dodicesimo ↬ non è un problema mio.

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Harry.

Ero consapevole d'aver sbagliato reagendo in quel modo con Jeremy: in quell'istante mi sentii come soggiogato da emozioni contrastati ed oscillanti, tra nervosismo ed ira.
Non potevo negare che Jeremy fosse un ragazzo fantastico, quanto affascinante: occhi verdi e capelli biondi, fisico snello e tante sfaccettature, ma niente a che vedere con quello di Louis / il carattere che questo aveva, ahimè, accresceva qualsiasi volta la smania che possedevo di averlo e farlo mio in ogni istante. 

"Quel Jeremy mi sembra un approfittatore ed anche coglione.", mi ripeteva Liam.

Era solo una serata la mia e di Jeremy: questo mi demandò di andare a casa sua per una serata, per trascorrere del tempo piacevole in compagnia – non riuscii neanche a trattenermi quando però, sull'uscio della porta, si presentò in accappatoio.
Ennesima stronzate compiuta: mi sfogai con Liam, mandandogli un messaggio dove gli raccontavo dell'accaduto.

‹‹ Mi ricordi un po' il carattere di tuo padre: completamente insensato. Vuoi fingerti un dominatore coi fiocchi, colui che riesce a far star bene il proprio partner o come cazzo vuoi definirlo, ma alla fine sei nullo. Scopati pure chi vuoi, ma almeno lascia che sia anche Louis a fare le stesse cose e, magari, annulla quello che tu definisci 'contratto' neanche l'avessi comprato ad un'asta.  ››, fu la risposta del mio amico.
Devo essere sincero? Nulla mi ferii in vita mia quanto quelle frasi, quel suo modo di rivolgersi in maniera schietta e meschina. Non mi lamentai, non riposi e preferii il silenzio.
Bastava così. 
Il mio telefono si perse poi tra i cuscini del divano.

Louis dopo avermi detto quelle parole non si mosse per circa una quindici minuti, fino a quando la sedia non indietreggiò rumorosa ed il suo corpo si alzò, trascinando con sé l'evidente animo rotto. indirizzato alla nostra stanza, probabilmente. 

Il nostro bambino? 

Presi un lungo sospiro e a passi lunghi mi trascinai verso lui, che altra destinazione non raggiunse che non fosse la camera da letto.

‹‹ Louis, potresti aprire la porta? ›› parlai cauto, ma dall'interno della stanza sentii solo la serratura girare nuovamente.

Provai quindi ad aprirla, pensando avesse smosso la chiave, ma così non fu: l'aveva serrata ancor di più

‹‹ Louis, per favore. Ho bisogno di parlarti. ››, il respiro mi si spezzò in gola.

‹‹ Tomlinson, mi senti? Apri o sfondo? ››, intrapresi un totale animo di forte nervosismo quando in risposta ebbi solo singhiozzi.

‹‹ Louis, butto giù la porta se non apri. ››  sbraitai, cercando malamente di aprire la porta e di non smantellare la maniglia, ch'interrotto continuavo a muovere.

‹‹ Mi lasci dormire o devi rompere il cazzo a lungo? ››, urlò indisturbato. Non fiatai, scendendo in salotto.


***


Sarebbe un eufemismo dire che tentai di entrare dalla finestra della camera, che solitamente tenevamo aperta. Utilizzai una scala per facilitarmi il lavoro e le braccia per spingermi verso l'alto, momento nel quale adoperai possente forza sui bicipiti, venendo agevolato da essi.

Gli sforzi vennero ripagati alla vista di un Louis già dormiente / e fortunatamente con la finestra aperta/, con la pancia verso l'alto ed una mano sotto al cuscino. Spintonai così il vestro semiaperta e cercai di entrare, senza però emettere il minimo rumore che potesse svegliarlo o / e disturbarlo.
Però è stato facile, dissi tra me e me, con un mezzo sorriso soddisfatto sul volto.
I miei piedi toccarono fievoli il parquet in legno puro, quale percorsi piano, indisturbato, fino a giungere accanto al suo letto. Presi posto di fianco a lui, ammirando la disarmante bellezza che possedeva: dei ciuffi ribelli rigavano la sua fronte, gli zigomi avvampati ed alcune lacrime asciutte al di sopra delle incavate guance, ch'aumentarono i miei sensi di colpa. Le labbra erano arrossate e gonfie, socchiuse e rosee.
Tirai un piccolo sospiro, sdraiando il mio corpo accanto al suo: un mio gomito toccò il cuscino, momento nel quale poggiai la nuca sul palmo della mano. L'altra mano libera, invece, la portai sulla sua pancia, che lentamente accarezzai.

Fuck me, daddy ›› LS.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora