Sedici - Lacrime e sorrisi

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Harry e Draco avevano smesso di parlarsi dopo quella conversazione. Draco girava per la casa senza guardarsi troppo intorno mentre Harry passava più tempo fuori per lavoro che per altro. Stavano cercando in tutti i modi di evitarsi e c'era da dire che ci stavano riuscendo alla grande.

Quella sera i tre si ritrovarono a cena insieme e fu un momento estremamente silenzioso, ognuno finì di mangiare il proprio piatto e si affrettò a raggiungere le proprie stanze.
Harry e Ginny si diressero verso la loro camera e la seconda si rinchiuse in bagno pronta a cambiarsi per rintanarsi sotto le coperte.

Il corvino si limitò ad infilarsi un pantaloncino da calcio rimanendo a petto nudo. Si sdraiò sul letto e afferrò il cellulare.
Non fece in tempo ad aprire nessuno social che Ginny uscì dal bagno con un baby-doll nero a fasciarle il corpo snello. Harry alzò un sopracciglio e la guardò interdetto: ma che diavolo voleva? Non aveva di certo intenzione di...? Oh no.

La donna si avvicinò a lui e gli strappò il cellulare dalle mani per posarlo sul comodino, si mise a cavalcioni su di lui e lo guardò dritto negli occhi.

«Potresti anche fingere che ti piaccia» esordì la ragazza dai capelli rossi.

«Ma che diavolo stai facendo? Il tuo collega di lavoro non ti ha soddisfatto abbastanza oggi?»

«A volte sento il bisogno di essere soddisfatta anche da mio marito, è bello cambiare».

Harry aggrottò le sopracciglia parecchio incazzato. Ma che stava dicendo? Era per caso impazzita?

«Beh, peccato che la cosa non sia ricambiata» le mise le mani sulle cosce per spronarla a scendere. «Scendi Ginny, non è quello che vogliamo. Né io né tu».

«Sì che è quello che vogliamo. Non andiamo al letto insieme da parecchio tempo, dovremo in qualche modo rimediare non credi?»

«Mh, no» rispose secco prendendola con forza dai fianchi per spostarla da sopra di sé. «Vatti a cambiare e lascia perdere. Stai perdendo solo tempo» si alzò dal letto e afferrò il telefono.

«Fai così perché ci pensa Draco a te, o sbaglio?»

«Draco non pensa a nessuno e dovresti saperlo meglio di me ormai. Non ci parliamo da settimane e pensi mi faccia scopare da uno con cui non parlo?» chiese in modo retorico. «Se volevo farlo mi scopavo te. Eppure siamo qua e ti sto categoricamente rifiutando per il bene di entrambi. Saremo anche marito e moglie per il Mondo Magico e il Ministero ma nelle nostre teste siamo divorziati da un pezzo. Lo sappiamo tutti e due».

Ginny sussultò a quelle parole così crude ma Harry aveva ragione. Avevano smesso di amarsi e portarsi rispetto da un pezzo, lei era stata la prima a tradirlo e a smettere di credere nel loro matrimonio, non doveva stupirsi se ora la stava rifiutando.

«Buonanotte, Ginny», uscì da quella stanza chiudendo la porta.

Scese le scale e con le mani che tremavano bussò all'unica porta chiusa al piano di sotto. Non udì risposta ma si decise ad aprire comunque. La stanza era immersa nel buio e a fatica trovò il letto sul quale si stese. In poco tempo trovò il corpo di Draco e lo girò così che potesse essere girato verso di lui.

«Che cazzo vuoi?» sbottò il biondo.

Harry non rispose, semplicemente si nascose fra le sue braccia poggiando il viso sul suo petto nudo. Incrociò le loro gambe e chiuse gli occhi. Finalmente la pace.

Draco rabbrividì. Quando il suo viso si posò sul suo petto non poté non sentirlo umido. Che stesse piangendo? E perché?

Istintivamente gli passò una mano sulla guancia costatando che fosse realmente umida: stava piangendo e quelle erano lacrime belle e buone.
Delicatamente gli afferrò la mano e notò tremasse leggermente. All'improvviso gli sembrò di vedere e toccare l'Harry di vent'anni prima. Gli sembrò di consolarlo da tutto il dolore che gli aveva procurato, di curargli tutte le ferite che il suo cuore aveva accumulato. Gli sembrò di avere tra le braccia un bambino alle prese con il mondo. Un bambino ferito, distrutto, incompreso. Gli sembrò di sentire il suo cuore spaccarsi in mille pezzi, la sua anima perdere colore e lo smeraldo svanire dai suoi occhi profondi. Era stanco. Quelle erano lacrime di stanchezza, di resa, di incomprensione. Ma perché?

