Sette - Novità

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«Signor Potter?»

«Dimmi, Smith».

«Abbiamo novità».

Il corvino scattò in piedi, si infilò le pantofole e corse in terrazza poco lontano da Ginny che ancora giaceva nel letto dormiente.

Avevano novità. Harry mai avrebbe pensato che avrebbe ricevuto notizie il giorno di Natale, e non avrebbe nemmeno potuto immaginare che i suoi uomini si sarebbero messi al lavoro anche nei giorni di festa.

«Che novità?» cercò di nascondere l'agitazione quanto più possibile.

«L'assassino è una donna» sputò fuori e Harry sentì il fiato mancargli. Questo non se lo sarebbe mai aspettato. «Abbiamo trovato un'unghia ricostruita tra i vestiti della vittima; supponiamo le si sia rotta durante la colluttazione».

Il corvino si passò una mano fra i capelli scompigliati e rilasciò un sospiro nervoso.

«Qualcos'altro?»

«No, la stiamo analizzando per capire se sono rimaste tracce del DNA dell'assassina attaccate al pezzo di unghia rotto. Dobbiamo restringere il cerchio».

«Fai quello che devi, Smith» rispose. «Chiamami appena sai qualcosa».

«Sarà fatto» acconsentì prima di attaccare la chiamata.

Harry posò il telefono sul comodino e si sdraiò di nuovo sul letto, sospirò per la millesima volta. Quella notizia era stata l'ultima che si sarebbe aspettato di ricevere. Non sapeva perché ma c'era sempre stato qualcosa dentro di lui che gli aveva fatto pensare che colui che aveva ucciso Astoria fosse un uomo e invece si era sbagliato di grosso. Era stata una donna. Non osava immaginare come avrebbe potuto reagire Draco appena avrebbe saputo la notizia.

«Lavoro?» interruppe il flusso dei suoi pensieri Ginny che si era svegliata e ora lo stava guardando girata su un fianco.

«A quanto pare» rispose girando la testa verso di lei. «Chi ha ucciso Astoria è una donna».

«E perché ti destabilizza così tanto?»

«Perché non mi sembra vero. Venticinque coltellate e morte per strangolamento. Una donna... mi sembra assurdo».

La rossa sospirò. «Harry... ha più senso così. Quale uomo vorrebbe Astoria morta? Draco ha sempre avuto molte ragazze che gli correvano dietro tra cui la Parkinson, ti stupisci davvero?» gli disse. «Io mi sarei stupita molto di più se fosse stato un uomo».

«Effettivamente hai ragione» rispose. «Ma non penso Draco le mettesse le corna, per quale motivo una sua possibile fiamma l'ha uccisa? Non ti sembra un motivo un po' futile?»

«Tu non uccideresti per me?»

«Ucciderei per proteggere la nostra famiglia» rettificò.

«Ti sei appena risposto da solo, Harry».

Il corvino sospirò ancora e si alzò dal letto mettendosi seduto. «Spero che Draco non si innervosisca troppo quando gli dirò quello che ho detto a te».

«Dovrà accettarlo prima o poi, Harry. Vedrai, capirà».

«Me lo auguro» disse prima di rinfilarsi le pantofole e uscire dalla stanza con l'intenzione di raggiungere Draco. Era mattina presto e la casa era ancora immersa in un silenzio tombale, non sarebbe stato difficile infilarsi nella sua camera e raccontargli ciò che Smith gli aveva riferito solo pochi istanti prima.
Ma appena arrivò davanti la stanza e schiuse la porta notò il buio totale e una figura addormentata sul letto: era Draco ancora immerso in un sonno profondo.

In un'altra vita - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora