Capitolo Terzo

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Louis, Londra, 2012.

"Billy, non ho intenzione di pulire il risultato della tua cirrosi epatica anche oggi" gli puntai il dito contro, passandogli l'ultimo bicchiere di tequila. "Zayn, dobbiamo ordinarne altra!" urlai per farmi sentire. Quell'ubriacone si era scolato fino all'ultimo goccio. "Porca puttana." borbottai a bassa voce, quando Billy cadde per terra con un tonfo sordo e lasciò una macchia di sangue abbastanza grande sul legno scorticato del pavimento. "Di nuovo?!" ne ero disperato.

"Louis, anche Gale si è sentito male!" urlò Zayn dall'altra parte, ignorando qualsiasi cosa intorno a sé apparte Gale.

"Lo immaginavo." sbuffai le parole a bassa voce, cominciando ad aiutare Billy la Bomba ad alzarsi, ma questo non accennava a volersi spostare. "Dai cazzo, Billy, sei il doppio di me." Ma in risposta ebbi solamente un lungo sospiro e l'incipit di una canzone anni ottanta, fuori di almeno due toni.

"Louis!" Urlò Zayn di nuovo, e a quel punto lasciai cadere Billy a terra, di nuovo, pieno di rabbia per essere stato chiamato insistentemente.

"Zayn, per Dio, se non ti rispondo è perché magari non sto con le mani in mano!" Ero ormai a pochi metri da lui, quando Gale mi parò la strada, urlando.

"Bingo! Ho vinto! Ho vinto!" Ed ero davvero a un secondo dal perdere la pazienza quella sera. Avevo solo voglia di tornare a casa da Bucky e smettere di rispondere a chiunque, compreso Dave, che aspettava un mio messaggio da ormai una settimana. Il fatto era che Dave aveva un cuore fin troppo grande e io non pensavo di meritarlo. O probabilmente nemmeno mi attraeva fisicamente più di tanto, nonostante scopasse davvero bene. Era vecchio dentro, però. Non aveva mai voglia di uscire o divertirsi nei più disparati dei club notturni di Londra. Avere l'imbarazzo della scelta lì era piuttosto facile e pensare che qualcuno potesse non approfittare di tutto il movimento di una grande città mi faceva davvero rabbia. Gli avevo detto un paio di volte "Dave, dovresti davvero rivedere l'età sulla tua cazzo di carta d'identità, perché per me hanno sbagliato di qualche secolo." Inutile dire che mi aveva ignorato per un giorno, tornando strisciando da me, implorandomi di non andare via, quando in realtà io ero rimasto lì, solo senza davvero agognarlo come lui faceva con me.

Mi arrivò un asciuga piatti addosso.

"È appena entrato un tipo losco, non mi piace. Controlla se è della polizia in borghese, perché non voglio problemi qui." Ordinò Zayn, decidendo di occuparsi personalmente di Billy e Gale.

"Non lo sarà. Il creditore ci ha detto che eravamo apposto." Ero tranquillo, almeno a riguardo. Superai allora qualche gruppo, approfittando del momento per portare delle birre ad un tavolo, iniziando a sondare il terreno. Non mi aveva detto che genere di persona avesse visto, Zayn, ma a quanto pare sembrava abbastanza fuori luogo da farlo spiccare all'occhio. Quando lo individuai, per poco non mi cadde il vassoio, nella distrazione. Non avevo idea di chi fosse, ma tutto sembrava tranne che nel posto giusto. Dei lunghi boccoli contornavano il suo viso, delineando una mascella dura, marcata come se stesse stringendo i denti. Forse poteva davvero essere della polizia in borghese ma probabilmente sarei riuscito a lavorarmelo con qualche sforzo. Insomma, un bar del genere non era certo un bar che sceglievi per caso. L'insegna era abbastanza chiara e la gente dentro era ben visibile dai vetri esterni. Decisi di seguirlo solo con lo sguardo, dando ad un cliente la sua birra e sorseggiando distrattamente l'altra. Aveva lo sguardo corrucciato, come se sapesse già cosa cercare e non fosse una cosa abbastanza lampante. Dei guanti coprivano le sue mani, in un bianco candido come la lana del suo cappotto. Avevo già visto quel ragazzo ma non riuscivo a capire dove, finché ad un tratto non ricordai. Era passato davanti al bar una settimana prima, su per giù, piegato su sé stesso come a volersi rimproverare qualcosa. Non avevo idea del fatto che frequentasse Soho così spesso. D'altronde, non era un quartiere esattamente turistico, non dove avevamo il bar almeno. Lo persi per un attimo in mezzo alla gente, finché non lo ritrovai al bancone, dritto davanti a Zayn, che decise di trattarlo con diffidenza. Incrociai le braccia, osservandoli solo da lontano. Un ghigno involontario mi si formò in viso, per la difficoltà in cui Zayn avrebbe messo il nuovo arrivato.

Eleven ➳ l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora