Capitolo 2

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Non so sinceramente come siamo arrivati a questa situazione. Certo, non ho mai avuto un carattere facile, ma non sono mai stata una persona violenta.

Harry riesce davvero a tirare fuori il peggio di me.

È per questo che sto lanciando i miei libri contro di lui, sibilando a bassa voce, poiché non ci è concesso urlare se non vogliamo farci scoprire.

Harry scappa e cerca di nascondersi dietro agli altri coinquilini che ridono divertiti. Soltanto mia sorella mia guarda con aria contrariata.

-Dovresti calmarti – sibila inacidita.

-Si, ha ragione – le fa eco Harry.

Afferro l'ennesimo libro e lo scagli contro di lui. Lo becco sul piede e lui impreca sotto voce.

-Non dirmi quello che devo fare! – strillo – hai rovinato il mio quaderno.-

Il mio amato quaderno, su cui avevo annotato con pazienza tutti i miei pensieri. Rovinato per colpa di un... un... lasciamo perdere.

-Non l'ho fatto apposta! – si difende lui.

-L'hai gettato nella stufa – gli faccio notare allargando le braccia.

Lui ridacchia e si volta per non farsi vedere.

Esasperata mi volto e me ne vado sbattendo la porta. Chiusa in bagno posso finalmente piangere. Prenderei a pugni il lavandino, ma ho paura di far troppo rumore.

Incrocio lo sguardo del mio riflesso. Sono arrossata e i capelli sono scappati dalle trecce.

Questa è ormai la normalità. Harry mi stuzzica continuamente e fa di tutto per farmi infuriare.

Al contrario adora Lena e fa di tutto per assecondarla.

Spesso li trovo uno accanto all'altra a sussurrarsi nell'orecchio. Bleah.

Una vocina nella testa mi suggerisce che in realtà forse sono gelosa, perché Lena ha Harry ed io non ho nessuno.

Sciocchezze. Sto benissimo qui da sola.

Però è davvero carino, con quelle fossette.

Ma è terribilmente insopportabile.

Il battibecco interiore continua finché mamma non viene a chiamarmi. Esco da bagno e noto che fuori si è formata la fila.

Me ne vado scusandomi un sorriso e mi arrampico fino al sottotetto.

Progetto si appisolarmi sul divano quando noto che Harry è seduto al mio posto e guarda fuori. Sembra così triste che non me la sento di urlargli di nuovo dietro.

Mi limito a sedermi vicino a lui sul piccolo divano e a chiudere gli occhi.

Solo allora mi viene in mente il sogno di questa notte.

Ho sognato di baciarlo. Sussulto e mi sposto involontariamente.

Lui mi guarda sorpreso.

-Ho fatto qualcosa? – chiede con estrema gentilezza.

I miei occhi cadono sulle sue labbra. Sembrano così morbide. Arrossisco.

-Little Duck? Stai arrossendo? – sfodera il solito sorriso strafottente.

-Io... - balbetto – no, certo che no.

Il mio cuore accelera all'improvviso. Cosa mi succede? Ho caldo, e qui non fa mai caldo.

-Sicura? – insiste lui avvicinandosi.

Il suo profumo. Il mio stomaco fa le capriole.

Mi alzo in piedi e mi allontano. Apro la finestrella e inspiro forte l'aria fresca di Monaco.

Solo finchè non finisce la guerra.\\ Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora