Tredici - Diecimila volte

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«Papà!» urlarono in coro Albus e Scorpius appena videro i due uomini rientrare in casa stravolti ma tremendamente felici.

«Ciao, peste» sorrise ampiamente Harry accogliendo il figlio fra le braccia che presto fu raggiunto anche da James che aveva sentito tutto quel casino.

«Dove sei stato?» chiese Scorpius al papà facendogli fare un mezzo sorriso.

«Non importa, piccolo. Hai dormito bene?»

«Oh, eccome se l'ha fatto!» sbottò una voce alle loro spalle che Harry riconobbe all'istante. Sospirò pesantemente e si girò guardandola dritto negli occhi. «Ha dormito benissimo, meravigliosamente oserei dire, anche senza di te».

«Ginny, calmati» intervenne il corvino lasciando Albus e James in piedi ad osservare la scena immobili.

«No, non mi calmo» scese le scale di fretta. «Dove cazzo siete spariti? Sono le dieci di mattina!» urlò.

«Te l'ho detto-...».

«Non ti credo, Harry, risparmia il fiato» lo interruppe prepotentemente.

«Risparmialo anche tu allora» rispose. «Non è il momento di fare queste scenate».

«Ah no? E quando sarebbe il momento che non sei mai a casa?» sbottò ancora.

«Fino a prova contraria, lavoro. Non ho le ferie come te, se mi chiamano perché c'è un caso devo andare, non posso rimanere a casa perché tu devi urlare in questo modo» rispose tagliente. «E adesso basta, non è il momento ho detto».

«Già... però per farti scopare dagli altri è sempre il momento, non è vero?» ringhiò.

Harry strabuzzò gli occhi e lo fece anche Draco. Non per quello che aveva detto, ma per come lo aveva detto e sopratutto davanti ai loro figli. Ma che diavolo le prendeva? Doveva essere impazzita.

Il corvino si allontanò dai suoi figli e prese la rossa per un braccio facendola allontanare da là. Le fece salire le scale tra una lamentela e un'altra e la buttò in camera dove chiuse la porta a chiave.

«Che cazzo ti prende?» sbottò Harry.

«Che cazzo mi prende a me? Che cazzo ti prende a te, casomai!»

«Ma ti sembrano cose da dire? Davanti ad Albus e James, poi!»

La ragazza fece una risatina nervosa. «Dimmi che non è vero».

«Che cosa?»

«Dimmi che non è vero che tu e Draco avete scopato».

«Ma sei impazzita?»

«Coglione, ti si legge in faccia» rispose. «E chissà con quanti altri sei andato».

Harry alzò un sopracciglio irritato e nervoso. «Mh. E tu invece?»

«Fino a prova contraria non sono io quella che se ne andata a farsi scopare chissà dove e chissà con chi la sera di Capodanno».

«Fino a prova contraria non sono io quello che ha una storia d'amore con un collega di lavoro da due anni a questa parte».

Ginny si irrigidì improvvisamente. Lo sapeva? Da quanto? E perché non aveva detto o fatto niente?

Harry fece un mezzo sorriso nervoso. «Sorpresa che io lo sappia?» chiese retorico. «Risparmiati queste scenate, Ginny. Come vedi, non servono a niente» serrò la mascella pronto ad andarsene ma prima di uscire dalla camera si girò e la guardò. «E la prossima volta che te ne esci in quel modo davanti ai nostri figli, meglio che inizi a prepararti le valige».

«Non puoi cacciarmi!»

«Fino a prova contraria questa casa l'ho pagata io, tutto qui dentro l'ho pagato io. Quindi sì, posso cacciarti e in qualsiasi momento».

«Sono la madre dei tuoi figli, Harry. Non fare cazzate».

«Già... lo sei, ma hai mandato all'aria una famiglia. La colpa non è mia, è tua, è ora che inizi a capirlo» e uscì dalla stanza sbattendosi la porta alle spalle.

Scese di nuovo le scale e notò il salotto vuoto. Si guardò un po' intorno ispezionando anche qualche stanza ma solo dopo, buttando per caso l'occhio fuori dalla finestra, notò un gruppo di ragazzi e Draco in giardino intenti a passarsi una palla con i piedi. Stavano giocando a calcio e Lily stava facendo l'arbitro. Come lo conoscesse non aveva la più pallida idea ma era felice di aver portato fuori da quelle mura i loro figli. Almeno non avevano sentito la conversazione e avrebbero pensato che era stata solo un'incomprensione che ora avevano risolto.

Draco lo aveva salvato da un bel casino e l'unica cosa che poteva fare era ringraziarlo. Era il minimo che potesse fare.

*

Appena Draco e i loro figli rientrarono, Harry era seduto sul divano con un agenda fra le mani intento a morsicchiare il tappo della penna. Stava cercando un filo conduttore che potesse aiutarlo a capire chi avesse ucciso Astoria eppure sembrava che ogni cosa portasse a una direzione diversa.

«Papà, io e James abbiamo vinto tre a zero contro Scorpius e Draco» disse felice Albus mentre si sedeva al suo fianco. «Anche se Lily non è molto brava a fare l'arbitro».

«Siete voi che non sapete giocare» borbottò la bambina incrociando le braccia al petto imbronciata.

«Non penso sia necessario litigare» li bloccò Harry. «La prossima volta vedrete andrà meglio».

«Io vado in doccia!» urlò all'improvviso Scorpius correndo lungo le scale.

«Avevo detto che ci sarei andato per primo io!» urlò in risposta James seguendolo.

«Ehi, aspettatemi!» urlò infine Albus rincorrendoli.

«Non correte!» li riprese Harry.

Lily roteò gli occhi al cielo e salì anche lei le scale con la differenza che si chiuse in camera sua lontano dagli starnazzi dei fratelli e Scorpius.

Draco scosse la testa divertito e si sedette al fianco di Harry che posò immediatamente l'agenda per dedicargli tutta la sua attenzione.

«Grazie» disse semplicemente.

«Per cosa?» chiese il biondo a tratti confuso.

«Per averli portati fuori da qui».

Draco fece un piccolo sorriso e gli passò una mano sulla guancia. «Per così poco?»

«Non è poco» rispose anche lui con un piccolo sorriso dipinto sul volto. «Mi hai salvato da un bel casino».

«È il minimo che potessi fare».

«Grazie, davvero. Sei speciale» soffiò.

Draco sorrise e gli tolse una ciocca di capelli da davanti al viso. «Tu sei speciale, Harry. Più di quello che credi».

Harry continuò a guardarlo negli occhi con un piccolo sorriso dipinto sul volto e la spensieratezza negli occhi. Si lasciò accarezzare fino a quando non si avvicinò per rubargli un bacio a stampo e leggero. Un bacio che fece sorridere ancora di più Draco e tolse il respiro a Harry per tutta quella felicità.

Il biondo poggiò la fronte sulla sua accarezzandogli la guancia un'altra volta. «Che casino che stiamo facendo».

«Non importa» sussurrò Harry in risposta. «Lo rifarei altre diecimila volte se si tratta di te».

IG: @acciodanjel 🦋

In un'altra vita - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora