quinto ↬ dirty talking.

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Mi risvegliai con la luce penetrante dagli spicchi non chiusi della tapparella, che colpiva il mio viso stanco, esausto. Non riuscii a dormire bene, quella notte; spesso aprivo gli occhi a seguito di incubi strani, ch'ora non rimembro. Spesso aprivo gli occhi all'avvertire di un differente e nauseante senso d'ansia, con il quale molte volte mi ritrovavo a combattere contro. 
Stropicciai gli occhi servendomi delle mani posizionate a pugno, mentre dalla mia bocca fuoriuscivano lenti sospiri. 
Per nostra fortuna, però, quella mattina non vi era la necessità di andare a scuola: i riscaldamenti in quell'edificio erano rotti, dunque entrarci non sarebbe stato il massimo. 

Tossii appena, schiarendomi la gola per svegliare Zayn. L'avrei fatto in modo alternativo, divertente - o almeno per me -: intrapresi ad urlare il suo nome ripetutamente, come se qualcosa mi stesse facendo impaurire. 
Gli occhi del corvino di spalancarono in pochi secondi, mentre il suo corpo balzava giù dal letto con un grido strozzato richiamante il mio nome ed un ‹‹ Tutto bene? Dove cazzo sei? ››, parole alle quali cominciai a ridere come non mai. Era bellissimo quando si preoccupava per me, poco vi era da aggiungere.

‹‹ Buongiorno, bro'! Piaciuto questo risveglio? ›› demandai, spostandomi in posizione seduta al di sopra del letto, affinché potessi sbadigliare e sgranchire le spalle.

‹‹ Poi non chiedermi perché detesto dormire da te... ›› brontolò Zayn, parole alle quali lo spintonai con un mezzo sorriso, prima che potesse ‹‹ Ma perché sei così pimpante anche al mattino presto? ›› continuare, dipingendo sul proprio volto un'espressione confusa, mentre una sua mano grattava fra i capelli corvini, spettinati. 

‹‹ Perché ho fame, semplicemente. Oh, Z, e se in cucina mi aiutassi a preparare la colazione? Potremmo, che ne so, cucinare dei pancakes alla nutella! ›› esclamai, girandomi appena nella direzione del più grande mentre correvo giù per le scale.

‹‹ Sperando di non incendiare la cucina... ›› ridacchiò Zayn, seguendomi a sua volta.

››››

Io e Z, stranamente, riuscimmo a preparare degli ottimi pancakes che gustammo senza esitare dal primo all'ultimo. Erano ricoperti di cioccolata e non poteva esserci modo migliore per cominciare la giornata, nonostante avessimo deciso di farci una doccia e poi buttarci ancora sul divano, senza svolgere null'altro per il resto delle ore - o almeno fino a quando non ci sarebbe arrivata una sorta di ispirazione a riempire quei minuti. 

Difatti, procedé esattamente così: il corvino seduto sul divano a giocare alla play ed io con la nuca sulle sue gambe, a smanettare contro il display del cellulare. Stavo mandando dei messaggi sporchi ad Harry, così da provocarlo sul posto di lavoro.

(💬) 
Louis: Papi, mi manchi tanto.

(💬)
Louis: Vorrei essere sulle tue gambe in questo momento.

(💬) 
Louis: Quando torni voglio succhiartelo. 

(💬) 
Louis: Il tuo bimbo non ti manca, Daddy? Mmh, immaginami lì dinanzi a te, piegato contro al tuo corpo. 

(💬)  
Louis: Visualizzi e non rispondi? Potrei anche smettere di inviarti messaggi.

(💌)
Papi: Non permetterti a smettere, bambolina. Continua. 

Perfetto.

(💬)
Louis: Voglio succhiartelo, papi. Voglio poggiarci la bocca e roteare piano con la lingua, per poi percorrere il tuo grosso membro con la mia cavità orale... Torna a casa, ho bisogno di te.

(💌)
Papi: Appena torno a casa, dimenticherai anche il tuo cazzo di nome, Louis. 

(💬)
Louis: Papi, cosa ti prende? Hai per caso un'erezione da soddisfare lì sotto?  

(💌)
Papi: Sei così fottutamente eccitante, Tomlinson. 

(💬) 
Louis: Quando torni a casa?

(💌)
Papi: Dammi qualche ora.  

Fuck me, daddy ›› LS.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora