secondo ↬ le tue gambe stanche.

50.2K 1.2K 543
                                    

Louis.

‹‹ Spogliati, Louis. ›› mi disse solamente, usufruendo di un tono poco dolce, assai rude nei miei confronti.

Non mi sarei mai potuto opporre - e né tantomeno l'avrei fatto - la sua statura, a differenza della mia corposa e ricca di curve, era grossa e possente. Anche il fattore d'altezza influenzava qualsivoglia cosa: durante i rapporti, cosa più eccitante non vi era del suo corpo a sovrastare il mio.

Talvolta ricevessi del male, però, un pensiero balenava ancora, ancora e ancora nella mia mente: il bullismo ricevuto a quattordici anni, verbale e fisico - non ne parlai mai ad Harry, non volevo questo potesse condizionare la nostra "relazione". Ad Haz, non parlai mai di tante cose: come il fatto che avessi perso i miei genitori in un incidente stradale, per paura potesse sentirsi come una figura paterna / materna nei miei confronti.. ed era così, più o meno.

Sul letto di morte mia madre mi chiese di rimanere forte anche senza lei, anche senza mio padre. Le sue parole le ebbi impresse a lungo, nonostante le crisi di pianto, le crisi d'ansia e di panico, la paura di non superare quel periodo, quel momento.

››››

Sospirai, inspirando profondamente. Cominciai col sbottonarmi la camicia del pigiama, lasciando ch'essa raggiungesse un punto indecifrato nella camera, seguita dal pantalone. Gli slip li sfilai allo stesso modo, gettandoli via.

Eseguii ogni cosa ch'Harry mi impose, ritornando alla posizione iniziale: le mani le posizionai contro il muro, incarnando la schiena e spingendo il bacino verso il mio papi.

‹‹ Bene così, bambolina ›› mormorò Harry al mio orecchio. Quel soprannome fece rabbrividire la mia stessa schiena, portando la mia lingua a bagnare le labbra.

Fui impaziente di averlo, di sentirlo.

Le sue dita toccarono una mia natica, riscaldandola con una lesta movenza che progrediva con movimenti circolari. 

La quiete fu poi interrotta da un mio sospiro pesante e la veemente sculacciata, che portò il mio minuto corpo a pressarsi contro la mano dell'altro.

Una.

Due.

Tre.

Sobbalzai alla quarta, ove ogni pacca divenne più lesta, lasciando fuoriuscire un basso gemito.

‹‹ Fermo. Pretendo che tu stia fermo, Louis. ›› disse nei miei confronti, muovendo le mani verso ai miei capelli: afferrò in una possente morsa un ciuffo di capelli, tirandoli in un pugno. Fece in modo che la mia testa si poggiasse sulla sua spalla e le sue labbra contro il mio collo, ove risucchiò e leccò lobi di pelle, usufruendo di una lentezza estenuante.

Avvertivo il libine accrescere, motivo per il quale emisi un gemito acuto, che riecheggiò appieno nella camera.

‹‹ Ti avevo ordinato di star zitto, Louis. ›› ribatté Harry a seguito del mio gemito, allontanandosi di improvviso. Per provocarlo, mugolai malamente, prima che udissi la sua cinta venir slacciata e scontrarsi contro le mie natiche, gesto al quale non riuscii a star muto.

‹‹ D-daddy... ›› mugugnai flebile, cercando di non dimenarmi, totalmente preso dal piacere.

‹‹ Louis, devi stare muto. Quale parte non capisci del 'stai fermo', mh? ›› grignò con tono rabbioso, tirando i miei capelli ancora una volta.

Fuck me, daddy ›› LS.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora