6. (Selene)

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<<Stai scherzando? Avresti dovuto tirargli un calcio nelle palle e scappare.>> sentenzia la mia migliore amica, mentre mi serve la seconda tazza di caffè.
Ero dubbiosa, non sapevo se raccontarle tutto sarebbe stata una buona idea, vista la sua indole da paladina della giustizia e la sua naturale propensione al melodramma.
<<Ora passiamo alle cose serie: Ti è piaciuto?>> domanda, a bassa voce.
Eccola lí: la domanda che mi faceva piú paura in assoluto, l'argomento che non volevo affrontare e che mi vergognavo anche solo di nominare. Tranne che con lei.
Lydia Barton è sempre riuscita a leggere i segreti piú torbidi che nascondevo nel cuore, senza nemmeno bisogno che io aprissi bocca. E - cosa piú importante - non si è mai permessa di giudicare.
Nemmeno quando, sotto l'effetto di una decina di shot di tequila, le ho confessato ciò che mi eccita di piú, ciò che mi attrae.
<<Piacermi? Ma che dici?>> provo a negare.
<<Oh, andiamo!>> esclama lei <<Siamo grandi e vaccinate, Lily. E siamo amiche da abbastanza tempo da poter evitare certe bugie inutili. >>
Non le rispondo e scivolo all'indietro sul divanetto in pelle. Vorrei sprofondare sotto terra per la vergogna, piuttosto che ammettere ad alta voce quella verità innegabile che solo Lydia conosce.
<<È un uomo attraente, arrogante, maniaco del controllo e da quello che dici è anche piuttosto...Irruento?>> continua <<Quell'uomo sembra avere tutte le qualità da cui sei attratta.>>
È vero, lo sono. Sono attratta dal pericolo, dagli ordini, dal controllo.
E anche qui, come nel caso di mia madre, non serve aver studiato psicologia per capirne il motivo evidente.
Da quando Miles ha sparato a mio padre quella mattina, sono cambiata.
Non riesco a tacere, a farmi da parte, a stare al mio posto. Tutto per me è una sfida e se qualcuno cerca di darmi un ordine, tendo a fare l'opposto per principio.
Perchè è quello che avrei dovuto fare quella mattina. Quando avevo Miles a pochi metri da me, con la pistola puntata verso mio padre. Avrei dovuto scattare, rubargli l'arma, ucciderlo. Avrei dovuto salvare mio padre.
E invece, come la piú stupida delle bambine, ho fatto quello che mi aveva ordinato quel verme: sono stata zitta, in un angolo dello studio, con le mani alzate ed il cuore che scoppiava nel petto. Me ne sono stata lí, immobile a guardarlo mentre sfasciava la nostra famiglia e faceva del male a papà.
Lydia insiste sul fatto che io debba parlarne con uno strizzacervelli. Ma, fortunatamente so diagnosticarmi anche da sola una sindrome da stress post- traumatico.
La guardo e le do la risposta che già conosce: <<Io, non lo so. Forse.>>
Con le braccia conserte si lascia andare contro lo schienale della sedia e poi allunga un braccio, puntandomi contro l'indice.
<<Lo sapevo!>>
<<Non pensavo fosse periodo di Santa Inquisizione.>>
Mi lancia un'occhiataccia ed arriccia le labbra.
<<Non trattarmi come se ti stessi giudicando, Green. Sai che non lo farei mai. Ma rimango ferma sulla mia opinione: devi parlare con qualcuno di questa cosa.>>
Ci risiamo!
<<Per dire cosa, esattamente? Che mi eccita il pericolo? E che ad un uomo che mi porta dei fiori, preferisco un uomo che...>> non riesco a finire la frase.
Mi vergogno troppo.
<<Non riguarda solo la sfera sessuale, Lily. Prima o poi questa tua indole ribelle ti metterà nei guai.>>
Alzo gli occhi al cielo e poi guardo l'ora sul cellulare. Fortunatamente sono le cinque e un quarto del pomeriggio e tra poco potrò andarmene.
<<Non alzare gli occhi al cielo, lo sai che ho ragione.>>
Sí, lo so. Ma fa male comunque sentirselo dire.
<<Quell'idiota di Wolfe ha certamente qualcosa che non va. Non ti metti a puntare la pistola in faccia alla prima ragazzina che supera il limite di velocità.>>
<<Io...>>
<<E se fosse stato qualcun altro? Se avesse sparato?>>
Ho le unghie conficcate nelle cosce sotto al tavolo e sto male al solo pensiero.
Se chiudo gli occhi a volte posso ancora vederli, quegli occhi neri, accecati dalla rabbia. I muscoli del volto contratti, la mascella serrata ed i denti stretti, in bella mostra, mentre sibila con la pistola puntata verso mio padre.
Mi alzo di scatto e scacciò quei pensieri. Non ho intenzione di piombare ancora in quello stato depressivo in cui ero finita l'ultima volta.
<<Prometto che starò lontana dai guai, d'accordo?>>
<<Come al solito, apro l'argomento e tu scappi.>> risponde Lydia, scrollando la testa e facendo ondeggiare la sua coda biondo cenere.
<<Non sto scappando.>> le mento, afferrando una banconota da 5 dollari. <<È solo che la statale sud è chiusa per lavori e devo prendere la Sungate per arrivare prima.>>
Prende i miei cinque dollari, poi si alza, incrocia le braccia e mi osserva in maniera scettica.
Lo so, Lydia, lo so. Un giorno riusciremo a parlare senza che io fugga, te lo prometto.
Le lancio un mezzo sorriso da delinquente e lei fa lo stesso, prima di abbracciarmi.
<<Non metterti nei casini, d'accordo?>> mi ammonisce. Annuisco mentre vado verso l'uscita e senza voltarmi la saluto con la mano alzata.
Non ne sono certa, ma credo che prima che la porta si chiudesse avesse aggiunto: << E resta nel limite di velocità.>>
Se solo sapesse quello che ho in mente di fare stasera, mi ucciderebbe con le sue mani.

LOVE ME DANGER - Amore oltre l'abissoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora