mi sentirono, gli feci il dito medio e mi allontanai lungo la via per tornare verso casa.

Una ventina di minuti a piedi e quando finalmente arrivai puzzavo ed ero tutta sudata.
Mio fratello era steso sul letto in camera sua e aveva dimenticato la porta aperta. Gliela chiusi stando attenta a non fare rumore per evitare di svegliarlo.

Mi svestii lentamente e rimasi ferma davanti allo specchio a guardare la mia immagine riflessa.
Osservai il corpo che la sera prima era stato toccato e posseduto interamente da Rafe Cameron, corpo che ora ripugnava e avrebbe voluto cancellare.

Tirai su col naso e mi asciugai delle lacrime che mi stavano iniziando ad inondare il viso, per poi gettarmi nella doccia e sciacquarmi via i ricordi della sera più bella della mia vita.

Palpiti | Rafe CameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora