Cinquantottesimo giorno.

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Cinquantottesimo giorno.

capitolo venti.




Mi sveglio grazie alla tenue luce del sole di marzo, trovandomi in un letto disfatto, con le lenzuola stropicciate, e senza vestiti addosso. Mi copro istintivamente con un lembo della coperta mentre mi metto a sedere e mi guardo intorno.

Io questo posto non lo conosco, penso. La testa mi gira vorticosamente, quasi come se avessi preso una forte botta in testa. Non appena il capogiro si attenua, scorci di quello che è successo la sera precedente riaffiorano nella mia mente con tutta la loro prepotenza, facendomi vergognare di me stessa. Ma non ricordo solo quello che è successo tra me e Jared, ricordo anche le bugie di Justin e la comparsa di mio padre, ed è questo che attenua leggermente il mio senso di colpa, insieme alla visione di Jared addormentato accanto a me.

Com'è bello, penso, pentendomene immediatamente.

I capelli biondi gli ricadono sul viso dandogli un'aria quasi angelica, e così pure la sua espressione, rilassata e in pace. Il petto si alza e si abbassa lentamente, segno che sta ancora dormendo profondamente. Se stessi con lui sarebbe tutto più semplice, forse. Se stessi con qualcuno che non mi nasconde segreti e che mi ami senza doversene vergognare starei meglio, credo. O forse non mi piacciono le cose semplici.

Non mi sento solo in colpa per aver tradito in qualche modo Justin, ma anche per aver dato false speranze a Jared e per aver bellamente dimenticato o ignorato ciò che prova Rachel per lui. Proprio adesso che iniziavamo ad essere più in confidenza...

Mi copro il viso con le mani, stropicciandomi gli occhi ancora semichiusi. Dopo poco faccio per alzarmi, ma Jared mi blocca prima che possa scappare da lui. Deve essersi svegliato.

"Dove vai?"

"In bagno," rispondo evasiva, cercando di evitare il suo sguardo. Lui si affianca a me, mettendosi a sedere e accarezzandomi la schiena, facendomi venire i brividi.

"Non sono pentito per ieri sera." Trovo finalmente il coraggio di guardarlo, e quando parlo mi libero di uno dei tanti pesi che mi affliggono.

"Vorrei non esserlo anche io, Jared, ma lo sono. Ero ubriaca e arrabbiata e anche stanca. Mi dispiace, ma non succederà di nuovo."

Ancora una volta non riesco a mettere distanza tra me e lui, perché mi tiene bloccata, vicina a lui. Perché non mi odia?

"Pensi ancora a lui? Dopo quello che non ti ha detto e quello che ti ha fatto passare?"

Abbasso lo sguardo, colpevole.

"Jade, con me saresti felice. Potremmo andarcene anche adesso e non dover più pensare al passato, e a ciò che RyLen...tuo padre, vuole farci fare, qualunque cosa sia. Saremo solo io e te, ricominceremo insieme." Io scuoto la testa, incapace di pensare a un'ipotesi del genere.

"Perché no, Jade? Proviamoci almeno!"

E adesso gli dico ciò che non vorrebbe sentirsi dire, ciò che non dovrei dirgli dopo la notte appena trascorsa.

"Perché lo amo, Jared, e non posso pensare per un attimo di allontanarmi da lui o a ciò che c'è stato tra di noi stanotte senza sentirmi in colpa. Non rendere le cose più difficili, ti prego."

"Siamo stati in due a fare ciò che abbiamo fatto e le cose le hai complicate pure tu, non solo io. Pensaci prima di dire che lo ami e che non vuoi allontanarti da lui, perché ieri sera, quando ne avevi più bisogno, c'ero io, Jade, io, non lui."

Lennox - 0127Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora