Otto - Ti odio

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A Draco cadde il calice dalle mani, si frantumò in mille pezzi ed emise un rumore sordo e fastidioso.
Una lacrima gli rigò il viso. Un bambino... chiunque avesse ucciso Astoria, aveva ucciso anche il bambino che stava crescendo dentro di lei. Suo figlio. Non aveva avuto nemmeno il tempo di annunciarglielo.

«C-Come-...»

«Sono i risultati dell'autopsia» rispose. «E poi, dopo aver portato via il corpo da casa vostra e aver ispezionato la casa, poco distante dal punto esatto in cui è avvenuta la colluttazione abbiamo trovato un test di gravidanza» spiegò. «Supponiamo sia stata la causa della lite».

Seguirono attimi di silenzio, attimi in cui l'unica cosa udibile era il respiro irregolare di Draco. Ginny aveva detto a Harry che prima o poi lo avrebbe accettato ma davanti a quelle notizie così sconvolgenti e l'espressione che Draco aveva dipinto sul volto, non sapeva se sarebbe stato effettivamente così. Non sapeva se lo avrebbe mai accettato.

«L'hanno uccisa prima che me lo dicesse...» sussurrò.

«Draco-...».

«Sai da quanto ci stavamo provando?» soffiò con gli occhi strapieni di lacrime. «Sei anni... sono sei fottuti anni che ci proviamo, abbiamo anche pensato che dopo Scorpius non potessimo più avere figli. Sai quante visite abbiamo fatto? Quante cure le hanno dato? E non aveva niente, era solo per accelerare i tempi perché era troppo tempo che provavamo e ora...» scosse leggermente la testa. «Hanno ucciso lei e anche il figlio che avevamo tanto voluto, e tu dici che non dovrei ammazzarla?»

Al corvino scivolò una lacrima davanti a quella confessione perché lo capiva. Se qualcuno avesse ucciso Ginny dopo che erano riusciti a concepire un bambino che tanto avevano voluto, chiunque sarebbe stato lo avrebbe ammazzato con le sue stesse mani. Avrebbe voluto fermare Draco e dirgli che stava sbagliando ma non ci riusciva. Avrebbe avuto la stessa sensazione addosso.

«Draco» lo chiamò piano. «Non te la lascerò ammazzare, hai un figlio da crescere che ha bisogno di te, ma ti giuro che farò il possibile per farla marcire in carcere per tutta la vita» lo guardò. «Mi hai sentito? Avrà quello che merita, te lo prometto».

Il biondo annuì leggermente e si asciugò le lacrime. «Grazie» sussurrò.

«E fallo un sorrisino, è ancora Natale e tuo figlio si sta divertendo da matti» fece un mezzo sorriso il corvino cercando di tirargli su il morale.

Sul viso di Draco si dipinse un piccolo sorriso involontario e lasciò che Harry gli passasse il pollice sulla guancia per togliergli l'ultima lacrima che era rimasta. Una scarica di brividi invase il corpo del biondo che si era dimenticato come ci si sentisse ad avere Harry ad un passo da lui che lo accarezzava.

Quell'attimo però rimase sospeso tra loro perché il telefono di Harry squillò facendoli sussultare. Il corvino si allontanò velocemente e lo afferrò per vedere chi fosse: Alex.

L'uomo roteò gli occhi al cielo e si rimise il telefono in tasca. Bevve l'ultimo sorso di vino e si girò pronto a rientrare in casa ma Draco lo bloccò.

«Dovresti rispondergli» lo guardò. «Non smetterà».

«Non ho intenzione di farlo» rispose girandosi per ricambiare lo sguardo. «Si stuferà».

«Non lo farà» lo contraddì. «Devi essere più chiaro con lui».

«Non ho bisogno che tu mi dica cosa fare».

«Evidentemente sì. Sai cosa farebbe la Weasley se lo scoprisse? Lei a casa ad accudire i tuoi bei bambini e tu a scoparti gli altri come se non avessi una moglie a casa che ti aspetta la sera».

Harry serrò la mascella. «Non sai niente, Draco. Smettila».

«Sarà anche così ma ricordati che tu mi hai condannato a vita per la stessa cosa che adesso stai facendo tu» gli puntò dito contro. «Non dimenticartelo, Harry. Io non l'ho fatto».

Il corvino sospirò pesantemente. «Ginny non è chi credi sia. Draco, davvero... smettila, non sai niente».

«Fai come credi ma poi non venire a piangere da me. Che ti sia chiaro».

Harry alzò un sopracciglio dubbioso e divertito. Davvero glielo aveva detto? Non poteva crederci.

«Sei l'ultima persona che può farmi lezioni di vita. Risparmia il fiato».

«Lo farò» distolse lo sguardo. «Non mi sembri in vena di capire».

«La mia vita privata non ti riguarda» sbottò prima di dargli di nuovo le spalle e fuggire via dal suo sguardo. Rientrò in casa e si chiude la porta alle spalle; non aveva nessuna voglia di continuare a perdere tempo e non aveva voglia di raccontare a Draco ciò che lui e Ginny facevano. Erano grandi abbastanza per vedersela da soli.

Appena rientrò, la figura di James gli andò incontro felice e lasciò che il padre si abbassasse per accoglierlo fra le braccia.

«E questo a cosa lo devo?» ridacchiò l'uomo.

«Per il regalo che mi hai fatto!» sorrise il bambino. «Sarà perfetta per gli allenamenti una volta a Hogwarts!» si staccò per guardarlo.

Harry sorrise ampiamente. La Firebolt brillava sotto gli occhi di tutti i presenti, era stato il regalo più costoso all'interno di quella stanza ma Harry e Ginny sapevano ne avesse bisogno. Per permettere alla squadra di Grifondoro di vincere la coppa delle case sarebbe servita una scopa che avrebbe fatto correre James da una parte all'altra del campo senza problemi e la Firebolt era perfetta. Soprattutto ora che con gli anni era stata molto potenziata rispetto a quella che aveva avuto Harry a tredici anni.

«Albus è invidiosissimo!»

Il corvino rise e si alzò da terra per raggiungere il salotto dove tutti stavano scartando animatamente il proprio regalo, anche Scorpius. Non aveva visto Draco uscire quei giorni e non aveva la più pallida idea di quando gli avesse preso quel regalo ma ci si era impegnato parecchio. Il bambino biondo scartò l'enorme cartone da dentro il quale estrasse anche lui una Firebolt. Harry sgranò gli occhi e Scorpius sorrise ampiamente felice.

«Che ti credevi, Potter, che ti avrei lasciato vincere?» lo punzecchiò una voce alle sue spalle. Draco. Bastardo.

«Oh mio dio, Scorp!» urlò Albus. «Sai come vinceremo con questa? Siamo alla pari!» sorrise ampiamente.

Harry assottigliò gli occhi e girò lo sguardo verso il platino al suo fianco che aveva un'espressione fiera dipinta sul volto.

«Ti odio» mimò con le labbra il corvino.

Draco fece un mezzo sorriso. «Io di più».

IG: @acciodanjel 🦋

In un'altra vita - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora