13. (Selene)

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Le sua mani sono ruvide, calde contro la mia pelle delicata. Stringono, graffiano, afferrano, mentre le sua bocca non fa altro che risucchiare la mia in un bacio senza via d'uscita.
Che diavolo sto facendo? Mi sto davvero lasciando baciare da questo stronzo?
E quando sento un nuovo brivido percorermi la schiena, la risposta arriva, diretta come un fulmine che si schianta a terra.
Sì, sto baciando Silas Wolfe. E mi piace da impazzire.
Mi afferra per i capelli e la sua lingua torna ad esplorare la mia bocca con una voracità che mi fa fremere tra le gambe e mi porta a spingermi sempre piú contro di lui, alzando i fianchi ostacolati dalla cintura di sicurezza.
Soltanto ora, con la voglia di lui che bagna le mie cosce, di due cose mi rendo irrimediabilmente conto: la prima è quanto io lo abbia desiderato per tutto questo tempo. La seconda è che anche lui vuole me.
Sono davvero tante, troppe informazioni da elaborare, se sommate al fatto che mi ha appena salvata da una probabile violenza sessuale.
Il mio stomaco si aggroviglia al pensiero di ciò che sarebbe potuto accademia e decido di allontanare quel pensiero. Mi concentro su Silas che contro ogni pronostico, sembra volermi quanto io voglio lui.
Le sue mani trovano presto la strada verso il mio seno e lo sento emettere un ringhio cupo prima di catturarne uno nella sua mano enorme. Lo stringe, finchè dalla mia bocca non esce un piccolo gemito che lo fa sobbalzare e bloccare.
Che succede? Perchè si è fermato?
Si stacca da me come se gli avessi procurato una scossa e mi osserva come se fossi un frutto prelibato, ma troppo acerbo per essere assaggiato.
<<Cristo!>> esclama poi, col fiato corto <<Selene, io...>>
Lui cosa?
Ha la schiena poggiata al finestrino dietro di lui, mente la sua mano sinistra sta stringendo il volante. Ha l'aria inquieta, pentita.
Le labbra sono gonfie, consumate dal bacio di poco fa ed i suoi occhi blu mi stanno scrutando lenti ed inesorabili, in bilico tra il piacere e l'odio per sé stesso.
Anche io sto respirando a fatica ed ho la mente annebbiata e confusa dal desiderio, dalla frustrazione e dalle mille domande che vorrei fargli e farmi.
E gliele farò, solo...Non adesso.
<<Non posso farlo, Selene?>>
Un momento, che cos'ha detto?
<<Come?>>
<<Mi dispiace sono stato un coglione, non avrei dovuto fare ciò che ho fatto?>>
<<N-Non capisco.>> balbetto e mi passo una mano tra i capelli che si stanno appicicando alla mia pelle sudata.
Si sta davvero tirando indietro?
<<Mi stai prendendo in giro?>> gli domando.
Scrolla la testa e si massaggia la fronte e gli occhi con la mano.
<<Sei...Sei una bambina e quello che ho fatto è stato impulsivo e stupido, mi dispiace.>>
<<Una bambina?>> chiedo, ormai visibilmente irritata. <<Prima mi infili la lingua in gola e poi mi dai della bambina?>>
<<Non so cosa mi sia preso, io...>>
<<Te lo spiego io cosa ti è preso, testa di cazzo: mi hai vista con un altro uomo e hai dato di matto.>> gli dico, avvicinandomi con il busto e tirandogli un pugno sul petto marmoreo. <<Perchè quelli come te sono megalomani del cazzo, convinti che tutto gli appartenga, anche quello che non vogliono. Guai a chi lo tocca! Dico bene?>> Slaccio la cintura di sicurezza <<E quando qualcuno arriva e minaccia di portarglielo via, fanno esattamente quello che hai fatto tu, tentando di marcare il territorio.>> gli scaglio un altro pugno, più forte, stavolta sulla spalla.
<<Queste sono cazzate.>> mi risponde, calmo. <<Credi davvero che sia geloso di un veterinario che come hobby pratica corse clandestine e sesso non consensuale?>>
<<Per l'amor di Dio, Silas! Avrebbe potuto essere anche peggiore di quello che è, e ti avrebbe comunque infastidito.>>
<<Ti stai sbagliando.>>
<<Ah sí?>>
<<Sì.>> ringhia quasi.
<<E allora perchè mi hai baciata, mh?>>
C'è una lunga pausa, silenziosa e pesante. Non mi guarda nemmeno in faccia e scrolla la testa: <<Non ne ho idea. Sei una bella ragazza, sei attraente.>>
<<Ma sono una bambina, giusto?>>
Non mi sono mai vergognata tanto in vita mia. Non solo mi sono mostrata in tutta la mia ingenuità e stupidità, facendomi quasi violentare da quel figlio di puttana, ma adesso mi sono pure lasciata baciare da questo stronzo.
E quel che è peggio è che mi sono accorta che, a discapito di ogni discussione avuta con lui, è quello che ho sempre voluto, nel profondo di me.
Quella di stasera è stata un'umiliazione pubblica e personale, che la mia mente fatica ad accettare. Una ferita che il mio cuore fatica a curare.
Sto cercando di non peggiorare la situazione scoppiando a piangere, ma Silas mi dà il colpo di grazia.
<<Sí, lo sei. Sei una cazzo di bambina.>> risponde. Sento le lacrime pungermi gli occhi, ma non voglio dargli questa soddisfazione.