«Perché trovate sempre qualcun altro in grado di sostituirmi?» sussurrò in una valle di lacrime. «Sono così facilmente rimpiazzabile? Conto davvero così poco?»

Draco sentì il suo cuore frantumarsi con quello del corvino. Ginny. Il tradimento. Quel suo collega di lavoro. Anche lei lo aveva tradito nonostante condividessero una famiglia, dei figli. Anche lei aveva trovato qualcun altro che la rendesse più felice. Anche lei. E Harry ora era lì a tremare fra le sue braccia perché non era stata la sola a scegliere qualcun altro al suo posto.

Il biondo non riuscì a rispondere, si limitò a stringerlo ancora di più e a infilare la mano fra i suoi capelli scompigliati sperando bastasse a colmare il dolore. Ma davanti a quel gesto, Harry scoppiò a piangere nascondendo il viso nell'incavo del suo collo. Draco cercò di trattenersi ma non ci riuscì: una lacrima sfuggì al suo controllo rigandogli la guancia pallida.

«Mi dispiace» sussurrò Draco fra i suoi capelli. «Mi dispiace così tanto».

«Perché? Cosa ho fatto di male?», aveva ricominciato a tremare, sentiva di non riuscire a smettere. «È così divertente vedermi stare così?»

«No piccolo, no» sussurrò. «Non lo é».

Ancora tremante si staccò dal corpo del biondo e si mise seduto passandosi entrambe le mani fra i capelli corvini. Tirò su con il naso e abbassò lo sguardo totalmente spento e privo di vita.

«Ehi» sussurrò il biondo avvicinandosi per afferrargli la mani. «Smettila di tremare».

«I-Io credevo che dopo di te, Ginny mi avrebbe fatto stare bene, mi avrebbe amato e mi avrebbe dato tutto quello di cui avrei avuto bisogno ma... ma oltre ai miei figli non ho ricevuto niente. Nemmeno l'amore che era quello di cui avevo bisogno. E lei lo sapeva. Lo aveva sempre saputo» raccontò il corvino con il labbro inferiore che tremava. «Ho dato il mio massimo sia con te che con lei ma non è bastato...» alzò lo sguardo verso di lui, era stracolmo di lacrime. «... non è bastato a farvi rimanere con me».

«Harry...» sussurrò Draco con un'altra lacrima che minacciava di uscire.

«Mi dispiace di non esser stato abbastanza» sussurrò.

Il biondo non lo fece continuare. Si avvicinò e gli rubò un bacio leggero. «Tu sei sempre stato abbastanza» sussurrò mordendogli il labbro inferiore. «Sono io che non ho saputo apprezzarti».

Harry scosse leggermente la testa. «Non penso sia così».

«È così» confermò rubandogli un altro bacio. «Ti amo da una vita Harry, ma non ho avuto altra scelta. Non volevo deludere mio padre e volevo proteggerti da me e dalla mia famiglia. Sai che disastro sarebbe accaduto?»

Il corvino lo guardò interdetto. Sapeva che aveva ragione ma non avrebbe dovuto tradirlo. Avrebbe preferito sentire una dolorosa verità in confronto a tutto quello che aveva passato quando lo aveva scoperto.

Draco gli prese il viso fra le mani. «Cosa è successo? Perché sei corso da me?»

Harry sospirò. «Ginny ha provato a convincermi ad andare al letto con lei ma io non ho voluto. Abbiamo discusso e io sono corso qui. Da te».

«Perché non hai voluto?»

«Perché non mi andava. E non aveva senso andare al letto con una persona con cui hai perso ogni rapporto. Lei si fa i fatti suoi e io mi faccio i miei. Se oggi non ha avuto modo di sfogare le sue fantasie sessuali non sono di certo cose che mi riguardano».

«E lo sa che sei qua?»

«No, ma penso se lo immagini».

«E allora che ne dici di farle sentire quanto si diverte il suo amato maritino solo un piano più sotto di lei?» sussurrò il biondo baciandogli il collo delicatamente e leccandoglielo.

Il corvino chiuse gli occhi per godersi quel momento. «Mh, non vedo l'ora» rispose facendo un mezzo sorriso.

Adesso sì che gli andava. Il suo corpo aveva iniziato a reagire e sorrise ad ogni tocco del biondo. L'effetto che gli faceva lui era incomparabile. Era come il sole dopo un temporale.

Meraviglioso.

IG: @acciodanjel 🦋

In un'altra vita - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora