Mischief Managed | Loki

UNA PORTA SI CHIUDE

     "Semplicemente non capisco",
Piagnucolò Logan, un ragazzo alto e allampanato con I capelli biondi e gli occhi castani, "hai viaggiato fino in Inghilterra e sei arrivata a pedinare Harry Potter... e vuoi un lavoro senza specializzazione?!"
La ragazza dai capelli rossi accanto a lui annuii, I suoi occhi verdi brillavano mentre arricciava il naso. Sorrisi mentre guardavo I due, godendomi il fatto che Logan fosse praticamente il doppio di Miriam.

"Non lo capisco neanche io". Disse Miriam, alzando lo sguardo su Logan "Deve essere l'uccello del tuono che c'è in lei".
Ho mostrato loro un sorriso mentre camminavamo verso il castello.

"Non mi aspetto che voi ragazzi capiate", dissi, "Ma sento che la mia magia potrebbe essere utile con questo lavoro" Miriam aumentò il ritmo, le sue gambe lavorarono il doppio mentre mi raggiungeva. Il vento caldo soffiava su di noi, facendo danzare intorno a noi le nostre vesti blu e rosse. Mi strinsi i libri più vicino al petto.

Lei sbuffò "Kiya, ti rendi conto di quanto futuro potresti avere nel mondo dei maghi, vero?"

Ho annuito " Si e quelle opportunità ci saranno ancora. Allora perché non provare qualcos'altro?"
Miriam alzò gli occhi verso di me, lasciando infine che un sorriso le attraversasse le labbra.

"Vorrei poter avere quel senso di avventura", a detto.
"Avventura", chiese Logan, "vorrei poter avere la sua fiducia". Scossi la testa ai due.

"Immagino sia per questo che l'uccello del tuono ha scelto me", dissi, pensando al mio primo arrivo. Entrando nella sala circolare e stando in piedi tra le statue di smistamento. È stato snervante stare lì e avere tutti gli altri studenti che guardavano dall'alto! Ma quando l'uccello del tuono ha sbattuto le ali per reclamarmi, tutti i nervi sono svaniti mentre gli altri studenti applaudivano.

"Bene, hai detto a Harry della tua decisione?" Chiese Logan.

Ho annuito "Si e lui sostiene la decisione. Un pò giù per il fatto che la sua "protetta" non lavorerà con lui"
Abbiamo attraversato le porte principali. Le aule erano decorate con vecchi disegni e dipinti, gli studenti andavano in giro nel mare del rosso e blu. Tutti erano rumorosi ed eccitati mentre parlavano tra di loro. Ci siamo fatti strada attraverso il mare di studenti, tornando ai nostri dormitori per fare le valigie e prepararci per la cena.

Ho attraversato la zona soggiorno, salutando alcuni amici mentre passavo. Arrancai su per le scale e verso il mio letto, fermandomi davanti alla porta. I miei occhi vagarono lentamente sulla stanza vuota, cogliendo tutti i dettagli. Sorrisi mentre tutti i ricordi mi attraversavano la mente, dando il sopravvento a una sensazione agrodolce. Avvicinandomi al mio letto, vi posai I libri, lasciando che le mie dita scivolassero sul letto rosso. Tutte quelle notti in cui siamo rimasti svegli a studiare o a mangiare fizzy Whizzbees e vedere chi poteva gestire I bonbon più esplosivi. A malincuore, ho iniziato a fare le valigie il più possibile. Ovviamente, mentre tiravo fuori tutta la mia roba per metterla via, sono stata distratta da tutte le foto dell'anno. Immagini di noi che facciamo scherzi, immagini e ritagli di notiziari di quando ho vinto il Torneo tremaghi, il ballo e tutto quel jazz. Il tempo mi è decisamente sfuggito perché prima che me ne rendessi conto, era ora di andare all'ultima cena.

Tutti ci siamo fatti strada verso i corridoi, camminando verso un posto. I fantasmi volavano attraverso di noi e intorno a noi, salutando le persone o andando in giro per la loro allegra strada. Entrando nella sala grande, i suoni delle nostre voci si amplificarono. La sala grande era grandiosa e decorata per abbinarsi all'eleganza degli intricati rivestimenti che si trovano all'interno. Il soffitto conteneva il cielo notturno con le costellazioni che prendevano vita e danzavano sopra le nostre teste. Al di sotto c'erano sfere di luce luccicanti che davano luce alla stanza. Arazzi raffiguranti le quattro case. Decoravano le pareti, scendendo dal soffitto ai pavimenti. Mi sono seduta al centro, sorridendo mentre salutavo I volti familiari intorno a me.