<<Senti, il mio è stato un becero momento di debolezza. E so di averti messa in una situazione del cazzo perciò, se da domani non vorrai piú vedermi
e vorrai smettere di lavorare per me, lo capirò.>>
Che cosa? Certo, gli piacerebbe.
<<Nemmeno per idea.>> gli rispondo. La voce trema, ma cerco comunque di tenere alta la testa e la dignità.
<<Non rinuncerò ad un rapporto sano con mia madre e ad uno stipendio che mi serve per pagarmi gli studi, perchè Mister Arroganza ha deciso che non riesce a tenerlo nei pantaloni.>>
Lo osservo passarsi una mano tra i capelli, mentre apre di poco il finestrino.
<<Continuerò a lavorare con Violet e per Violet. Di certo non per te. Io e te abbiamo chiuso.>> apro la portiera dell'auto ed il suo sguardo si allarma.
<<Dove vai?>>
Non rispondo.
<<D'ora in avanti il nostro rapporto si limiterà ai saluti e ad un bonifico mensile. Niente di piú.>>
Chiude gli occhi, confuso e poi li riapre scrollando la testa. Ho l'impressione che non abbia sentito una sola parola di quello che ho detto.  Ha lo sguardo fisso su di me, che ho già le gambe fuori dall'auto.
<<Che stai facendo, Lily? Torna in auto.>> sospira, come se ne avesse abbastanza. Probabilmente è proprio cosí.
<<Chiederò un passaggio.>>
<<E a chi? A uno di quei tossici al raduno?>>
<<Non ti riguarda.>>
Voglio stare da sola, ho voglia di piangere e non posso farlo di fronte a lui. Ho bisogno che se ne vada e alla svelta.
<<Selene, per l'amor del cielo, sali in auto!>> grida.
<<Non mi dici quello che devo fare.>> ribatto, mentre mi alzo e mi sistemo il vestito.
Non sento arrivare nessuna risposta e penso che forse abbia capito che deve lasciarmi in pace. Ma in poco tempo capisco di essermi sbagliata.
Silas Wolfe si sgancia la cintura, scende, fa il giro dell'auto e piomba in picchiata su di me come un falco.
In piedi di fronte alla portiera aperta, rimango in trappola quando scaglia con violenza la mano contro la carrozzeria del tettuccio.
Se non fosse impossibile, giurerei che l'abbia ammaccata, per la forza con cui l'ha colpita.
Sobbalzo e deglutisco a fatica, mentre i suoi occhi mi tagliano con lame ed il mio cuore inizia a battere all'impazzata.
Sono in pericolo? E perchè mi sembra tutto cosí tremendamente sexy?
Silas si avvicina ed io indietreggio fino a quando non esaurisco lo spazio tra me e l'auto.
Si piega in avanti, finchè la sua bocca non è di nuovo a pochi centimetri dalla mia. Ed è qui che mi rendo conto che sono davvero la peggiore delle stupide. Perchè nonostante tutto quello che ha fatto, ora che mi è cosí vicino, sto comunque pregando che mi baci di nuovo.
<<Mettiamo le cose in chiaro, Selene...>> socchiude gli occhi arrabbiati e prende un respiro.
<<Se non fossi intervenuto io, ora saresti distesa in qualche vicolo buio, con quel vestito striminzito alzato e una cerchia di viscidi che ti scopano a turno mentre tu ti fai un pisolino.>>
Descrive fin troppo bene lo scenario che poteva attendermi. Mi dà la nausea.
<<Perciò non ti lascerò tornare da quei delinquenti, aspettando che si giochino al meglio la loro seconda chance di stupro.>>
<<So badare a me stessa.>> dico, per orgoglio.
<<Oh, sí. Me ne sono accorto.>> risponde lui, sarcastico. Gli occhi ridotti a due fessure taglienti.
<<Non importa se da domani non vorrai piú rivolgermi la parola, se mi odi o se stanotte verrai ad accoltellarmi mentre dormo. Dovrai passare sul mio cadavere per tornare a quel cazzo di raduno.
Sono stato chiaro?>>
Ci penso su qualche secondo:Certo, tornare all'evento darebbe una bella lustrata al mio orgoglio ammaccato. Ma non servirebbe a nulla farlo da sola, correrei troppi rischi inutili. Senza contare che, di certo non voglio piú avere nulla a che fare nemmeno con quell' energumeno di Sebastian Ferguson.
Per finire, Silas ha di nuovo quello sguardo inferocito che ho visto svariate volte e che mi fa una paura tremenda, oltre che farmi venire una gran voglia di farmi toccare.
Che stupida!
Sí, tornare a casa , ora come ora, sembra la scelta piú saggia.
Chiudo a chiave l'orgoglio e mi siedo di nuovo sul sedile. Lo osservo sbattere la mia portiera, fare il giro dell'auto e chiudere anche la sua portiera con la stessa intesità.
<<Allaccia la cintura.>>
<<Hai intenzione di fare ancora i duecento all'ora?>>
<<No, Selene.>> mette in moto e parte <<Farti bagnare non è compito mio e soprattutto non mi interessa.>> sentenzia freddamente, senza nemmeno guardarmi. Siamo a pochi centimetri, eppure distanti anni luce. Quando fino a qualche ora prima eravamo totalmente in sintonia e sembravamo quasi una coppia di amici.
Un altro schiaffo al mio ego, ormai in ginocchio. Stringo l'orlo del vestito nel pugno nel tentativo di trattenere le lacrime e mi volto verso il finestrino.
Questo stronzo non merita nemmeno uno sguardo.

LOVE ME DANGER - Amore oltre l'abissoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora