Capitolo 5

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Il girono dopo mi alzo con l'intento di affrontare Harry e dirgli che ho sentito tutto quello che mi ha detto ma appena metto piede fuori dal letto con gli occhi ancora chiusi papà mi afferra per un braccio e mi tappa la bocca.
- Abbiamo un problema – mi sussurra all'orecchio.
Tutti si sono riuniti in soffitta. Le tende sono tirate e solo due candele accese. Il mio rifugio è stato invaso e privato della luce. Hanno spostato la mia scrivania al centro della stanza e tutti si guardano preoccupati. Mi avvicino trascinando le pantofole scucite, nessuno mi degna di uno sguardo, nemmeno Harry, che tiene lo sguardo fisso su Lena.
- Cosa succede? – chiedo poggiando le mani sul legno ruvido.
Mio padre mi circonda le spalle con un braccio.
- Il poliziotto di ieri, è di nuovo davanti all'ingresso. Sembra che stia controllando l'edificio. È lì dall'alba – spiega con un tremolio nella voce.
- Dille tutto – lo esorta mamma.
Mi volto di scatto e noto quanto sia invecchiato mio padre. Ha le lacrime agli occhi.
- Ieri sera sono passati Ella e Peter, quando voi dormivate già. Hanno detto che devono lasciare Monaco, non possono più portarci rifornimenti. Siamo in trappola.
Mi guardo intorno. Tutti abbassano lo sguardo e fissano sconsolati il tavolo.
- Perché non fate niente? Perché... - cerco di gridare, ma la disperazione sta prendendo anche me.
- Perché hanno perso la speranza, Little Duck – la voce di Harry mi riscuote.
Speranza. La speranza di quel giorno dopo la guerra, di quella panchina e quel gelato con Harry mi fa sussultare. Volto le spalle e mi precipito giù dalle scale. L'appartamento, vuoto e buio non sembra neanche lo stesso.
Apro la porta segreta e mi ritrovo negli uffici della fabbrica di zucchero. La dispensa dei viveri di prima necessità si trova al primo piano, dietro una porta segreta. Entro nel piccolo ripostiglio e mi metto ad accatastare tutto scrivendo sul muro quello che abbiamo. Mi asciugo le lacrime di frustrazione mentre penso a come sopravvivere.
- Perdi tempo – la voce di Harry mi fa sussultare.
Mi volto di scatto e uno scricchiolio sinistro mi perfora le orecchie. Prima che io riesca a mettere a fuoco i ricci del ragazzo le assi marce del pavimento si rompono e io precipito.
Chiudo gli occhi e un istante dopo picchio il fondoschiena contro il pavimento. Sono in una zona della fabbrica che non ho mai visto. Dall'alto arriva la voce di Harry.
- Paperella, stai bene?
- Si, sto bene, ma non so dove sono – grido per farmi sentire.
Mi guardo intorno. Ci sono vecchi mobili coperti di polvere ed una porta. Mi avvicino e guardo da una delle finestre. La strada che si vede è quella opposta a quella principale dove ci sono le SS. Non passa mai nessuno di qui.
- Harry! – grido – di qui si può uscire, ho trovato un uscita.
Sembra tutto troppo bello e facile per essere vero. Trovo la scala che porta al piano di sopra e per la felicità mi butto fra le braccia di Harry che mi stringe forte.
- Avevo paura che ti fossi fatta male – sussurra con le labbra sulla mia fronte.
Lo prendo per le spalle e lo scuoto.
- Siamo salvi Harry, capisci? Possiamo uscire! Non moriremo di fame.
Harry ritrae la mano come se si fosse improvvisamente scottato. I suoi occhi si spengono come una candela senza stoppino.
- Certo, andiamo a dirlo agli altri.
Quando comunichiamo la notizia agli altri scoppia un caos infernale che termina con il signor S che mostra una manciata di tessere annonarie.
- Le conservavo per i tempi brutti, che a quanto pare sono arrivati – si giustifica.
- Ora bisogna solo decidere chi andrà. Fuori. – fa notare mia madre come se niente fosse.
Tutti nascondono lo sguardo e tossicchiano e mi sembrano le mie compagne di classe quando non volevano essere interrogate. Persino mio padre nasconde il volto.
- Andrò io – mi offro e la mia voce riecheggia nella stanza.
Entrambe le famiglie mi puntano gli occhi addosso. Tutti tranne Harry.
- No Light – dice mamma – sei solo una ragazza.
Il caos riprende da dove si era interrotto. Mamma insulta papà perché non vuole andare al mio posto, la signora S insulta il marito dandogli del codardo, solo Lena si astiene dall'insultare Harry che stringe i pugni e fissa un punto imprecisato del tavolo.
- Vado io con lei – la voce di Harry zittisce tutti.
Mi fa sussultare. Alzo gli occhi su di lui e noto che non mi sta guardando.
- Andremo insieme – ripete.
Sua madre scoppia in lacrime e lo abbraccia. Lui rimane impassibile. Il mio cuore no.
***
Io ed Harry siamo pronti. Indossiamo i nostri cappotti migliori e nelle tasche abbiamo i nostri documenti falsi. In una mano stringo metà delle tessere annonarie che possediamo.
Sulla soglia di casa tutti ci abbracciano come se fosse l'ultima volta che hanno l'occasione di farlo e io spero davvero che non sia così. È stato tutto preparato nei minimi dettagli. Uscire, prendere il cibo e tornare.
Harry evita il mio sguardo. Mi prende per mano e insieme ci caliamo nel buco che ci porta all'uscita segreta. Prendiamo un respiro profondo e usciamo.
Il mio cuore sta per esplodere.
Comportati normalmente mi ripeto, ma è così tanto che non esco che i miei occhi sembrano innamorarsi di tutto quello che vedono, anche se la neve ricopre ogni cosa.
Forse dovrei descrivere come il mondo è cambiato dall'ultima volta che l'ho visto, ma l'unica ocsa che mi interessa è il braccio di Harry che sfiora inavvertitamente il braccio con il suo mentre cammino.
Scivolo sul ghiaccio e Harry mi mette una mano sulla schiena per non farmi cadere. Non la toglie.
Arriviamo ai magazzini e ci mettiamo in fila. Nessuno dei due ha ancora parlato. Prendo coraggio.
- Ieri sera ti ho sentito, non stavo dormendo – confesso guardando le sue scarpe sfondate.
- Lo so, anche io ti ho sentito.
Mi sta guardando negli occhi e il mio primo istinto è quello di gettargli le braccia al collo e baciarlo. Mi trattengo.
- Se davvero eri innamorato di me già da prima, perché hai fatto la corte a mia sorella in quel modo? Perché mi hai ignorata? – sbotto alla fine.
Lui alza gli occhi al cielo e attorciglia le mani.
- Perché l'ho promesso, va bene? – mi urla in faccia.
- A chi?
- A tutti, prima di entrare nel rifugio. Ai tuoi genitori, ai miei. Ho promesso che non ti avrei sfiorata con un dito ma tu eri così... sei così... non ce la faccio a starti lontano.
Da un calcio ad un sassolino.
- Lena lo sa? – chiedo con un filo di voce.
- No – dice lui secco.
La fila avanza.
- Non spezzare il cuore Harry – lo supplico.
- Questo vuol dire spezzare il tuo, Paperella – i suoi occhi si chinano all'altezza dei miei.
- Lo so. Fallo pure, ma non far soffrire mia sorella.
Harry si libera la mano dal guanto e me la passa sulla fronte, sul naso, sulla bocca.
- Un ultimo bacio, nel caso non riesca a mantenere la promessa che ti sto facendo, in quel caso avrai il diritto di non parlarmi più – sussurra lui con le labbra ormai sulle mie.
In quel momento il mio cuore prende il volo e la neve si scioglie.
Resisti Light, in fondo si tratta di aspettare solo fino alla fine della guerra.

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Ehi!

Questa volta non vi ho fatto aspettare molto. 

Ricapitolando:

Harry e Light trovano una via d'uscita e Light si propone per uscire fuori e il nostro Harry non la lascia andare da sola.

Harry le ha raccontato della promessa fatta ai genitori di Light e ai suoi.

Voi che ne pensate della promessa ormai andata ?

E poi il loro 2 bacio.

Ma non sono carini?

Al prossimo capitolo.

Ciauu


Solo finchè non finisce la guerra.\\ Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora