15. (Selene)

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<<E mi raccomando, guidi con prudenza.>>
Sorrido all'ennesimo padre di famiglia che - guarda caso - ha deciso di portare a lavare la macchina proprio oggi e sganciare cinque dollari di mancia, che mi sbrigo ad infilare nella tasca degli shorts di jeans che ho deciso di indossare oggi. In realtà speravo che non fossero cosí attillati ma a quanto pare devo aver messo su qualche chilo dal 2021 e adesso si sono decisamente rimpiccioliti. Ma la preside Weston ha chiesto di essere sexy senza stra-fare, quindi ho pensato che potessero andare. Li ho abbinati ad una canotta grigia e ad una camicia a quadrettoni blu e verdi che avevo rubato dall' armadio di mio padre e che ho legato in vita.
Mamma non era d'accordo che venissi qui oggi. È troppo una timorata di Dio per accettare che sua figlia, che studia per diventare un dottore specializzato, strappi soldi da dare in beneficenza, in cambio di un sexy car Wash.
In realtà quest'anno sarebbe stato il turno di Jennifer Colton ma da quando si è trasferita in Scozia dopo il suo quinto anno, non ha piú fatto avere sue notizie a nessuno.
Cosí hanno chiamato la duevoltereginettadelballo Selene Green, insieme al suo ex fidanzato, nonchè re consorte Rendall Peters.
Ed è proprio lui l'unica ragione che non ha fatto uscire completamente di testa mia madre. In qualche modo, sapere che insieme a me ci sarebbe stato anche il fidatissimo nipote di Miranda e Joseph Peters la faceva stare più tranquilla.
Dopotutto cosa potrebbe mai andare storto con un brillante aspirante avvocato come lui?
Potrebbe anche cadere il mondo, ma se sono con un ragazzo da bene come lui, allora è più facile accettare che mostri tette e culo per garantire ai prossimi maturandi, il ballo studentesco dei loro sogni.
<<Facciamo una pausa?>> domanda, asciugandosi la fronte con il braccio <<Si cuoce oggi!>>
Lo osservo stringere il nodo con cui ha legato in vita la sua camicia di jeans, rimanendo a torso nudo. Osservo i tatuaggi che gli macchiano la pelle abbronzata. La farfalla d'inchiostro sullo sterno e le due rondini speculari sulle clavicole risaltano nonostante la pelle ora sia scurita dall'estate. Devo complimentarmi mentalmente con me stessa per l'ottima scelta fatta al liceo.
<<Fa caldo, sí.>> rispondo. E non è per il sole.
<<E averti vicino, vestita in quel modo, non aiuta per niente.>> ribatte, come leggendomi nel pensiero.
Gli dedico un sorriso lusingato, mentre mi tampono braccia e gambe con il salviettone.
<<Vado a prendere due birre, Casanova.>>
Afferro dieci dollari dalla scatola delle offerte facendogli l'occhiolino. Lui non mi rimprovera e mi sorride passandosi una mano tra i capelli castani, mentre due fossette spavalde gli si disegnano sul volto.
Mi dirigo verso lo stand degli alcolici a tempo di musica, mentre le altoparlanti diffondono le ultime hit dell'estate.
All'improvviso però, la mia attenzione viene completamente risucchiata da Silas Wolfe, che se ne sta in piedi, poggiato con la spalla ad una delle colonne che sorregge il gazebo. È in divisa ed indossa i suoi amati RayBan specchiati, perciò non sono del tutto sicura che mi abbia vista.
Deglutisco in preda al nervosismo.
Non gli ho piú rivolto la parola dopo quello che è successo nella sua auto, e nemmeno ho intenzione di farlo in futuro.
I continui battibecchi, gli insulti, le armi puntate addosso ed il suo perpetuo denigrarmi sono finiti.
Mi ha umiliata una volta di troppo.
Forse potrei portare a Rendall una coca e dirgli che la birra era finita. Penso mentre provo a diventare invisibile con il pensiero.
Con tutti i posti che c'erano, proprio a quello stand doveva fermarsi?
Quando capisco che evitarlo sarà impossibile, decido di farmi coraggio e cosí, con il petto in fuori, la testa alta e l'orgoglio intatto negli occhi, mi dirigo dritta verso di lui.
Evito accuratamente di salutarlo ed allungo le due banconote da cinque dollari al ragazzo coreano in cassa.
<<Due birre, per favore.>>
<<Corona?>> chiede estraendo una bottiglia dal frigorifero. Gli mostro con le dita quante ne voglio e lo osservò armeggiare con i bicchieri di plastica nella confezione accanto a lui.
Sento che Silas mi sta guardando e sento che sta per dire qualcosa, ma prego comunque che non lo faccia.
<<So che non vuoi parlarmi e che mi detesti, ma questa mattina Violet mi ha chiesto di invitarti a cena domani sera.>> mi rivolge la parola, come predetto.
Lo scruto con sguardo indagatore, cercando di capire se sia vero ciò che dice o se sia un becero tentativo di ricucire i rapporti tra noi.
<<Cosa le devo dire?>>
<<Dille che ci sarò.>> rispondo. Tira un sospiro, irritato: <<Immagino che le nostre conversazioni saranno ridotte al minimo necessario.>>
<<Immagini bene.>> rispondo con un sorrisetto acido.
<<Santo cielo, Selene! Possiamo parlare?>>
<<Mi dispiace, ho di meglio da
fare.>> rispondo bruscamente, afferrando le birre dalle mani del ragazzo.
Sono fresche e mi danno subito una sensazione di sollievo dal caldo delle ultime.
<<Ah già, dimenticavo, c'è l'ex fidanzato da riconquistare.>>
Riconquistare? Ma che sta dicendo?
<<Vedo che non perdi tempo.>> lo punzecchio <<Hai già fatto ricerche anche su di lui?>>
<<Chi lo sa, può darsi.>> ammette senza vergogna.
Ma come diavolo si permette di invadere in questo modo la mia privacy?
Non ho comunque intenzione di mostrargli che la cosa mi tocca.
<<Non sarai geloso, vero?>>
Non so perchè, tra tutte le domande che potevo fargli, mi sia uscita proprio la piú stupida. Sta di fatto che lui mi osserva qualche secondo prima di rispondere: <<Se fosse?>>
<<Se fosse sarebbe patetico.>> gli dico << Hai già messo abbastanza in chiaro le cose l'altra sera in auto. Non serve continuare a prendermi per il culo.>>
<<Ma di che cazzo parli? Messo in chiaro cosa?>>
Non è ovvio?
<<Senti devo andare.>> taglio corto <<Ci vediamo domattina alle dieci, come d'accordo.>>
<<Selene, torna qui.>> mi ordina. E una parte del mio cervello vorrebbe davvero fare come chiede. Ma la parte guasta di me, arriva prima e fa quello che sa fare meglio: disobbedire ad ogni fottuto ordine.
<<Selene, ti ho detto di fermarti!>> ringhia quasi. Non lo ascolto e continuo a camminare verso Rendall con le mie due birre ghiacciate tra le mani.
Non è coraggio il mio, sia chiaro. È piú che altro stupidatà e consapevolezza che il vice-scriffo Wolfe abbia troppa gente intorno per fare una scenata e rischiare che tutti si accorgano dell'evidenza.
Quando arrivo da Rendall le fossette che adoro tanto rispuntano sul suo viso e i suoi occhi grigi si illuminano.
Dio, ho sempre adorato i suoi occhi! E il modo in cui il sole ne fa risaltare le pagliuzze dorate all'interno dell'iride.
<<Ecco a lei, Avvocato Peters.>> gli porgo la birra con aria solenne ed un leggero inchino, prima di sedermi su uno degli scalini che compongono la gradinata d'entrata del liceo.
Lui scrolla la testa e mi riserva un sorriso smagliante: <<Non ancora Green, non ancora.>>
<<Quanti esami ti mancano?>> domando.
<<Uno.>> risponde bevendo un sorso <<Due, se contiamo quello di diritto ambientale, anche se lo voglio dare solo per i crediti extra.>>
<<Beato te.>> sbuffo ed assaggio la mia Corona <<Io non riesco nemmeno a passare un dannato esame sui Disturbi della psiche.>>
Si siede accanto a me sul gradino: <<Hey, non ti abbattere Green>> mi poggia una mano sulla spalla <<Può capitare un esame più insidioso degli altri, sai? Sapessi quante volte ho dovuto dare diritto aziendale.>>
Mi spettina i capelli per distrarmi ed io gli sorrido di rimando, tirandogli un piccolo pugno sulla spalla. Mentre scherziamo, con la coda dell'occhio, noto che Silas è ancora dove l'ho lasciato. Ha tolto gli occhiali, forse per mostrarmi che ha gli occhi fissi su me e Rendall.
Decido che voglio usare questa situazione ed il fatto di indossare i miei occhiali da sole, a mio vantaggio e cosí inizio a carezzare con il pollice l'avambraccio del mio ex senza perdere di vista Silas.
<<Grazie, davvero. Sai sempre come tirarmi su.>>
Appoggio la testa alla sua spalla e guardo Silas di sottecchi. È nervoso, sposta il peso da un piede all'altro senza muoversi di un centimetro.
<<Figurati.>> porta la testa di lato e la appoggia contro la mia <<Io sono serio: non passare un esame non è la fine del mondo. Devi iniziare a rilassarti e a prendere la vita un pò meno sul serio.>>
<<Non ne sono mai stata in grado, lo sai bene.>> gli rispondo. Sospiro e mi guardo intorno, mentre il cantare delle cicale sfida le altoparlanti, che nel frattempo hanno iniziato a diffondere musica country.
Sto per fare a Rendall la mia famosa battuta sui ragazzi Texani ma vengo interrotta da una voce che risuona per tutto il parcheggio.
<<E adesso, in occasione del concerto di stasera, il nostro Warren ha deciso di portare con sè il suo terribilissimo toro meccanico.
E se non siete riusciti a comprare in tempo i biglietti per lo show, questa è la vostra occasione.>>
Che cosa?
<<Le due persone che riusciranno a passare piú tempo sul toro senza finire a terra, vinceranno un biglietto per poter sentire Warren cantare questa sera.>>
È la mia occasione per fare qualcosa di bello per mia madre. Adora il country ed adora quel cantante. Ha quasi avuto una crisi di nervi quando ha scoperto che i biglietti per lo show erano andati a ruba.
Parla sempre di lui, del fatto che sia nato in California e di quanto sia uno dei piú talentuosi artisti country in circolazione, oltre che essere estremamente attraente.
Sí, se c'è qualcosa di buono che posso fare per lei, è sicuramente farla assistere a quel concerto.
Il mio sguardo cade qualche centinaio di metri piú in là, dove una lunga fila di persone si sta ammassando di fronte al toro meccanico.
Piú a sinistra, di circa una decina metri, c'è Silas. È ancora immobile e voltato verso gli scalini ma ha cambiato posizione. Forse perchè sa bene che sono abbastanza squilibrata da fare questa pazzia.
Sorrido mentre valuto la possibilità di prendere due piccioni con una fava. Potrei fare un favore a mia madre e allo stesso tempo stuzzicare un pò Mr Tuttod'unpezzo.
L'idea è troppo allettante per lasciar perdere.
<<Scusami Rendall, devo correre al toro meccanico a cercare di vincere
un dannato biglietto per mia madre.>> raccolgo le mie cose.
<<A tua madre piace il country?>> lo sento domandare sorpreso mentre mi alzo e mi aggiusto la canotta spiegazzata ed umida.
<<Lo adora.>> gli rispondo frettolosamente.
<<Sta tranquilla, qui posso finire io.>> mi sorride, ruba altri dieci dollari e me li porge.
Lo guardo perplessa: <<Per il toro. Sono certo che il ballo dell'anno prossimo non ne risentirà.>>
Gli salto al collo e gli stampo un bacio sulla guancia, prima di correre verso la fila per il toro.
<<Fammi gli auguri.>> urlo mentre scendo i gradini saltellando.
Mi allontano e lo sento urlare qualcosa in lontananza, forse un in bocca al lupo.
Vincerò quel biglietto, quanto è vero che faccio Green di cognome.

LOVE ME DANGER - Amore oltre l'abissoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora