Capitolo 22

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  Le mie scarpe da infermiera scivolano sulla terra soffice mentre seguo mia sorella nel buio della notte. Vedo appena la sua esile figura, illuminata solo dall'ombra.
Quando arriviamo all'enorme villa Branwell non mi fermo ad osservare l'immensità della struttura, o la folla di persone che stanno davanti all'ingresso, parlando tra loro.
Le urla mi attirano. Corro attraverso il portico e ad un tratto mi ritrovo nel salone principale, con un camice bianco in una mano e dei guanti nell'altra.

Daniel, mio padre, mi corre incontro. È pallidissimo e ha la fronte sudata. Mi stringe frettolosamente le spalle, le labbra contratte.
Corri Light. Salvala, ti prego.
Annuisco e procedo speditamente verso la porta che mi viene indicata. Quando entro nella stanza mi si annebbia la vista.
Per un istante sono ancora in uno dei tanti campi di primo soccorso, subito dopo una battaglia. Bianco e rosso sono le uniche cose che vedo.
Una giovane donna mi guarda con gli occhi sgranati, è Gertrude, la levatrice del villaggio.
Light! Grazie a Dio sei arrivata. Non so cosa fare, non so cosa fare. Se mia madre fosse qui..
Sono confusa e stordita. Gertrude ha più o meno la mia età e fa questo lavoro da poco, da quando la madre è morta.
Isabelle, la moglie di mio padre, urla e si dimena in un lago di sangue. Stringo i denti e guardo. Dove dovrebbe esserci la testa del bambino ci sono due minuscoli piedini.
Oh mio Dio – esclamo. Un'anziana infermiera mi aveva detto qualcosa a proposito. Si chiamava parto pod-qualcosa.
Light! - esclama Gertrude – sta perdendo troppo sangue. Non so cosa fare.
È ovvio che il bambino non può uscire così. Bisogna operare.
Ho bisogno di un'anestesia!! Subito! - urlo.

***
Il sole sta sorgendo. Ormai tutti se ne sono andati. Le cameriere sono nella zona della servitù. Ci sono solo io, con una minuscola bambina tra le braccia. La cullo automaticamente, osservando quegli occhi grigi così uguali ai miei.
Isabelle è ancora nella sua camera, gli occhi chiusi. Ho cercato di salvarla con tutta me stessa. Non ci sono riuscita, l'emorragia era troppo estesa.
Non riesco a credere che Daniel stia passando di nuovo tutto questo, prima mia madre, poi sua moglie.
Mi alzo e attraverso la casa silenziosa con la bambina tra le braccia. Entro nell'ufficio di mio padre senza bussare.
Daniel alza lo sguardo arrossato su di me.
portala via Light. Non la voglio neanche vedere – sbotta.
Rimango in silenzio per un secondo.
è tua figlia – dico piano.
Lui scuote la testa.
no. no. no. Non posso tenerla, è sua figlia.. io.. non ce la faccio, non senza di lei.. non posso – Daniel piange e sbatte i pugni.
Papà! - esclamo chiamandolo così per la prima volta.
Lui ammutolisce.
non abbandonare questa bambina – lo supplico – vuoi che cresca come me? Senza sapere chi è il suo vero padre? Non ha neanche un nome.
Daniel annuisce e viene verso di me. Mi abbraccia delicatamente.
grazie figlia mia.
Prende la piccola bambina tra le braccia e la accarezza piano.
Anna. Si chiamerà Anna.
***
Quando torno a casa Harry mi aspetta sul letto. Dal suo sguardo so che è già al corrente di tutto. Mi ha preparato del cibo caldo, ma non ho la forza per fare nulla adesso. Mi accorgo di aver percorso la strada che conduce alla piccola casetta in camicia di notte e a piedi nudi.
Mi lascio sprofondare sul letto e mi rannicchio tra le braccia di Harry.
Non è colpa tua Paperella. Hai salvato una vita questa notte – sono le ultime cose che sento. Poi è tutto buio.

Quando mi sveglio sembrano passati giorni. Noto che Harry mi ha tolto la terra dai piedi, scrostato il sangue dalle unghie.
Alzati Light, per favore.
Obbedisco anche se mi sento ancora un po' instabile. Harry si inginocchia davanti a me.
oh.
Light, credo che non esista un nome più appropriato per te, anche se all'inizio mi sembrava un nome stupido, sei la luce che mi ha salvato. Mi hai letteralmente salvato la vita, e non potrò mai ringraziarti abbastanza per questo. Ho capito di amarti molto tempo fa... ed è per questo che, adesso, ora che siamo finalmente liberi.. voglio..voglio chiederti di sposarmi.
Il cuore mi batte all'impazzata. Gli prendo le mani.
Harry – pronuncio il suo nome lentamente – alzati, guardami negli occhi.
Il suo sguardo si posa su di me. Ha paura di un rifiuto. Deglutisco.
dimmi che non lo fai solo per le voci, per rendermi una donna degna... - chiedo implorante. Ho bisogno di sapere.
I suoi occhi, per un minuscolo istante si induriscono.
sei la donna più degna che conosco – ribatte subito, poi la sua voce si addolcisce – non mi interessano le chiacchiere di quatto megere. Io voglio te, per il resto della mia vita. Voglio che i miei figli ti assomiglino, voglio crescerli con te e invecchiare con te, lo capisci?
Invece di rispondere lo stringo a me e lo bacio con forza. Lo sento sorridere contro le mie labbra.
lo prendo come un si?
Annuisco e sorrido anche io.
Fai l'amore con me – gli dico. Sento i suoi muscoli irrigidirsi sotto le mie dita. Lo guardo negli occhi – so che in quel campo ti è successo qualcosa di terribile ma.. ti puoi fidare di me Harry, lo sai. Non ti farò del male.
Harry mi fa voltare delicatamente e inizia a sbottonare la mia camicia da notte senza dire una parola. Sento la stoffa leggera scivolarmi giù fino alle caviglie. Questa volta sono io ad irrigidirmi.
Mio Dio Light... - mormora Harry mentre passa le dita sui segni delle frustate.
Baciami e basta – gli dico. E lui lo fa.

***
Quando negli anni successivi ripenserò al giorno del mio matrimonio, mi verrà sempre in mente il mio abito con le rose rosse, lo sguardo innamorato di Harry, la foto che ci hanno scattato fuori dalla minuscola chiesa. Solo io e lui a celebrare quel momento di gioia, tutti quelli a noi cari ormai persi per sempre.
È quasi mezzogiorno quando usciamo dalla chiesa fatta di pietre e sorridiamo all'obbiettivo.
Vedo una figura avvicinarsi e d'istinto mi irrigidisco quando vedo la divisa militare. Dopotutto io ed Harry siamo ancora ricercati da quello che resta dell'esercito tedesco.
Harry mi spinge delicatamente dietro di lui, per proteggermi.
è forse questo il modo di accogliere un vecchio amico? - ride il soldato ormai vicino a noi.
Tiro un sospiro di sollievo, poi gli corro incontro.
Zayn! - urlo stringendolo forte.

Lo portiamo nella nostra piccola casa e lo facciamo accomodare.
ho una buona notizia – esclama quando ha una tazza fumante tra le mani.
Lo guardiamo incuriositi.
Hanno catturato Friedrich – dice con fare teatrale. Sento harry trattenere il respiro.
purtroppo se nessuno testimonierà contro di lui verrà rilasciato – continua Zayn – e Harry, ci sono delle tue foto che testimoniano che tu sei stato lì. Se vieni con me a Norimberga potrai farlo condannare.
Sento le lacrime premere per uscire. Norimberga. È dall'altra parte del paese, e siamo ancora ricercati. Se Harry andasse rischierebbe di essere inseguito ed ucciso.
No – dico ad alta voce.
Entrambi mi guardano sorpresi.
è troppo pericoloso – guardo Harry implorante. Ti prego, ti prego non andare.
Zayn si alza.
vi lascio parlare.
Harry mi prende tra le braccia.
Light. Devo andare. Devo far incriminare quell'uomo.
No Harry, è troppo troppo pericoloso. Ti prego.
So che sta piangendo.
Paperella... ti prego.. quell'uomo ha abusato di me, deve pagarla. Ha fatto uccidere migliaia di persone.
All'improvviso capisco e anche se non voglio annuisco.
vai – gli dico, e non ho la forza di aggiungere altro.
Mi sfiora le labbra con un bacio e segue Zayn fuori dalla piccola casetta.

Li guardo andare via. Non so se tornerà, non so se sopravviverà.
Ho solo una certezza.
Sono incinta.



Eccolo qui, l'ultimo capitolo. il prossimo sarà l'epilogo.. spero che vi sia piaciuto..  

Solo finchè non finisce la guerra.\\ Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora