Imprinted [Sterek] {Italian Translation}

Capitolo 26

Non revisionato

Stiles impiegò ancora qualche giorno prima di sentirsi pronto ad andare a casa Hale. Era seduto nella sua Jeep davanti alla casa, facendo girare le chiavi in mano e desiderando di non essere mai arrivato. Voleva essere qui, aveva bisogno di essere qui, ma la sua testa gli diceva di scappare finché poteva, il suo cuore gli diceva di tirare fuori le palle e di attraversare quella porta per andare tra le braccia aperte delle persone dall'altra parte. Emettendo un basso brontolio, Stiles sbatte le mani sul volante della Jeep, facendo emettere al clacson un breve bip. Si morde il labbro; non è che non sapessero già che era lì. Dopotutto, sono lupi mannari.

Passandosi le mani tra i capelli e sul viso, si tolse la cintura di sicurezza della jeep e si avvicinò lentamente alla porta d'ingresso. Il profumo di vernice fresca aleggiava nell'aria, era molto tenue, ma era evidente che gli Hale avevano appena imbiancato la loro casa. Bussando alla porta verde oliva, Stiles trattiene il fiato quando la porta si apre fin troppo velocemente.

"Stiles!" Una ragazza quasi identica a Laura Hale abbracciò Stiles facendogli perdere il fiato. La conosceva, era solo più bassa di lui, i suoi occhi erano marroni con macchie di verde, i suoi capelli erano castani con riflessi che li attraversavano. Non vedeva questa ragazza da anni.

"Ciao, Cora". Sorrise, abbracciandola a sua volta. Erano un trio: Scott, Stiles e Cora che correvano in giro e combinavano guai. A dire il vero, erano Scott e Stiles a creare problemi, e Cora era quella che li aveva salvati dalle botte di Jackson o di un'altra delle persone che pensavano di essere migliori di tutti gli altri. A volte era scioccante quanto alla gente non importasse che Stiles padre fosse lo sceriffo.

"Finalmente sei diventata carino". Cora rise, staccandosi dall'abbraccio ed entrando lentamente in casa.

"Ehi, sono sempre stata carino, grazie mille". Stiles sgranò gli occhi e la seguì. "Allora, tuo fratello..."

"Non è qui in questo momento. E nemmeno Scott". Disse Cora, guardandolo da sopra le spalle. "Laura ci ha avvisato quando siete usciti da casa vostra, così la mamma li ha mandati via, pensando che sarebbe stato un po' più facile spiegarti alcune cose se non fossero stati qui".

"Oh." Stiles sospirò, guardando i quadri alle pareti. Erano antichi, le fotografie più recenti appese alle pareti accanto a loro sembravano davvero fuori posto.

"In fondo al corridoio, seconda porta a sinistra. La mamma è lì dentro che ti aspetta". Cora si fermò rivolgendo a Stiles un caldo sorriso. "Sono felice che tu sia tornato, Stiles. Mi è mancato uno dei miei compagni di crimine". Gli diede un ultimo abbraccio prima di correre in un altro corridoio, fuori dalla vista.

"Anche tu mi sei mancata Cora", sussurrò Stiles, sapendo che lei lo avrebbe sentito. Stiles seguì il corridoio in cui lei lo aveva condotto, fermandosi davanti alla seconda porta a sinistra. Ora o mai più. A questo punto non si poteva più tornare indietro.

Afferrando la maniglia di ottone, Stiles spinse la porta e trovò un ampio studio. In fondo c'era una scrivania con una bella donna seduta. Talia Hale, non era invecchiata di un giorno dall'ultima volta che Stiles l'aveva vista quando era piccolo. Laura era la sua copia carbone; ridacchiò di quanto anche Derek le somigliasse.

"Stiles. Entra e accomodati". Lei sorrise, sollevando la testa per guardarlo.

"Da dove vuoi cominciare?" Chiese Stiles. Tanto valeva che si mettessero subito al lavoro. Non c'era motivo di menare il can per l'aia.

"Questa domanda dovrei farla a te, Stiles, da dove vorresti cominciare?". Talia fece un sorriso triste al ragazzo, sapendo che sarebbe stata dura per lui.

"Immagino il giorno in cui è iniziato tutto questo. Che cosa è successo? Perché è successo? Chi è stato?". Stiles sospirò, abbassando lo sguardo sulle sue mani tremanti. Stiles voleva le risposte, ma aveva paura di sentirle. Stiles era pronto a capire chi era; era il momento.