undicesimo ↬ non toccarmi.

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Io ed Harry riuscimmo a risolvere il giorno a venire, dopo aver concluso una serata agonizzante e silenziosa. Si potevano udire solo i nostri battiti, i nostri passi e qualunque azione svolgessimo all'interno della casa. Ciò che il riccio disse al telefono lo cancellai totalmente dalla mia mente e mi dedicai, mi concessi a lui nonostante le parole che mi aveva detto, il modo in cui mi aveva trattato.
Non a caso eravamo entrambi sul letto e la sua bocca cospargeva il mio corpo di lievi effusioni, che apprezzai rabbrividendo.

« Ho voglia di torturati un po'. » parlò. Trovai piacevole l'idea sin da subito, ma quando la sua lingua percorse il mio orifizio, mi sentii esterrefatto. Sgranai gli occhi, incastrando una mano nella sua riccia e folta capigliatura. Esortai la sua lingua, esortai lui medesimo: appurò immediato, cominciando con movenze roteanti e piacevoli. Colpì ciascuna fasciatura nervosa, ridisegnando il perimetro di ciascuna increspatura. Ansimai rumorosamente il suo nome, avvolto in una nube di lussuria.
Orgasmai d'istinto, non me ne accorsi neanche: ciò fece soddisfò Harry, che ripulì tutto quanto con la sua bocca, facendomi andare incontro a spasmi elevati.

« Ora voglio che tu ricambi, baby. » ordinò.

« Come posso, papi? » risposi dopo poco, tentando di riprendermi dall'ennesimo ed improvviso scarico di endorfine.

« Vai con la bocca. » obbligò. Annuii senza esitare: la cosa in cui riuscivo meglio.

Le posizioni furono quindi invertite e con la bocca cominciai a delineare il suo corpo, bagnandolo e lasciando che nella stanza echeggiassero baci insalivati. Avvertii come il suo corpo bramasse, quanto i suoi nervi si stessero rilassando sotto al mio tocco.
Con la mano tastai la sua erezione, con movimenti verso il basso, cosicché comprendessi nel complesso anche i testicoli. I suoi boxer già rimossi facilitano il mio lavoro.
Ansimò quando la mia lingua percorse il perimetro della lunghezza, a partire dal centro dei testicoli. Inglobulai, non dopo esser giunto alla parte superiore, l'intero membro: intrapresi movimenti lenti, con lo sguardo fisso nel suo. Spingevo con cautela la sua erezione nella mia gola, facilitandomi il lavoro per quando poi l'avrei fatta scorrere in maniera intera.
La sua mano si posizionò nei miei capelli, che tirò verso l'alto e in un pugno, segno che avrei dovuto accelerare. Aumentai quindi i movimenti compiuti dalla mia nuca, incavando maggiormente le guance. Avvertii come la nervatura adagiava contro la mia lingua, muovendosi a seguito della cavità orale che, senza esitare, pompava. Un gremito strozzato echeggiò, la sua mano spinse la mia testa ancor più in basso, dove avvertii il fiato mancare e un conato di vomito vicino.
Tentai di resistere ormai con le lacrime agli occhi e le guance stanche, mentre si riversava dritto nella mia gola. Ingoiai il suo seme, staccandomi velocemente per recuperare fiato.
Ammirai poi il suo volto, appena impregnato dal sudore e ancora visibilmente lussurioso.

« Qualcosa da dire? » domandai, dopo aver recuperato fiato.

« Bocca di rose. » si complimentò, facendomi assumere un ghigno complice, seguito da un sorriso traditore.
Mi sdraiai al suo fianco. Respirai una vittoria inconcreta.

« Mmh, grazie, papi. »

« Di niente, piccolo. Dopo dovrei parlarti comunque, però prima dormiamo. Devi riposarti. » annuii.

Qualcosa non andava come sarebbe dovuta andare.

« Anch'io dovrò parlarti. » mormora piano.

***

Quando mi risvegliai, Harry non era più al mio fianco. Ripensai innumerevoli volte a quello che avrebbe dovuto dirmi: qualcosa di male o qualcosa di buono? Avevo sbagliato qualcosa? Aveva scoperto qualcosa del mio passato che non gli avessi già raccontato? Qualcuno ha inventato qualcosa su di me? Aveva deciso di cambiare sottomesso?
Ouch. Complessi, complessi e complessi. L'ansia mi mangiava lo stomaco, anch'io nascondevo qualcosa che gli avrei detto quella sera stessa: avrei colto l'occasione di parlargli a mia volta, nonostante paura e nervosismo.
Zayn mi aveva spinto a farlo e mi aveva rassicurato. Mi aveva detto che la mia sarebbe stata una bella notizia per Harry, anche se...

« Louis? » mi sentii chiamare da Harry dalla cucina, momento in cui emisi un sospiro.
Mi ero costruito troppi castelli di sabbia, avevo permesso alla mia mente di elaborare innumerevoli problemi che non avrei poi distrutto facilmente.
Mi alzai dal divano, portando d'istinto una mano sulla mia pancia. Lo raggiunsi verso il bancone, accomodandomi su uno degli sgabelli. Entrambi ci guardammo, ma restammo in silenzio. Pareva agitato, un po' nervoso.

Chissà.

« Quindi, cos'è che dovevi dirmi? » parlai, con fare curioso quanto spaventato. Raramente Harry si agitava nel parlare o meglio, diveniva incerto sul da farsi, quindi tutto precipitò in peggio.

« Tenterò di fare meno giri di parole possibili. L'altra sera, quando mi hai fatto incazzare e sono uscito di casa, sono stato con Jeremy » deglutii rumorosamente, continuando a guardarlo con una sensazione che mi martellava il petto fino a ferirmi « Siamo finiti a letto. » concluse, prendendo un lungo sospiro.

Mi guardai intorno, tentai di capire se stessi ancora dormendo.
La persona di cui ero innamorato a letto con qualcun altro.
La persona che non voleva miei amici in casa a letto con qualcun altro.
La persona con cui avevo litigato perché in numerosi ci provavano con me a letto con qualcun altro.
La persona, la persona, la persona..

Gli occhi iniziarono a pizzicare, smisi di sostenere il suo sguardo. L'ennesima parte del mio cuore spezzata a seguito dell'ennesima stronzata di Harry. Mi sentii schifosamente sporco, non seppi descrivere la sensazione ch'avvertii.

Non è vero che se soffri ami di più”, recitava una canzone. Capii appieno cosa volesse intendere.
Rimasi immobile in un istante apatico. Il mio amore per Harry parve essersi eliminato alle stesse parole pronunciate dal più grande.

« Tu, tu che cosa hai da dirmi..? » domandò dopo che notò ch'evitai di proposito di rispondergli.

« Oh, io semplicemente aspetto il tuo bambino. »

Calò il silenzio.
Harry tentò caloroso di avvicinarsi, quasi piangente. Parve aver dimenticato quello che mi aveva appena detto, quello che aveva fatto alle mie spalle.

« Non toccarmi. » parlai.

Fuck me, daddy ›› LS.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora