13- I'm sorry

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HARRY'S POV.


E come non detto, Louis tornò a sedersi, con a fianco il suo amichetto. Questo allungò la mano e mi sorrise a trentadue denti.
"Piacere, io sono Stanley, ma puoi chiamarmi Stan!"
"Harry." Dissi acido, stringendogli a malavoglia la mano. Subito dopo, Louis mi rivolse uno sguardo truce. Alzai un sopracciglio, con fare confuso.
Anche Stan ordinò: un te alla pesca e dei biscotti. In men che non si dica, arrivarono gli ordini ed iniziammo a mangiare. Volevo, anzi pretendevo spiegazioni da Louis sul perché quel tipo continuava a guardarlo ed a sorridere. Sbottai qualcosa di insignificante quando il mio sottomesso si avvicinò per sussurrare qualcosa all'orecchio dell'amico, che fece sorridere inevitabilmente quest'ultimo.

È inutile dire che la gelosia mi stava ammazzando.

Cercai di fingere indifferenza, quando, perso nei miei pensieri, mi accorsi in tempo che Louis mi chiamò perché dovevamo andar via. Passai per la cassa e pagai per me e per il mio sottomesso, mentre Stan pagò per sé. Socchiusi gli occhi per un istante, accorgendomi che Stanley e Louis erano dietro di me, a scherzare e ridere.

Mi devo calmare, è un semplice amico, pensai.

Mi girai verso i due e alzai un sopracciglio quando Stan avvolse un braccio attorno alle spalle di Louis.
Ci passo sopra, dai. Cosa sarà mai?

"Louis, dove vorreste andare?" Dovevo nascondere il mio essere geloso, così sfogai sul mio labbro inferiore, mordicchiandolo con forza. Non ero arrabbiato, quindi non gli spettavano punzioni o cose simili.

"Io e Louis vorremmo uscire un po' da soli! Ci siamo ritrovati dopo tanto." Parlò Stan, io feci un semplice cenno con la testa e camminai verso la mia macchina. Salii in quest'ultima, allacciando la cintura ed impugnando il manubrio piuttosto fortemente, sospirando mentre vedevo occhi blu e facciadicazzo camminare affiancati.

Partii verso casa, cercando di non pensare a quei due. Cazzo, sembra così esagerato!

Non devo pensarci.
No.
No.
E ancora no.

Guidai fino a casa e, una volta arrivato al garage, parcheggiai l'auto, scendendo da quest'ultima. Non volevo stare solo per tutto il giorno, così decisi prima di entrare in casa, per poi digitare il numero di Niall, il mio amico più fidato, nonostante qualche piccolo sbaglio.

Tre squilli e rispose.

"Riccio!"

"Niall, amico mio! Non disturbo vero?"

"Stavo mangiando la mia solita razione di pollo, ma sei tu, quindi ti perdono!"

"Niall, ma che schifo!" Esclamai, rivolgendo un'occhiata all'orologio, per poi aggiungere "Sono le dieci e un quarto e tu mangi pollo?!"

"Riccio, il pollo non ha orari. Posso mangiarlo anche a colazione, sai?" Disse lui, come se fosse la cosa più normale del mondo.

"Ouch! Piuttosto mi vieni a fare compagnia? Lou è con un amico e non ho voglia di stare solo."

"Posso fare la spia? Oddio, sai che bello? Io, Niall Horan, agente 007 all'azione!" Scossi la testa e ridacchiai.

"E dai, Nialler, muoviti e smettila!"

"No, uff."

"Per favore?"

"Solo se faremo le spie."

"Narrami i tuoi disagi!"

"Quanti soldi hai nel cellulare?*"

"Stupido, vieni o no?"

"Cinque minuti e sono da te, giraffona."

"A dopo, biondino!" Risi appena e chiusi la chiamata, poggiando il cellulare sul bancone in cucina e andando sul divano. Mi sdraiai e socchiusi gli occhi inaspettatamente.
Sobbalzai sentendo il campanello suonare. Sbuffai ed andai ad aprire.

"Harry, ma che cazzo fai? Stavi dormendo? Non mi dire che stavi dormendo! Avevi iniziato a dormire, non è così?" Chiese esasperato, entrando in casa, così chiusi la porta e lasciai che continuasse a lamentarsi. "Cioè, ho suonato almeno settecentonovantadue volte e tu? Tu dormi! Non te--"

"Niall, cazzo, tappati la bocca!"

"Mi hai ferito qui!" Urlò il biondo, indicando una parte della casa.

"Ti ho ferito nel frigorifero?"

"No, nell'orgoglio!"

"E perché hai indicato il frigo?"

"Perché non posso indicare l'orgoglio! Sveglia!" Disse, vantandosi e schioccando due dita davanti il mio viso. Sospirai arreso e tornai in salotto, Niall mi seguì.

"Che si fa? Vediamo i video porno alla televisione? Ci seghiamo in sincro." Propose, allettato. Poggiai una mano sulla sua spalla e diedi piccoli schiaffetti.

"Amico mio, conosco un buon psicologo che sarebbe l'ideale per te!" Esclamai innocentemente.

La giornata andò avanti così, fino a quando non arrivarono le nove di sera e Louis non si era ancora fatto vivo. Neanche un messaggio. Niall non volle lasciarmi solo e gliene fui grato. Louis avrebbe avuto una punizione, per non avermi neanche avvisato dove fosse e perché stesse facendo tardi.
I miei pensieri vennero interroti dal mio amico biondino, che aveva i piedi scalzi poggiati sul tavolino basso del salotto. Avevamo anche cenato e pranzato assieme.

La mia mente era tutta un LouisLouisLouis, per di più anche che se avesse fatto qualche cazzata, il piccolo ci sarebbe andato di mezzo.

"Harreh, ho sentito un rumore!" Esclamò, spegnendo tutte le luci e correndo a spiare fuori. "Sono loro." Aggiunse poi.

"Perché cazzo hai spento le luci?!"

"Perché parleranno mentre si saluteranno, e se diranno qualcosa di sospetto?" Si fermò un attimo, mi fece segno di avvicinarmi alla finestra con lui.

"Così parleranno più ad alta voce pensando che tu dorma, ma non è così." Tubò, aggiungendo.

"Cazzo, hai ragione, amico!" Gli baciai la guancia, ridacchiando. Lui chiuse anche a chiave e tolse, appunto, le chiavi. Era stupido, ma fottutamente geniale.

Fece segno di star zitto e aprì velocemente la finestra, per poi rifugiarsi dietro le tende. Io ero dalla parte opposta alla sua.
Si fermarono a parlare, sotto voce, ma riuscimmo a sentire comunque.

"Umh, un'ultima cosa, Lou." Io e Niall ci guardammo, curiosi e anche abbastanza furiosi.
"Per qualsiasi cosa tu abbia bisogno, hai il mio numero, cercai quando vuoi. Qualsiasi, intesi? Anche sfondare questo bellissimo culetto." Disse Stan. Harry strinse gli occhi, tenne la mascella testa e i pugni stretti veramente forti ai lati dei fianchi.

"Non pensarci neanche, che schifo!" Disse Louis, cercando di non urlare.

Come se non avessi sentito tutta la ' conversazione ', ha!

Stan continuò a cercare di convincere Louis, quando a Niall venne un'altra delle sue fantastiche idee. Ci piazzammo entrambi qualche metro più lontano della porta, così che Louis ci avrebbe visti appena entrato. Niall era due passi più distante da me, con una mano sul fianco e lo sguardo fulminante. Io, invece, me ne stavo con un sopracciglio alzato e i pugni stretti lungo i fianchi.
Dopo pochi secondi, sentimmo la serratura scattare e rilevare un Louis terrorizzato alla nostra vista.

Non si sarebbe mai aspettato che un ragazzo riccio ed un ragazzo biondo, lo stessero aspettando non appena avesse aperto la porta.



* Con : "Quanti soldi hai nel cellulare?*" intendeva che, i suoi disagi sono parecchi, quindi ci sarebbe servito parecchio per descriverli e dunque, serviva parecchio credito nel cellulare. Blbl, spero di essermi spiegata.


Fuck me, daddy ›› LS.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora