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Mi sedetti dall'altra parte della limousine distogliendo subito lo sguardo dalla band, presi una cuffietta e ascoltai della musica cercando di scordarmi di chi avevo a pochi metri da me.

Tom

Adalia.. in limousine con noi? Era già così famosa? Alla faccia, stava ascoltando la musica mentre leggeva il suo libro che cambiava ogni giorno, se li mangiava quei libri, altroché.
Era vestita come ieri sicuramente non si sarà cambiata, tanto la sistemano prima della sfilata, noi avevamo un concerto molto lontano quindi avrebbe portato prima Adalia. E così successe, scese alla sua fermata senza aver fiatato in tutto il viaggio, tutta colpa di quel coglione di Bill, aveva un sorrisino da pazzi stampato in faccia, che cazzo gli prende? Senza farmi vedere presi il suo telefono e con lo zaino davanti al piccolo cellulare per non farmi vedere andai nelle chat recenti. Perché si sentiva con un mio gioco di sesso? Bah leggiamo.
T(tizia): devi far uscire di casa tua Adalia
B: no perché? È mia amica
T: è innamorata di Tom e lui acconsente quindi se non vuoi che la tua reputazione diventi cenere ti conviene fare qualcosa
B: perché mi fai questo? Io voglio bene a mio fratello e sicuramente mi odierá.
T: non me ne frega un cazzo sincero, devi dire ad Adalia che Tom l'ha tradita e che a te piaceva e la devi molestare capito?
B: sei una persona orribile fattelo dire.
T: non quanto te dopo che avrai fatto ciò che ti ho detto.

Ah, quindi questo era il gioco? Inoltriamoci dentro.
Senza farmi vedere ridai il telefono a Bill
Arrivammo al posto e dietro le quinte ci sistemarono. Il concerto andò benissimo, ma io volevo Adalia accanto a me.

Adalia

Uscita dalla limousine entrai nella ampia costruzione. Mi prepararono e sfilai con mille fotocamere puntate addosso, c'era una marea di gente, sfilai meglio che mai e tornai dietro le quinte, è stato bellissimo, mi rimisi le mie cose e tornai a casa. Mi diedero una somma altissima, entrata in casa posai la borsa sulla sedia e andai in camera mia. Sui social ero spopolata tantissimo e a me non dava sicuramente fastidio, anzi ero felicissima ma avrei dovuto mangiare qualcosa tra un po' ero pelle e ossa, scesi le scale e mi mangiai un biscotto, bastava sicuramente per i miei standard. Mi cambiai e mi vestii più comoda, presi il mio skate e lo zaino, uscii di casa ed andai in un parco con un'altalena, ci salii buttando a terra lo zaino sopra lo skate, l'aria tra i capelli, stava per iniziare a piovere, la giornata mi piaceva sempre di più. Iniziò a diluviare ed ero completamente molla, non mi importava, in lontananza vidi una figura molto familiare, poco importava, continuai ad oscillare tra la pioggia.
T: Adalia che cazzo fai sta diluviando qui, ti prendi un raffreddore.
Era il mio Tom, che sollievo, saltai dall'altalena e lo abbracciai, lui senza esitare un secondo ricambiò, sedendosi sulla panchina, ero su di lui e ci guardavo intensamente, un dito di distanza tra noi che Tom fece scomparire, unendo le nostre bisognose l'une alle altre, iniziammo a baciarci appassionatamente avevo le braccia dietro al suo collo e le sue mani suoi miei fianchi, aveva le mani dentro alla mia maglia, pizzicava i mei fianchi nudi. A malincuore mi staccai, stavo perdendo l'aria.
Ad: ti ospito a casa mia vieni, presi il mio zaino e lo skate, lui correva e io sfrecciavo verso casa. Mi fermai davanti ad essa e presi le chiavi, aprii la porta e buttai lo zaino a terra.
Ad: questa è la mia dimora
Ero poco fiera, tutto in disordine, vestiti ovunque, ma che ce frega.
T: carina
Chiuse la porta alle sue spalle.
T: ma a me piace l'essere vivente che ne usufruisce.
Arrossii e mi levai le converse, mi misi davanti allo specchio che c'è in salone e mi sistemai i capelli molli.
Ad: che vuoi fare?
Mi sedetti sul divano seguita poi da Tom si sedette accanto a me, mi prese il volto e mi baciò facendomi stendere, le sue mani presero il sopravvento, prima il seno e poi i fianchi ma non andò più giù, non volevo. Appena si staccò io ero al settimo cielo, le sue labbra erano droga.
Ci sistemiamo come se nulla fosse successo, e iniziamo a parlare e mi raccontò del comportamento di Bill. Che trauma cazzo.
T: comunque sei dimagrita, sei troppo magra devi mangiare qualcosa.
Alzai le spalle indifferente, per essere una modella andava più che bene.
Continuammo a parlare del più e del meno finché dovesse andare via.
T: adi io devo andare a casa, ci sentiamo dopo?
Annuii e lo baciai, andò a casa e io continuai a leggere il mio fantastico libro, senza accorgemene mi misi a dormire, ero quasi in coma.

leak - Tom Kaulitz & Bill Kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora