... lui ė lì, il mio Lorenzo sembra un deo greco, è sempre così dannatamente perfetto, senza nemmeno remdrmene conto sto sorridendo come un'ebete, rivederlo mi fa stare bene anche se nom dovrebbe essere così, indossa una camicia bianca aderente che risalta i suoi muscoli che, in questo anno passato, sono diventati ancora piú grandi, sotto la camicia dei jeans meri sportivi aderenti che rendono il suo fisico ancora piú meraviglioso, a completare il tutto delle Adidas sportive; senza rendermane conto sono rimasta incantata dalla bellezza del ragazzo che si trova alla parte opposta della stanza dove ci sono io, mentre sono ancora intenta ad ammirare tutto il suo splendore, Lorenzo alza la testa, sento le guancie diventarmi calde per l'imbarazzo ma non importa, sono sicura che non lo noterá, è troppo lontano.
Lo sto ancora guardando e noto che si sta avvicinando a me, ero così presa a guardare Lore che non mi sono nemmemo resa conto che sono partiti dei lenti e la mia casa si sta riempiendo di copiette che ballano; inizio a guardarmi intorno, è così bello vedere tanta gioia e felicitá in una stanza.
Quando mi rigiro nella direzione dove c'era Lorenzo lo trovo davanti a me, siamo a meno di dieci centimetri di distanza e la cosa mi agita
《ciao Sara, sei bellissima, ti va di ballare?》mi chiede lui con un sorriso dolce stampato sul viso, non posso crederci che nomostamte sia passato un anno arrossisco ancora, ad ogni suo complimento.
《certo!》 rispondo senza nemmeno pensarci, afferro prontamente la sua mano e mi faccio giudare, mentre percorriamo il breve tragitto per arrivare dove tutti stanno ballando mi guardo intorno alle ricerca di Andrea che sembra svanito nel nulla, poi però lo riconosco tra la gente, è impegnato a parlare con Alice, hanno tante cose in comune e sono sicura che andranno d'accordo; quando io e Lorenzo siamo finalmente arrivati alla pista da ballo lui mi prende dolcemente tra ke sueforti braccia, dio quanto mi sono mancate le sue forti braccia, questo contatto tra noi che, prima, mi era cosí familiare ora quasi non lo riconosco ma mi fa sentirea casa, forse per il semplice motivo che io sono a casa ovunque se sono accanto a lui, so che tutto questo é sbagliato ma non riesco a controllarmi, ormai ho la testa che è andata in tilt.
Passiamo non so nemmeno quanto tempo a guardarci negli occhi, poi ho appoggiato la testa al suo petto e li ho chiusi, non mi importa se la gente ci stia guardando o sparlando, non mi importa dei giudizi degli altri, non mi importa di nulla, tutto intorno a noi è come se fosse svanito, sembra quasi che quella stanza sia vuota e all'interno solo lui ed io, solo noi; balliamo, balliamo e balliamo ancora il tempo passae noi nemmeno ce ne rendiamo conto, non parliamo, non ci rivolgiamo parola, sono qualche sguardo disfuggita, degli sguardi che, però, parlano, parlano più di miglioni di parole.
siamo così concentrati a guardarci l'un l'altra che non ci siamo nemmeno accorti che la musica é finita, e anche da un bel po' considerando gli sguardi dei nostri compagni di scuola, sono troppo imbarazzata, non riesco nemmeno a parlare o a pensare 《questo è unospaglio》 urlo a Lorenzo prima di seguire il mio istinto ed inizio a correre, non so bene per dove ma so chenon posso restare lì, non riuscirei a sopportare l'imbarazzo,scelgo la strada più facile, apro la porta e corro anche se non ho ancora deciso per dove; mentre corro mi torna in mente quando ero bambina10 anni prima
correvo lungo una strada della città con mio padre che cercava di starmi dietro senza che io mi faccia male.
《papà papà guarda come sono brava》
《si amore sei bravussima ma fai piano o ti farai male》
è sera ed è bello il tempo, mi piace stare con papà quando posso, è spesso in giro con la mamma per lavoro.
《anzi amore, fermati unsecondo, ti porto in un posto qui vicino, è un posto che sembra quasi magice e diventerà il nostro posto segreto》
《si papà siiii 》
iniziamo a camminare per quella strada per qualche minuto fino a quando non ci troviamo davanti all'ingresso di un parco, entriamoeci dirigiamo grazie ad una stradina sotto ungrande albero davanti ad unlaghetto con le paperelle, poi papà mi abbraccia forte ed io mi sento protetta.oggi
per tanti anni andavo in quel luogo magico e tranquillo, lo facevo sopratutto quando i miei genitori non c'erano, quasi sempre cioè, era un luogo che mi aiutava a riflettere e pensare, avolte mi piace stare da sola con i miei pensieri; è quasi due anni che non ci ritorno, ma, solo ora che ci penso, mi rendo conto di essere propio nella strada in cui 10 anni prima correvo con mio papà, credo sia il momento più adatto per tornare in quel luogo tanto bello, ho bisogno di riflettere e restare sola.
Appena vedo l'entrata del parco in lontananza inizio a correre ancora più veloce, entro nel parco e mi siedo sotto lo stesso alberl sotto il quale, tempo prima sedevo con mio padre, chiudo gli occhi e penso; ho paura, paura didover affrontare la realtà, paura delle conseguenze.
Ho ancora troppe feriteaperte per aprirne altre e non riesco a pensare di poter ferire qualcuno, non so che fare.
Quando riapro gli occhi quasi muoio di paura, davanti a me ci sono due ragazzi un po' più grandi di me tuttivestiti di nero e incappucciati 《adesso tu vieni con noi》 mi dicono io nego con la testa uno dei due allora si abbassa e mi prende di peso 《non vogliamo farti del male 》 mi dice il giovane, non ci credo molto ma cerco comunque di ricacciare indietro le lacrime che sto sentendo salire, amare su per la gola.
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Buongiorno principessa
Romansalei bella, ricca e un po'viziata lui bellissimo, arrogante e misterioso. Nonostante le diversitá peró... Tutto puó accadere