La piccola casa in legno è così bella che quasi scoppio in lacrime quando la vedo. È minuscola, nascosta tra due alberi, poco lontana dal fiume che scorre lento. C'è un'unica stanza con un grande letto matrimoniale, una stufa ed un massiccio tavolo in legno. Daniel mi aiuta a trasportarvi tutto il necessario e intanto mi lascia parlare a ruota libera, annuendo e sorridendo vagamente. Anche se è il sindaco e probabilmente avrà mille impegni, passa la giornata accanto a me con uno strofinaccio in mano a pulire da cima a fondo la mia nuova casa.
Gli racconto della mia famiglia, di come ci siamo trasferiti nel rifugio quando sono iniziate le persecuzioni. Gli racconto della mia fuga notturna, dei miei anni passati a girare l'Europa, di come ho trovato Harry mezzo morto e di come abbiamo ripercorso la strada fino alla Germania fermandoci nei campi di concentramento liberati. Gli racconto di come abbiamo trovato mia sorella, pazza e ormai in punto di morte mentre strisciava nel fango nel campo di Treblinka. Gli racconto del biglietto di mia madre, che mi indirizzava a lui, di come Liam e Zayn ci abbiano salvati e della morte del soldato russo. Poi all'improvviso taccio. Devo aver parlato per ore.
- Quando parli di Harry ti si illuminano gli occhi – dice alla fine Daniel arrotolandosi le maniche della camicia e prendendo un sorso di limonata che sua moglie ha preparato per noi.
- È il ragazzo di mia sorella – dico come un automa – o almeno lo era.
Daniel aggrotta le ciglia per un istante.
- Allora devi averla amata molto per girare tutta l'Europa solo per ritrovare il suo ragazzo – sembra ironico.Per un istante una fitta di senso di colpa mi attraversa. Ripenso ad Harry, quando ad Auschwitz stava per morire, quando ha sussurrato il nome di mia sorella.
- Si vede che lo ami Light, anche solo da come ne parli. Non vedo l'ora di conoscere questo giovanotto.Per un istante ritorno ad Aushwitz, nell'affollato campo-ospedale.
Karla mi lancia un'occhiata divertita.
- Forse non è il tuo ragazzo, ma si vede che lo ami – sbatte più volte le ciglia in modo eloquente.
La fisso sbigottita.
- Si capisce... da cosa? - balbetto.
- Dal modo in cui lo guardi – spiega lei – lo guardi come se da lui dipendesse tutta la tua vita.- Non ha più importanza ora – dico, forse con più durezza di quanto intendessi.
Daniel non se la prende, anzi mi sorride e mi dice che è ora che torni a casa. Mi rinnova l'invito per la cena e sparisce tra i pini verdi.Trovo Harry seduto su una panchina che scrive su un foglio stropicciato. Mi sorride, ma il sorriso gli muore subito tra le labbra. Gli porgo una mano, cercando a mia volta di sorridere.
- Andiamo a casa, Hazza – sussurro.
Harry cammina tenendosi a distanza, osservando gli alberi che ondeggiano al vento. Si sente l'odore del fiume e lo scosciare dell'acqua. Quando arriviamo alla piccola casetta lo lascio entrare per primo, dandogli il tempo di guardarsi attorno. Io e Daniel abbiamo fatto un buon lavoro, pulendo tutto e arredando al minimo l'unica stanza. Le tendine bianche schermano la luce del tardo pomeriggio e il te, lusso a cui non sono ancora abituata, bolle sul piccolo fornello. Le mensole sono piene di piatti e utensili per la cucina e Isabelle è addirittura riuscita a trovarci dei vestiti.Harry osserva tutto con interesse, soffermandosi davanti al fuoco brillante della stufa. Mi sorride prima di passare una mano sul morbido piumone bianco. Accarezza la stoffa morbida un paio di volte prima di buttarcisi sopra e addormentarsi in un battito di ciglia. Rimango immobile a fissarlo per qualche istante prima di chinarmi accanto a lui e togliergli le scarpe logore. Faccio lo stesso con le mie, poi lo copro con una coperta di lana e mi sdraio lentamente accanto a lui. Se chiudo gli occhi posso far finta di essere ancora nella mia piccola cameretta a Monaco, che un tempo era appartenuta a lui. Quanto tempo avevamo passati sdraiati sul suo letto ad immaginare una vita fuori da quelle mura opprimenti?
Harry si agita nel sonno e mi stringe con un braccio a sé, facendo in modo che io metta le labbra nella piega morbida del suo collo. Per un attimo penso che si possa svegliare da quanto il mio cuore batte forte, ma Harry sospira e continua a dormire tranquillo. Lentamente, appoggiando la guancia al suo petto, mi addormento.
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Solo finchè non finisce la guerra.\\ Harry Styles
Teen FictionLight e la sua famiglia si nascondono a Monaco, sotto il cielo bombardato dagli Inglesi. Anche Harry abita con loro e Light lo odia con tutto il cuore. Cosa succederebbe se dovesse condividere con lui la stessa casa senza poter uscire? E se Light si...