Louis, Londra, 2012.
Avevo passato intere giornate a pensare di essere stato troppo duro con lui, senza accorgermi di quanto stessi facendo il doppiogiochista con Zayn. Non gli avevo ancora detto niente, né Xander avrebbe aperto bocca. Non sarebbe convenuto a nessuno farlo, d'altronde, e io non volevo in alcun modo trovarmi ad essere colui che avrebbe rotto la magia nel momento più speciale della loro relazione: l'inizio della convivenza. I pensieri intrusivi mi stavano mangiando dall'interno, mentre ero steso sul letto a cercare degli annunci di lavoro nei dintorni.
La finestra di casa era andata in frantumi e avevo chiesto al proprietario di aggiustarla, ma mi aveva deliberatamente risposto con un grugnito e una risata. Fottuta città, Londra. Avrei dovuto fare da solo e non essendo per niente portato per il bricolage, optai per coprirle e basta con del polistirolo d'avanzo da qualche vecchio pacco. Era un'oscenità stilistica da guardare, ma almeno mi avrebbe parzialmente coperto dal vento e dal freddo che stavano ormai regnando la stagione. Halloween era passato da poco e una stretta al cuore mi faceva incurvare verso l'interno ogni volta che dovessi aprire la porta e centellinare le caramelle, ricevendo così occhiate gentili ma deluse. Mi ero ridotto in miseria e ogni parte di me chiedeva perché dovesse succedere sempre a chi ha meno degli altri, di ricevere sotto le feste i peggiori degli scherzi del destino.
Qualcuno suonò al citofono, interrompendo la mia pacifica e buia mattinata di annunci, caffè e sigarette. Erano le undici e non avevo ordinato cibo da asporto, non per quell'ora, almeno.
"Posta per il signor Tomlinson", esclamò il postino, annoiato. Sospirai, immaginando fosse l'ennesimo richiamo per la bolletta della luce di tre mesi prima, ancora in sospeso.
"Che fortuna", borbottai scendendo le scale in ciabatte, evitando le macerie sui piani di chi era stato troppo pigro per ripulire il caos che aveva seguito la tempesta.
"Mi serve una firma qui.. e qui." Mi informò, indicando dei campi che non avevo nemmeno provato a leggere. "Abbiamo provato a consegnarla a Compton Street ieri ma non abbiamo trovato nessuno." Annuii. Il dito nella piaga era sempre pronto a girare l'angolo.
"Sì, devo aggiornare le mie informazioni. Quel bar non esiste più, almeno per ora. Io e il mio socio dobbiamo trovare i fondi per rimetterlo in piedi", spiegai con la sigaretta mezza finita ancora tra i denti, come se gli interessasse.
"A me non sembrava messo male", commentò, alzando le spalle. "Buona giornata", mi lasciò una copia della ricevuta e tornai di sopra. Non sapevo cosa quel postino avesse visto in vita sua per poter dire che la tempesta non avesse a dir poco distrutto ogni angolo di quel posto, ma una volta in cucina, misi il foglio sulla mia pila della vergogna, spegnendo la sigaretta proprio sulla mia firma. In quel preciso istante, l'occhio mi cadde sulla firma appena sopra la mia.
Harry E. Styles
"Ma che diamine.." sussurrai confuso. In quell'istante il foglio cominciò a bruciare e sobbalzai. "Merda!" Il sistema di rilevamento del fumo si azionò e una pioggia con tanto di allarme entrò in funzione velocemente, bagnando ogni cosa che fosse in quella stanza. "No, no!" corsi nello sgabuzzino, all'esterno del balconcino, per spegnerla in fretta, mentre le mani mi tremavano alla sola ricomparsa di quel nome, in casa mia. Riuscii a spegnerlo, scivolando più volte sul pavimento lucido, fino alla cucina. Presi la pila bagnata, mettendola da parte. Me ne sarei occupato più in là, magari con un asciugacapelli decente e non quello in versione tascabile che avevo rubato in motel. Sollevai con cura quel foglio ormai trasparente. Aprii il cassetto delle posate, quasi scardinandolo per la foga, prendendo un canovaccio asciutto e mettendolo sotto quella che era a tutti gli effetti una fattura, ma non con i miei dati bancari.
Era intestata a me, con tutti i miei dati, sensibili e non. A quanto pare si trattava di un riepilogo informativo di lavori condotti da un'azienda di ristrutturazione locale, proprio al sessantunesimo di Comptson Street. "Fottuto detective." Erano passate solo due settimane da quell'avvenimento che aveva spaccato qualcosa tra me e quell'uomo, non che fosse mai stato in piedi.
STAI LEGGENDO
Eleven ➳ l.s.
FanfictionLondra, 2012. In una città dal cambiamento costante, il giovane detective Harry Edward Styles, proprietario dell'agenzia di investigazione privata Styles Corp., si ritrova a dover lavorare a un caso in periferia, dove la criminalità e la povertà son...