Capitolo 12

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Harry è disteso su una brandina, la pelle color porcellana, i capelli neri che gli arrivano sotto le orecchie.
Crollo in ginocchio e piango. Piango perché non credevo che l'avrei ritrovato. Piango perché l'ultima volta che l'ho visto non gli ho detto che lo amavo.
Mi avvicino a lui e lo scuoto.
- Harry – lo chiamo.
Non si muove.
- Harry!
Gli batto le mani sul petto, le lacrime che mi scivolano lungo le guance.
- Non lasciarmi Harry, non lasciarmi. Non adesso che ti ho trovato. Ho aspettato tanto per tornare da te. Avevi detto che saresti tornato subito, avevi detto che ci saresti sempre stato. Non mi lasciare adesso.

Continuo a scuoterlo, il cuore che sprofonda sempre di più, i singhiozzi che mi attraversano il petto.
- Non lasciarmi qui da sola. Io ti amo Harry, ti ho sempre amato.



Per qualche istante sento che neanche io riuscirò più ad alzarmi, che resterò qui anche io, per sempre. Mi copro il viso con le mani e sento le lacrime bagnarmi le dita. Non sono arrivata in tempo.

Ogni rumore cessa. Non sento più le mie stesse urla. Ho smesso di chiamare Harry. Forse perché lui non può rispondermi. Non più. Appoggio la testa al suo petto. Se devo morire, voglio morire con lui. In questi attimi disperati l'unica cosa a cui riesco a pensare è 'Romeo e Giulietta'. L'ho sempre odiato, sempre. Ho sempre creduto che fosse troppo esagerato uccidersi per amore, che fossero stati stupidi, avventati, ingenui. E adesso eccomi qui. La mia mano stringe il pugnale di mia madre. Chiudo gli occhi e penso un'ultima volta ad Harry.

Ripenso alla prima volta che l'ho visto, a quanto l'ho odiato. A quando mi prendeva in giro. A quando mi sono accorta di essere innamorata di lui.
- Sai Harry – mormoro contro il suo petto – non ti ho mai detto addio. Non ci avevo mai pensato, forse perché per tutto questo tempo sono sempre stata convinta che ti avrei trovato.
Silenzio.


Tum.

Sobbalzo. Il cuore mi pompa nelle orecchie. Le mani mi tremano tanto che lascio cadere il pugnale. Riappoggio l'orecchio al suo petto.

Tum tum.

Lieve, come il battito d'ali di una farfalla, ma pur sempre qualcosa. Lacrime di felicità mi appannano la vista.
- Sei vivo! – urlo più a me stessa che a lui.
Non respira, il suo petto non si muove. Gli schiudo le labbra e ci soffio dentro. Uno, due, tre volte.

Dai Harry, resta con me, resta.

Harry's pov.

- Non lasciarmi qui da sola. Io ti amo Harry, ti ho sempre amato – la voce mi arriva come da molto lontano.

Perché qualcuno piange?

Sono morto? Eppure provo ancora dolore. Allora non sono morto. Vorrei aprire gli occhi, ma le palpebre sono troppo pesanti, troppo.

Cos'è questo peso che sento sul petto? Chi mi sta parlando? Non può essere Helena, le ho chiesto di andarsene, e lei se n'è andata, perché sa che non c'è più niente da fare.
Questa voce mi ricorda qualcosa di felice. Mi ricorda Light. Ma Light non può essere qui. Lei è a Monaco, al sicuro. Non le ho detto addio.
Questo pensiero mi fa battere il cuore più forte.

Non le ho detto addio non le ho detto addio non le ho detto addio.

Sarà questo il mio ultimo pensiero?

Light's pov.

Tutto il corpo di Harry viene percorso da uno spasmo. Poi la bocca gli si spalanca e uno schizzo di sangue vermiglio mi finisce addosso. Ricado all'indietro, sorpresa e spaventata. Harry tossisce e si tiene una mano sul petto, gli occhi chiusi.

È vivo.

- Harry! – esclamo.
Volta la testa verso di me. Cerca di aprire gli occhi.
- ...Lena – balbetta.
Il mio cuore sprofonda. Perché chiama mia sorella? Mi avvicino nuovamente e gli prendo la testa tra le mani.
- Ci sono solo io Harry, Lena non c'è. Starai bene, te lo prometto – mormoro.
Lui scuote leggermente la testa.
- Ti avevo detto di andartene. Lasciami qui – balbetta.
Sta delirando.
Sento i soldati russi correre per il campo, chiedendo se c'è qualcuno vivo. Per un istante mi sfiora il pensiero che Niall potrebbe essere in pericolo, ma poi mi ricordo che è un infiltrato inglese e che non gli faranno alcun male, non ora che ha ritrovato la sua Helena.

Mi alzo con fatica e mi affaccio alla porta.

- Pomoshch' ! yest' chelovek, zdes' ! ochen' plokho ! – urlo con tutta la voce che ho, contenta che Niall mi abbia insegnato il poco russo che sa.
Un soldato che sta passando si ferma e mi guarda.
- Che problema hai ragazzina? Non sei soldato, non sei prigioniero. Cosa vuoi? – mi dice in polacco.
- Questo ragazzo sta morendo – ribatto indicando Harry.
- No è problema mio. O morto o prigioniero. I vivi non interessano a noi. Se ci tieni, portalo al campo di Birkenau, c'è campo per malati. Io no occupo feriti! Ragazzina!
E così dicendo se ne va bestemmiando e agitando il fucile.
- Ma dista tre chilometri! – gli urlo dietro.
Lui continua a darmi le spalle e a camminare. Fantastico. Torno da Harry. È immobile e grugnisce.
- Harry? Mi senti? Dobbiamo alzarci e camminare un po'... ce la fai?
Senza aspettare una risposta lo sollevo di peso e lo metto in piedi, facendolo appoggiare a me. Non pesa neanche la metà di quello che pesava quando l'ho conosciuto.

La nostra marcia inizia.
Nessuna strada mi è mai sembrata così lunga. Affondo fino alle caviglie nel fango mentre stringo la vita del ragazzo che amo. Quando arrivo al campo delle donne polacche mi corrono incontro, un fazzoletto legato attorno al capo, le vesti tirate su fino alle ginocchia.
Mi tolgono Harry dalle braccia intirizzite. Grido.
- Non ti preoccupare, ci occuperemo noi di lui – mi dice una – forse è meglio se ti fai vedere anche tu.

Faccio segno di no con la testa.
- Non voglio lasciarlo – dico a bassa voce, ma in tono fermo.

Harry's pov.

Apro gli occhi di scatto. Sono in una tenda enorme e non ho idea di come ci sia finito. Provo a muovermi ma mi fa male tutto.
- Ti sei svegliato alla fine – mi dice una donna seduta accanto al mio letto.
La riconosco, è una delle donne del mercato nero, di quelle che stavano dall'altra parte della recinzione.
- Svegliato? – chiedo confuso.
- Sei rimasto svenuto per tre giorni. Il tuo piccolo angelo non ti ha perso di vista un secondo, è stata lei a portarti qui – spiega in tono dolce.
Questo mi confonde ancora di più.
- Helena? – chiedo. Mi ricordo la voce di una donna.
- No – risponde l'altra convinta – Helena l'ho vista con un soldato. Stavano per sparargli ma lei l'ha salvato.
Sto in silenzio. Helena ha ritrovato Niall allora.
- Non mi ricordo il suo nome, mi dispiace. Ma tornerà presto, è andata a farsi un bagno, finalmente sono riuscita a convincerla, non voleva perderti di vista neanche per un secondo.

Continuo a fissarla inebetito. Ma di chi sta parlando?

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Okkay mi dispiace di aver fatto prendere un colpo a tutte voi !

Harry non è morto e si è risvegliato.

Cosa ne pensate del capitolo ?

Io penso che sia abbastanza triste non è vero?

Ora vi lascio ,al prossimo capitolo!

Ciaoo!

Solo finchè non finisce la guerra.\\ Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora