Louis, Londra, 2012.
Se c'era una cosa che non mi capitasse da tempo, quella era sentire una scossa di vita seguire la mia spina dorsale fino a contorcermi le viscere. A dire la verità, avevo confuso questa sensazione con quella della nausea. Ma ho sempre pensato che alla fine sentire le farfalle nello stomaco fosse solo un modo carino per dire "Non reggo quello sguardo e soffro di ansia, quindi per favore lasciami stare prima che mi trovi piegato a metà, per terra."
Era una cosa strana riprovarla per uno sconosciuto, ma avevo guardato le sue mani coperte da quei guanti neri, quella notte, sorseggiare un drink che sapevo mi facesse schifo per quanto sapesse di alcol puro. O forse era il fatto che lavorassi in un bar da tutta la vita che mi faceva vedere i superalcolici lisci come qualcosa di nauseabondo. Eppure, nonostante questo, avevo comprato una bottiglia di bourbon per lui, per far sì che non bevesse più quella merda distillata da scarti di scarti. Era un'attenzione che lui probabilmente nemmeno avrebbe notato e mi andava bene, anche perché non avevo alcuna voglia di sentirmi quel genere di persona capace di dare questo tipo di corda.
I ricordi della sera precedente erano offuscati ma fin troppo chiari quando si trattasse di ricordare i suoi lineamenti duri, ammorbiditi dallo spirito di quella conversazione. Non sapevo nemmeno cosa gli avessi detto, eppure sapevo di essere stato uno stronzo, mettendomi in imbarazzo davanti a lui e chissà quanta altra gente."Louis, tavolo sei." Disse Zayn prendendo un vassoio e riempiendolo con due bicchieri da pinta di Molson Coors. Presi il vassoio e sospirai.
"Siamo riusciti a pagare le tasse? E l'affitto?" Si occupava lui della burocrazia e delle varie formalità. Io mi occupavo della parte artistica, per così dire, e la gestione esterna.
"A stento, ma sì. Questo mese ci becchiamo cinquanta sterline in meno, prevedo. Tu e quel dannato bourbon. Hai idea del fatto che servire qualcosa senza il monopolio statale sia completamente illegale? Non possiamo nemmeno darlo ai clienti non abituali e Billy la Bomba non è un tipo abbastanza sofisticato da buttar giù quella roba consapevolmente." Mi sentii un po' in colpa ma non abbastanza da spedirlo indietro alla distilleria locale dalla quale lo avevo comprato. Era strano pensare di essere andato in un posto esclusivamente per prendere qualcosa per qualcuno che nemmeno avrebbe mai saputo di cosa si trattasse, probabilmente. O magari sì? D'altronde ero io ad avere il suo numero e Sherlock non mi aveva scritto affatto, dopo quel messaggio che gli avevo inviato. Immaginai fosse impegnato con quella roba da detective ma in cuor mio temevo di essere stato troppo duro con lui, fino ad allontanarlo per davvero da me, in maniera tagliente e definitiva.
"Non servire più vodka gratuitamente a Xander, allora, no?" Non avevamo esattamente parlato di Xander, dopo quanto accaduto. Sapevo solo che per Zayn fosse un tasto tremendamente dolente e che si sentisse scottato in maniera forse esagerata dall'incontro con Harry. D'altronde non sapeva che Zayn fosse il ragazzo attuale di Xander. O almeno così mi aveva confessato.
"Ti sei svegliato col piede sbagliato?" Chiese assottigliando lo sguardo "Tavolo. Sei." Disse più duro e strinsi i denti. Detestavo litigare con lui, ma a volte mi rendeva impossibile il non farlo. Come potevo farmi scivolare un comportamento così infantile? Presi le birre e le portai al tavolo sei, al quale trovai il motivo del nervosismo del mio migliore amico.
"Buonasera." Pronunciò il problema, con un lieve sorriso gentile.
"Salve." Dissi fin troppo lentamente prima di rendermi conto di avere le birre ancora in mano e un'espressione del tutto imbambolata. Che ci faceva lì?
"Immagino siano nostre quelle." Disse la sua compagnia, un uomo sulla quarantina, dall'aspetto conosciuto. Corrugai la fronte, incapace di capire chi fosse. Indossava l'uniforme della polizia londinese.
"Sì, mi scuso." Dissi con una gentilezza che non mi apparteneva, ma volevo mantenere una certa integrità, almeno con le autorità.
"Non c'è problema." Intervenne il detective, prendendole dal vassoio come ad abbassarsi a me, rendendo il suo collega forse un po' stranito.
Mi resi conto di essere ancora lì in piedi, come a voler ascoltare cosa avessero da dirsi, e scossi la testa nel tentativo di tornare sul pianeta terra.
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Eleven ➳ l.s.
FanfictionLondra, 2012. In una città dal cambiamento costante, il giovane detective Harry Edward Styles, proprietario dell'agenzia di investigazione privata Styles Corp., si ritrova a dover lavorare a un caso in periferia, dove la criminalità e la povertà son...