Tre mesi, sette giorni e quindici ore. Ecco da quanto tempo io e la mia famiglia ci nascondiamo dai tedeschi. La seconda guerra mondiale devasta tutto ciò che c'è fuori dal nostro piccolo rifugio e noi tremiamo come topi nell'attesa che qualcuno vinca questa dannatissima guerra.
A volte mi sembra di giocare ad una infinita partita di nascondino.
Oggi, è la prima volta da quando ci siamo trasferiti qui, e per qui intendo il 43 della Maximilianstrabe, Monaco di Baviera, Germania, che non mi annoio.
L'intera casa è in subbuglio, una nuova famiglia verrà ad abitare con noi.
Mamma sbraita e urla che io e mia sorella dobbiamo aiutarla a mettere in ordine la casa. Per quanto piccolo, il rifugio è sempre in disordine. È costruito sopra una vecchia fabbrica che produce zucchero, di proprietà di alcuni amici di papà, gli stessi amici che settimanalmente ci portano cibo e rifornimenti vari. Al primo piano ci sono la camera di mamma e papà, quella mia e di Lena, che ha tre anni più di me e una piccola cucina. Al piano superiore c'è un piccolo magazzino e delle camere fin ora inutilizzate.
-Light! Se non ti sbrighi a venire qui ad aiutarmi non avrai la tua porzione di zucchero per una settimana.
Oh no. Lo zucchero no.
Mi alzo in fretta dalla mia poltrona ormai sfondata e corro dalla mamma che mi aspetta con aria minacciosa in cucina. Mia sorella è già stata schiavizzata e sta lucidando tutte le posate che possediamo. Devo ammettere che non mi sta molto simpatica, da piccole litigavamo sempre e finiva ogni volta per tirarmi le trecce.
Anche ora non è cambiato molto, è una so-tutto-io e vuole sempre avere ragione.
Insomma, vivere in un appartamento con la propria famiglia senza mai poter uscire o fare rumore non è il massimo per una ragazza di sedici anni.
Sentiamo la serratura della porta segreta scattare e tutti tendiamo i nervi allo spasimo anche se sappiamo che è Ella che fa entrare i nuovi arrivati. Quando si vive in clandestinità è necessario fare meno rumore possibile. Ella è la proprietaria della ditta ed è anche il nostro tramite con la realtà che c'è fuori.
La nuova famiglia, gli Styles entrano nella nostra piccola cucina. La signora Styles, che sembra molto cortese, si affretta ad abbracciarci tutti e a sorriderci.
-Grazie per questa grande opportunità che ci date, hanno da poco chiamato il nostro Hazza al servizio militare.
Gli occhi le si riempiono di lacrime mentre accarezza il suo figliolo, che deve avere all'incirca l'età di Lena. Interviene il signor Styles che stringe con forza la mano a tutti e ci ringrazia abbondantemente.
I loro mobili ed i loro vestiti sono stati spostati qui ormai da tempo e in mano stringono solo pochi oggetti.
Il signor S. mi porge un sacchetto colmo di fagioli bianchi, una vera delizia. Li guardo con occhi affamati.
-Ecco piccola, mettili nella dispensa - mi dice dandomi una carezza sulla fronte.
Lo sguardo mi cade sul figlio della coppia, che soppesa l'arredamento spoglio con occhio annoiato. Tiene le mani infilate nelle tasche logore del cappotto. ha i capelli lunghi e ricci, che gli incorniciano il viso privo di espressione. Non saluta e non dice niente. Ma chi si crede di essere?
Corro a riporre i fagioli del signor S e quando torno la mamma fa le presentazioni.
-Harold - dice al ragazzo che nel frattempo si è tolto la giacca e si è seduto sulla MIA poltrona -loro sono Lena e Light, le mie figlie.-
Harold alza lo sguardo e ci fissa per un istante.
-Che razza di nome è Light? - dice.
Stupido insolente. Mi trattengo dall'insultarlo quando intercetto lo sguardo di mamma. Ci pensa la signora S ad assestargli un bello scapaccione.
-Non ti ho insegnato ad essere così maleducato, chiedi scusa, subito - urla la donna.
Il giovane si stringe nelle spalle.
-È solo una constatazione. È bello fare la tua conoscenza Lena.
Sentendomi ignorata divento dello stesso colore della poltrona, cioè rosso intenso e faccio per andare via.
-Comunque è inglese. Vuol dire luce - sibilo un secondo prima di girare i tacchi e filarmela in camera mia.
Sento mia sorella ridere alle battute del nuovo arrivato e soffoco un grido di rabbia nel cuscino. Che insolente, che stupido essere. Con tutti gli ebrei che avremmo potuto aiutare, proprio un ragazzino ingrato e maleducato doveva capitarci.
Mi annoto mentalmente di chiedere ad Ella se possiamo cambiarlo. La sua famiglia è simpatica però.
Mia sorella entra e si butta sul suo letto cigolante.
-Quel ragazzo è fantastico, non trovi? E hai visto che occhi che ha? - strilla.
Mi giro dall'altra parte per non averla davanti agli occhi con quel sorriso gongolante.
-No, non ho notato - mormoro irritata.
E no, non è fantastico, penso mentre sul cielo di Monaco gli aerei inglesi iniziano a bombardare.
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Solo finchè non finisce la guerra.\\ Harry Styles
Teen FictionLight e la sua famiglia si nascondono a Monaco, sotto il cielo bombardato dagli Inglesi. Anche Harry abita con loro e Light lo odia con tutto il cuore. Cosa succederebbe se dovesse condividere con lui la stessa casa senza poter uscire? E se Light si...