Il giorno dopo Harry si alzò arrabbiato come non mai e non con un motivo in particolare. L'interrogatorio con Lucius Malfoy si avvicinava man mano che le lancette dell'orologio scoccavano e la sua rabbia si faceva sempre più vivida. Non era mai riuscito a reggere la presenza di quell'uomo, non sapeva come avrebbe fatto a parlarci.
Draco, al contrario, era ansioso e per niente furioso. Il fatto che dietro quella scrivania ad affrontare un interrogatorio che riguardasse sua moglie ci fosse suo padre e quello a fare le domande fosse Harry, non lo rendeva per niente tranquillo. Inoltre gli indizi erano stati chiari: i capelli erano i suoi e Draco avrebbe dovuto capacitarsene che gli fosse piaciuto o meno.Entrambi si vestirono in rigoroso silenzio e salirono in macchina con la stessa politica. Ron li attendeva già davanti l'ufficio e dire che l'ansia lo stava divorando, era poco. Si era offerto per aiutare Harry a ritrovare suo figlio e a risolvere il caso di Astoria ma sapere che davanti a loro ci sarebbe stato Lucius Malfoy non era sinonimo di tranquillità. Quell'uomo era conosciuto per incutere terrore e se Ron seguiva quelle dicerie ad occhi chiusi, Harry era talmente arrabbiato che avrebbe voluto ammazzarlo con le sue stesse mani. Se solo sarebbe c'entrato qualcosa con il rapimento di suo figlio, lo avrebbe fatto a pezzi.
Entrò nel suo ufficio e la figura austera di Lucius Malfoy gli si parò davanti. Serrò la mascella e lo guardò attentamente: non era cambiato per niente. Stessi capelli, stesse linee estetiche, stessa espressione. Stronzo come non mai.
«Buongiorno, Draco» salutò il figlio posto poco più dietro del corvino. «Weasley...» gli fece un cenno con il viso. «...Potter» posò infine lo sguardo su di lui. «Quanto tempo, sembra passata un'eternità da quando hai avuto la meglio sul Signore Oscuro» fece un mezzo sorriso cattivo, provocatorio. Bastardo. «Eppure sento che si è lasciato sconfiggere, come poteva un ragazzino-...».
«Lasciamo perdere i convenevoli, Lucius» lo interruppe bruscamente ma utilizzando ugualmente un tono tranquillo. Doveva mostrarsi disinteressato, freddo, sicuro; altrimenti lo avrebbe schiacciato con un solo sguardo. «Siediti, abbiamo parecchie cose di cui parlare».
Il mezzo sorriso sul suo volto si allargò. «Come preferisci, Harry». Era la prima volta che lo chiamava per nome, tanto che anche Draco spalancò la bocca incredulo. Assurdo. L'uomo si sedette non distogliendo nemmeno per un attimo lo sguardo da lui. «Stai bene nella tua nuova veste, vedo che te la tiri da quando sei capo Auror, o sbaglio?»
«Non sei tu quello che oggi farà domande. Stai zitto e apri bocca solo quando dovrai rispondere, sono stato chiaro?»
«Harry, non è il caso di-...».
Draco provò a parlare ma Harry lo interruppe semplicemente fulminandolo cin lo sguardo. Se fosse stato necessario avrebbe litigato anche con lui.
«Esci da qui, Draco».
«Cosa? Non erano questi i patti!» sbottò.
«Non mi interessa, esci».
«Ti scoppia il cervello per caso?» urlò stringendo i pugni con forza.
«Non puoi stare qua mentre io litigo con tuo padre. Se vuoi ascoltare, ascolterai fuori, altrimenti stai qui in silenzio e mi lasci farei il mio lavoro».
Draco serrò la mascella. Stavolta era lui ad essere incazzato nero.
«Draco, lascialo fare. Non mi dà modo di preoccuparmi» lo derise e Harry giurò di aver sentito un incendio ardere dentro i suoi occhi smeraldo. Lo odiava come vent'anni prima, non era cambiato assolutamente niente.
«Meglio così. Vorrà dire che finiremo questo interrogatorio prima di quello che immaginiamo» gli rispose a tono il corvino.
«Cosa vuoi, Potter?»
«Ti ho detto che le domande le faccio io» rispose fulminandolo con lo sguardo. «E ti ho fatto chiamare perché sulla scena del crimine, sul corpo della vittima, è stato trovato un tuo capello. Perché?»
L'uomo fece spallucce. «E cosa vuoi che ne sappia io?»
Harry serrò la mascella e chiuse gli occhi per cercare di calmarsi. Doveva stare calmo.
«Niente giochetti, Malfoy. Rispondi» si intromise Ron guardandolo a dir poco male.
«Non prendo ordini da un traditore del suo sangue come te, Weasley».
Harry aprì improvvisamente gli occhi e si mosse di qualche passo. Draco scattò dalla sua posizione e si mise davanti al corvino mettendogli le mani sul petto come per fermarlo.
«Calmati, perfavore» sussurrò. «Non servirà a niente».
«Ha ragione Draco, Potter. Cosa vuoi fare?» lo provocò. «Stiamo perdendo tempo, io me ne vado» si alzò dalla sedia pronto ad andarsene ma Harry fu più veloce.
Afferrò la pistola dai pantaloni e glie la puntò contro. «Siediti».
«Harry» lo richiamò spaventato il biondo. «Mettila giù».
«Malfoy. Siediti» ringhiò.
«Ti conviene dargli retta» diede manforte il rosso.
«Oh, come siamo agitati» ridacchiò l'uomo sedendosi di nuovo. «Ti senti forte con quella?»
«Che cosa cazzo ci faceva un tuo capello sopra il corpo di Astoria?» sbottò non accennando minimamente ad abbassare l'arma.
«Non lo so, Potter».
«Cazzate. Lo sai eccome».
«Forse ci è finito per sbaglio, ci è volato».
«Mh sì, immagino. Con la forza del pensiero magari».
«Potrebbe essere».
«E che mi dici di Albus e Scorpius?» continuò.
Lucius ridacchiò di nuovo. «Davvero credi che sia stato io a rapire mio nipote?»
«C'era un tuo capello sulla scena del crimine. Che ti aspetti che ti chieda?»
L'uomo sospirò e si alzò di nuovo. «Buona fortuna con il caso, Potter» disse rimettendo apposto la sedia.
«Non abbiamo finito» caricò l'arma.
«Temo proprio di sì, invece» fece per andarsene, poggiò la mano sulla porta per aprirla ma improvvisamente delle catene lo avvolsero facendolo immobilizzare. «Che diavolo stai facendo?» sbottò.
Harry fece un mezzo sorriso, scaricò l'arma e la mise di nuovo all'interno dei pantaloni. «Sai, Lucius, oltre ad essere diventato capo Auror, ho anche imparato ad utilizzare gli incantesimi non verbali» si avvicinò a lui e la pelle dei polsi entrò in contatto con qualcosa di gelido. Delle manette. «E sai cos'altro ti dico?» lo ammanettò stringendole forte intorno ai suoi polsi. «Ti dichiaro in arresto per l'omicidio di Astoria Greengrass fino a nuovi indizi. Se essi affermeranno che non sei tu il colpevole allora verrai scagionato, prima di allora il tuo capello è abbastanza per sbatterti in carcere. Bastardo» ringhiò liberandolo dalle catene e spalancando la porta.
«Questo non puoi farlo!» intervenne Draco con gli occhi sgranati e il respiro irregolare.
«Ne parliamo dopo, Draco» spinse fuori l'uomo.
«Liberami Potter, non ti conviene metterti contro di me» ringhiò Lucius.
Harry aprì una cella, gli tolse le manette e lo sbatté dentro con una spinta. La chiuse e lo guardò.
«Tu ti sei messo contro di me molto tempo fa, Lucius. Prega Salazar che trovi degli indizi che possano liberarti, altrimenti inizia a trovarti un avvocato» lo avvertì.
«La pagherai, Harry Potter. La pagherai molto cara» urlò mentre vedeva il corvino allontanarsi sempre di più da lui.
Al suo fianco però c'era Draco che sembrava gli stesse uscendo il fumo dalle orecchie per quanto era arrabbiato e fuori di sé. Avrebbe aspettato di arrivare a casa e poi sarebbe esploso. Non era così che si sarebbe dovuto comportare. Non era questo ciò che gli aveva promesso.
Harry era stato un vero stronzo e Draco glie lo avrebbe detto anche a costo di litigare. Era talmente arrabbiato che non sarebbe riuscito a trattenersi.
IG: @acciodanjel 🦋
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In un'altra vita - Drarry
FanficSEQUEL "ECLISSI DI LUNA". Sono passati diciannove anni da quando Harry e Draco hanno messo fine alla loro travagliata storia d'amore. Harry è ormai un Auror e ha una famiglia composta da sua moglie e i suoi tre figli. Draco invece ha solo Scorpius...