Louis.
Harry non me l'avrebbe fatta passare liscia, lo sapevo benissimo. Avevo cercato in tutti i modi possibili di chiamarlo o di inviargli un messaggio, ma, la dannatissima batteria si ritrovava al 4%, perché il giorno prima non avevo - da bravo sbadato, attaccato il caricatore al cellulare. Stan, quella putrida latrina di merda, rifiutò di passarmi il suo cellulare per farmi inviare almeno un piccolo segno di vita ad Harry.
Quella scena che mi si presentò davanti, servii a farmi terrorizzare sul posto. Erano furiosi, entrambi. Sia Harry che Niall.
Feci due passi indietro, deglutendo rumorosamente, appoggiando la schiena contro la porta e farfallando con le ciglia, cercando di non far cascare le lacrime formate agli angoli degli occhi.Cosa faccio?, pensai.
"Allora?" Fui sorpreso perché a parlare non fu Harry, ma Niall.
"P-posso spiegare, sul serio.." Sussurrai, con voce tremante.
L'aria era cupa, era angosciante. Il problema nasce, quando il tempo va oltre il limite superiore. A quel punto comincia il silenzio. Il silenzio, diventa ancora più angosciante dell'attesa, perché da quel momento, la nostra mente comincia a crearsi dubbi, congetture, interpretazioni personali, scelte frettolose, giudizi campati in aria.
"Avanti, prima che ti prenda a schiaffi." La voce fredda di Harry tuonò alle mie orecchie.
"Sì okay, ma non esagerare a tal punto, coglione." Disse Niall, spingendolo appena, e non con fare scherzoso. Harry, in tutta risposta, lo fulminò con lo sguardo.
Grazie, pensai.
"Io.. io.. non volevo, sul serio.." Abbassai lo sguardo, lasciando scappare un sospiro, per poi "Avevo il cellulare scarico e-"
"Non voglio sentirle le tue scuse, brutta troietta." Urlò Harry. Fu come un pugno nello stomaco. Perché non poteva semplicemente credermi?
"Non sono una cazzo di troietta! Le troie sono quelle che danno il proprio corpo, che lo vendono, a qualsiasi persona passi dinanzi loro!" Urlai a mia volta, mentre Niall sembrava godersi la litigata. Alzò le mani, andandosi poi, a sedere sul divano.
No, no Niall, potrebbe farmi male.
"Non provare ad alzare così tanto la voce con me, o giuro che non esci da questa casa vivo." Deglutii. Stava esagerando. Lasciai le lacrime fuoriuscire dai miei occhi, mentre torturavo i lembi della mia maglia.
"D-daddy, non farmi male.." Sussurrai più a me stesso che a lui. Mi feci più piccolo vicino alla porta, mordendo il labbro inferiore. Lui si avvicinò a me, portando le mani sulle mie spalle e stringendo la presa. Il respiro mi si morzò in gola, mentre chiusi automaticamente gli occhi, pronto a ricevere una qualsiasi cosa sulla guancia o in pieno viso.
"Se vuoi continuare ad essere il mio sottomesso, devi impegnarti, o non ci penso due volte a sbatterti in strada." L'aria da duro si fece spazio nella sua voce, mentre sgranai gli occhi e sentii quasi un mancamento.
E' difficile aspettare qualcosa che sai che non potrà mai accadere; ma è ancora più difficile arrendersi quando pensi che è l'unica cosa che vuoi.
Ero triste. Sapevo il motivo della mia tristezza. Avevo voglia di amare anch'io, di carezze furtive, di un cuore in subbuglio."O-Okay.." Abbassai lo sguardo, iniziando a singhiozzare, per poi "Non puoi sbattermi fuori." aggiungere.
"E perché non posso, hm? Dimmelo, su piccola troietta." Altra pugnalata allo stomaco. Portai istintivamente una mano sul grembo.
"Perché qui dentro" Dissi, indicando la pancia "C'è tuo figlio!"
"Appena lo partorisci, lo prendo io e ti sbatto fuori. Più semplice di così?"
Pezzo di merda.
"Giusto.."
"Sai qual è la tua punizione?"
"Mh?"
"Non uscirai per due mesi, se non con me. Non potrai vedere i tuoi amici, a parte Zayn e Liam, che sono anche i miei, infondo. E non userai il tuo cellulare per due mesi, quindi userai il mio e Stan sarà uno sconosciuto. Da oggi in poi." Annuii. Non mi avrebbe fatto male.
"Non ti faccio male, perché non voglio che nostro figlio stia male." Aggiunse, per poi girarsi e dirigersi verso il bagno, molto probabilmente per fare una doccia, non dopo avermi spintonato violentemente contro la porta. Non respirai sul serio per quei pochi secondi.
Sospirai e caddi sulle ginocchia, in un pianto isterico. Sentii dei passi correre verso di me, per poi rilevare un Niall preoccupato. Si chinò verso di me e portò una mano nei miei capelli, iniziando a carezzarli.
"Hey, Lou.." Sussurrò, per poi "Calmati, è tutto okay." aggiungere.
No, Niall. Non lo è. Un cazzo è okay.
"No, Niall! No! Nulla è tutto okay, cribbio." Sussurrai, con voce morzata dal pianto.
"Non piangere, piccolo Lou.. fa male al piccolo.." Disse, prima di stringermi al suo corpo e baciarmi la nuca.
"Non stavi.. dalla parte s-sua, fin'ora?" Sussurrai, per poi avvolgere le braccia attorno al suo collo e poggiare la testa sulla sua spalla, lasciando che le lacrime continuassero ad uscire.
"Non sto dalla parte di nessuno, Lou. Piuttosto, stai bene?" Non risposi, continuai a singhiozzare.
"Lou."
"Lou stai bene?"
"Louis, cazzo, rispondi!" Urlò, prendendo il mio viso fra le mani. Sentivo gli occhi rossi e gonfi.
"E' inutile che insisti. Non sto bene, i miei occhi li hai visti!" Urlai, portando una mano agli occhi, per ripulirli dalle lacrime.
"Ti spezzi ancora quando senti il suo nome?"
"Già.."
"Non può andare avanti così."
"Lo so."
"Lo sappiamo."
"Non ho il cuore dedicato, ma levigato." Abbassai lo sguardo alle mie stesse parole. "E mi sento pedinato dall'ansia di non aver raccolto quello che ho seminato."
Niall era a conoscenza della mia cotta per Harry, del fatto che era proprio quest'ultimo ad avermi rapito il cuore, ma tutto ciò che stava facendo, era spezzarmelo più di quanto già avesse fatto. Stava distruggendo anche gli ultimi piccoli cocci rimasti in vita, quelli che, volendo, avremmo potuto riparare, ma solo assieme.
"Harry è geloso, Lou."
Se fosse geloso, non mi avrebbe mai trattato in quel modo. Mi avrebbe tenuto con sé, e mi avrebbe trattato come qualcosa di raro e unico, ma non lo fa, Niall, no.
"La gelosia è un misto d'amore, d'odio, d'avarizia e d'orgoglio."
"E allora, Nì?" Chiesi, tirando su col naso.
"Harry si comporta così con te."
"Non è vero."
"Sì, invece! Come sei cocciuto." Disse, scuotendo la testa e continuando ad accarezzarmi i capelli, come se volesse rassicurarmi da qualcosa di inesistente.
"Dimostramelo."
"Domani usciamo con Liam, Zayn, tu ed Harry - ovviamente - ed io."
"E, okay, ma cosa c'entra?"
"Vedrai."
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Fuck me, daddy ›› LS.
Fanfiction« Papi, non farmi male, ti prego. » sussurrò Louis in un flebile mormorio, accompagnato da un tono di voce tremante che non tardò a farsi evidente tra un gemito e l'altro. I suoi capelli stretti in una possente morsa fra le affusolate dita di Harry...