settimo ↬ è tornato.

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louis' pov. 

Io ed Harry avevamo appena avuto uno dei migliori amplessi in quell'anno, contro quel bancone liscio della cucina, ora sporco dei nostri umori e marchiato dal nostro libidine. Eravamo entrambi impregnati da piccole gocce di sudore, le nostre capigliature ancora spettinate ed i respiri affannati, i cuori lesti, nonostante ci fossimo poi seduti sui cuscini in pelle del sofa, in cerca di tregua dalla lussuria.
Per tutti i cavoletti di Bruxelles, ero completamente fuso; stavo perdendo la testa, da quando Harry era entrato nella mia vita il pensiero con la parola 'castità' s'era completamente estinto - e me ne accorsi quando non mi sarebbe dispiaciuto se avesse voluto fare l'ennesimo round. 

‹‹ Oh piccolo, oggi mi sei piaciuto così tanto. ›› mormorò al mio orecchio, che percorse con la punta stretta della lingua, fino a giungere sul collo. Attraversò l'arteria principale, insalivando gran parte della mia cute: su essa, catturò un lobo di pelle, che tirò fra i denti e succhiò poderoso.

‹‹ Papi... ›› mugolai, tenendo gli occhi socchiusi e la testa chinata per concedergli spazio sul collo. Avvertii come stesse marchiando quel territorio, come i capillari divenissero secondo dopo secondo sensibili al di sotto del suo tocco.

‹‹ Cazzo, quanto mi appartieni. ›› sbraitò nel mio orecchio, dopo essersi staccato ed aver ammirato l'opera d'arte dipinta al di sopra del mio collo. Un freddo brivido percorse la mia schiena a quelle parole, ricoperta dal pesante tessuto della felpa ri-indossata, le mie labbra si schiusero e gli occhi si rilassarono, così come il resto del mio corpo. 

Il campanello suonò d'improvviso, interrompendo quel momento assai intimo tra me ed Harry. Sbruffai nello stesso momento in cui lo fece quest'ultimo quando si costrinse ad alzarsi, al fine di dirigersi alla porta di ingresso. Nel frattempo, incrociai le gambe sul divano, sistemandomi con il cellulare fra le dita, abbandonato ore prima fra i cuscini del divano.

‹‹ Harry! ›› esclamò una voce maschile, a me già famigliare. Non riuscii a primo impatto a riconoscerla, fin quando non udii il nome...

‹‹ Buonasera, Nick. Che cazzo ci fai qua? ›› demandò Harry, con tono incerto.

Nick. Nick. Nick. Porca puttana.

‹‹ Visita ad un vecchio amico. Ho sentito dire che hai un bel bocconcino come sottomesso. ›› parlò Nick a voce bassa, come se non l'avessi sentito. Harry sbruffò rumorosamente, mentre si scostò dall'ingresso per permettergli di entrare all'interno della dimora: potei appurare che lo fece accomodare, nonostante il suo commento, quando entrambi varcarono la soglia della porta del salotto. 

Quel volto, il volto di Nick: un uomo maligno, con gli occhi colmi di rabbia e delle labbra pronte a maledire, a sminuire qualsiasi persona. Non potevo dimenticarlo, la mia rabbia nei suoi confronti era immane: seppure la paura superasse tale senso di detesto.

Sospirai, tentai di rimanere calmo: quella volta c'ero Harry, non ero da solo. 

‹‹ Nick, lui è Louis, il mio bambino. Louis, lui è Nick, un amico di vecchia data. ›› proferì Harry, seppur utilizzò un tono seccato, presentandoci l'un l'altro ed osservando - forse fin troppo - ogni azione da Nick compiuta. 

Non riuscii a parlare, le mie mani sudavano nel rimembrare vecchie esperienze, incubi passati grazie a quella persona, a quell'elemento. Non mi piaceva ricordare il passato e avere una persona che mi inflisse tanto male quanto Nick fece, non era proprio il massimo.

‹‹ Oh, caro Louis! Ma chi si rivede. ›› sorrise Nick, avvicinandosi fin troppo pericolosamente verso la mia direzione. Il primo istinto che ebbi fu alzarmi e nascondermi dietro al tavolo, in modo che non prendesse troppo spazio.

‹‹ Vi conoscete? ›› demandò Harry, come se qualcosa lo perplimesse. Il suo sguardo, or ora, vagava su di me e su ciascuna mia movenza: sperai di incutergli il senso di nausea che cominciai ad avere, di terrore. 

‹‹ Assolutamente sì. ›› parlò Nick, utilizzando un tono che apparentemente convinse Harry, che inerte andò ad accomodarsi al di sopra di uno degli sgabelli della cucina. I suoi occhi, però, non ci persero un attimo di vista.

‹‹ Perché lui è qui? ›› demandò ancora Nick, con lo sguardo concentrato sul mio corpo. Le sue labbra vennero leccate, le mie gambe cominciarono a tremare.

‹‹ Vive qua. ›› parlò Harry, tamburellando con la punta delle dita al di sopra del bancone. Il suo tono parve rauco, senza anima.

‹‹ Mi avrai in casa tua più spesso. ›› affermò Nick, con un mezzo sorriso malizioso al di sopra delle sue labbra. Ormai eliminò qualsiasi distanza tra me e lui, le sue mani scivolarono sui glutei e li strinse, li strinse fino a farmi sobbalzare.

Tentai di spingerlo via, sebbene la mia forza in quel momento parve inesistente.

‹‹ Come, scusa? Temo di non aver capito. ›› parlò Harry, alzandosi dallo sgabello in maniera rude e lasciando che questo strisciasse sul pavimento.


››››

harry's pov.

Quello che provai in quell'istante non fu gelosia, ma tanta, troppa rabbia. Il pensiero che dovessero toccare Louis, mi rendeva irascibile a qualsivoglia situazione.

Il più piccolo risultò inerme a tutto, sintantoché non riuscì nemmeno a guardarlo negli occhi, a reagire, poiché chiuse questi ultimi e sobbalzò improvvisamente ad ogni tocco.

Non ci vidi più quando le mani di Nick si posizionarono sul fondoschiena del mio Louis.

‹‹ Ma cosa stracazzo stai facendo, Nick? Lascialo immediatamente! ›› esclamai con un tono freddo, nella speranza che non dovessi giungere ad utilizzare le mani ed a sporcare queste di sangue. Mi avvicinai ai due, ma ogni tentativo di distaccare Nick a parole fu inutile.

‹‹ Dammi cinque minuti. ›› parlò Nick, mentre gli occhi di Louis si puntarono nei miei, bagnati, alla ricerca di aiuto.

‹‹ Harry, ti prego, aiutami... ›› pronunciò Louis in maniera flebile, parole alle quali la vista mi si annebbiò. A Nick parve non importante, benché stesse permanendo con le sue mani sul sedere del più piccolo e stesse appoggiando le labbra sulle sue.

Posizionai una mano sopra la spalla del corvino, pressando con le unghie nella carne. Lo sfrattonai lontano da Louis, affinché il suo corpo raggiungesse in maniera poco tranquilla il muro.

‹‹ Hai tre secondi per uscire da questa casa e non farti vedere più. ›› conclusi.


Fuck me, daddy ›› LS.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora