Ho spento il motore da pochi minuti e nonostante il sole sia tramontato da un paio d'ore, il caldo asfissiante della California ha già invaso l'abitacolo, eliminando il fresco dell'aria condizionata ormai spenta.
È stata una fortuna che abbiano chiamato per quella gara clandestina. Alla fine non era altro che il figlio di Craig Meyers che cercava di girare un video musicale per la sua ultima hit, cercando di sembrare un ragazzaccio dall'animo oscuro, circondato da belle ragazze e auto mozzafiato.
Anche stavolta non sono riuscito ad incastrare Ferguson, ma il lato positivo è che sono riuscito ad andarmene da quella dannata fiera, sono passato dalla signora Brooks a dare il mio regalo a Violet e sono persino riuscito a farmi una doccia.
Sono le dieci e un quarto, sono qui da mezz'ora e quell'idiota di Sebastian non è ancora uscito da casa di Selene.
So per certo che c'è, perchè la sua auto è parcheggiata proprio di fronte al suo portico ed io ho le mani che mi bruciano per la voglia di scendere a bucargli le gomme e graffiare quella carrozzeria smagliante del cazzo.
Quando la tranquillità di Weber Lane viene interrotta, scivolo immediatamente lungo il sedile per fare che nessuno mi veda.
Aguzzo la vista e noto Ferguson uscire dalla porta di Selene, seguito da lei.
È un accappatoio quello che ha addosso?
Sento qualcosa dentro di me andare a fuoco e il desiderio di prendere a pugni quella testa di cazzo finchè non sputa tutti o denti.
Selene rimane sul gradino più alto e si appoggia alla colonna del portico. La brezza calda le scompiglia i capelli umidi e non posso fare a meno di chiedermi se abbia appena fatto una doccia e perchè.
I fiori nel vaso appeso sopra la sua testa le sfiorano il collo ed io un pò li invidio. Cosí come invidio Sebastian quando si avvicina, sale i due gradini che lo separano da lei e la abbraccia. La tiene cosí stretta che vorrei soffocarlo.
Quando si stacca, lei accenna un sorriso imbarazzato. È pentita di averci fatto sesso? L'ha forse manipolata per costringerla o sto solo cercando un motivo per ucciderlo?
Ferguson sale in auto, lei lo saluta con la mano e torna in casa.
Potrei seguirlo e prenderlo a pugni finché non dimentica il suo stesso nome. Oppure potrei andare da Selene e scusarmi per come mi sono comportato.
Scendo dall'auto e mi dirigo verso casa sua, sperando che nessuno stia sbirciando da dietro le tende.
Quando busso alla porta e la sento camminare verso di me, il cuore schizza in gola.
Non mi piace essere quello nel torto. Dovrò scusarmi e non ho la minima idea di cosa dire perchè non solo non sono abituato a farlo, ma ho anche idea che non servirà a un bel niente.
Quando apre, mi rendo immediatamente conto di tre cose:
la prima è che l'accappatoio che le avevo visto addosso, è in realtà un vestaglia nera, di un tessuto simile a seta e che le arriva a malapena alle ginocchia.
La seconda è che ha un segno evidente sul collo, grande quanto una moneta da mezzo dollaro. È quasi viola, contornato di rosa e sto pregando che non sia un succhiotto.
Quanti anni ha, dodici?
La terza - ed è quello che piú mi spaventa - è che mi formicolano le punte della dita, probabilmente per il sangue che manca, dal momento che è affluito tutto al mio uccello, che mi sta facendo male per quanto è già duro.
<<Ciao>> riesco a dire, prima che il suo sguardo incazzato mi trafigga e mi chiuda la porta in faccia.
Non le do il tempo di farlo ed infilo la punta del mio stivale tra l'uscio e lo stipite per fare che non riesca a chiudermi fuori. Prova comunque a fare un pò di pressione ma si arrende in pochi secondi.
<<Che cosa vuoi, Silas?>>
Perchè il mio nome ha un suono così peccaminoso, pronunciato da lei?
<<Posso sapere perchè cazzo mi hai mollato come un idiota in quel parcheggio?>>
È vero, la partenza non è stata delle migliori e questa non è stata la frase migliore con cui uscirmene data la situazione. Soprattutto perchè conosco già la risposta, ma lei non deve in alcun modo sapere che ho curiosato negli appunti della sua dottoressa, o sarebbe la fine della mia carriera e anche di quella di Nate, oltre che la fine del mio rapporto con lei.
<<Perchè quello che stavamo facendo era sbagliato. Cosí come lo era l'altra sera.>>
E se è sbagliato, com'è che era cosí bello?
<<Dobbiamo parlare di quello che sta succedendo, Selene.>>
<<No, non dobbiamo. Devi solo uscire da casa mia.>>
Quanto mi fa incazzare quando prova a darmi ordini.
Faccio qualche passo in avanti e la vedo indietreggiare come un topino di fronte ad un gatto. Mi chiudo la porta alle spalle: <<Bè te lo puoi scordare. Chiama pure la polizia se vuoi, ma non me ne vado da qui finché non abbiamo parlato.>>
I suoi occhi si accendono di rabbia e ribellione e il mio uccello pulsa nei pantaloni come se fossi un cazzo di adolescente di fronte ad una rivista di Playboy.
<<Perfetto!>> dice. Va verso il telefono accanto al bancone della cucina e prende la cornetta. <<Vediamo cosa ne pensa la centrale di questo tuo comportamento da stalker.>>
In due falcate la raggiungo e le strappo il cordless dalle mani facilmente, alzando il braccio perchè non riesca a riprenderlo.
<<Sbaglio o è proprio il genere di uomini da cui sei attratta, Ragazzina? >>
<<Scusami?>>
<<Che cazzo ci faceva Sebastian Ferguson a casa tua?>> domando, abbassando il braccio. Anche farle sapere dello spyware sul suo cellulare è fuori discussione.
<<Mi ha chiesto di vederci e così l'ho invitato qui...>>
<<E quale parte di volevaviolentarti non ti è chiara?>>
<<Cristo! Se solo mi lasciassi finire di parlare...>> sbraita, rimettendo la cornetta a posto. Se non altro sono più tranquillo adesso che non ha più intenzione di chiamare la polizia.
<<L'ho invitato qui per mandarlo al diavolo una volta per tutte.>>
<<Non mi sembrava il comportamento di una che lo stava respingendo.>>
<<Visto? Tu non riesci proprio ad andare oltre le apparenze vero?>>
<<Apparenze? Cristo, guardati, Selene. Eri praticamente senza vestiti, da sola con un figlio di puttana che fino a qualche sera fa voleva farti perdere i sensi per scoparti. E adesso arrivo qui e ti ritrovo con un succhiotto da liceale sul collo, dopo che lo hai salutato con un abbraccio. Queste non sono apparenze. È la realtà.>>
I suoi occhi si spalancano e se potessero mi ucciderebbero all'istante per quanto si riempiono di odio.
<<Oh, davvero? E se ti dicessi che quando è arrivato avevo appena finito la doccia e che per evitare di stare da sola con lui l'ho fatto accomodare in giardino, dove la mia vicina, la Signora Reynolds, sta dando un barbeque con degli amici?Sembrerei meno stupida forse?>>
Non dico una parola.
<<Se ti dicessi che la sua vicinanza, la sua sola presenza mi dà dava il vomito e che l'ho trattato gentilmente solo per non fargli capire che sapevo tutto e non mandare all'aria il lavoro che avete fatto alla centrale, contro le sue gare clandestine del cazzo? Che mi dici, caro Silas? Questo mi fa sembrare meno ragazzina?>>
<<Io...>>
<<E se, per finire, aggiungessi che questo non è un succhiotto?>> strattona il tessuto della vestaglia ed espone il collo.
<<Ero in giardino e un ape si è posata sul mio bicchiere di limonata. In un'altra occasione avrei urlato, ma ho promesso a Violet di impegnarmi a superare la paura di quei dannati insetti, se avesse provato a nuotare. Così ho provato a toccarla, è volata via e mi ha punto sul collo. E giusto per puntualizzare: io sarò anche una bambina del cazzo, ma tu hai quarant'anni e non riesci a distinguere un succhiotto da una puntura d'insetto.>>
Merda! Ho fatto un casino. Vorrei provare a rimediare ma ho paura di fare altri danni. Faccio un respiro profondo e questa volta rifletto attentamente prima di parlare.
<<Mi dispiace. Sono stato un idiota. Non ho mai pensato che tu non sia abbastanza intelligente e, francamente, non avrei mai pensato alla puntura d'insetto. >>
<<No e vuoi sapere perché? Perchè mi hai spiata e quando lo hai visto uscire da casa mia e poi hai notato il morso, non hai riflettuto nemmeno per un momento su quali altre spiegazioni potessero esserci. La cosa più facile era pensare che Selene Green, la troia con cui hai pomiciato in macchina, se la stesse facendo con lo stupratore di Waveside per farti dispetto. Dico bene? >>
Ma che diavolo sta dicendo? Mi avvicino a lei e senza volere la chiudo tra il mio corpo ed il bancone della cucina.
<<Attenta a come parli, Selene. Non ho mai pensato che tu sia una troia e non riferirti mai più cosí a te stessa. O quanto è vero Dio, vedrai come sono quando mi incazzo davvero!>>
Sono sollevato dal fatto che Ferguson non l'abbia nemmeno sfiorata. Ma mi fa incazzare che pensi questo di se stessa. E ancora di più, mi fa incazzare il fatto che sia mia la colpa, se pensa di essere una puttana.
Ora è di nuovo impaurita. E la cosa manda in ebollizione il poco sangue che ancora non è affluito al mio cazzo.
<<Bene, mi sembra che abbiamo chiarito, no? Ora puoi andare.>> mi dice. Tenta di mantenere un atteggiamento spavaldo, ma so che si sente un animaletto in gabbia e se la sta facendo sotto.
<<Vuoi scherzare? Non abbiamo chiarito proprio niente.>>
<<Cristo santo, Silas! Di che altro vuoi parlare? >>
Non so cosa scatti in me, a quelle parole. Non so quale diavolo di meccanismo si attivi nel mio piccolo cervello malato. Solo solo che prima ancora di potermi fermare porto una mano alla sua gola e stringo
<<Di questo, Selene. Dobbiamo parlare di questo.>>
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LOVE ME DANGER - Amore oltre l'abisso
RomanceIl sole splende sempre a Waveside County, la piccola cittadina della California vicino all'oceano dove Selene vive con sua madre. Eppure, la sua vita ultimamente è davvero buia: gli studi per l'esame di psicologia diventano più difficili ogni anno c...