Dieci - Scommesse

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Erano passati tre giorni da quel giorno e Harry e Draco avevano cercato vivamente di starsi alla larga senza ottenere chissà quali risultati.

Se Harry tirava avanti a testa alta e fingeva di non avere nessun interesse per il biondo, quest'ultimo non si faceva sfuggire sorrisini provocanti e sguardi che parlavano da soli. Ogni volta che ne aveva l'occasione e il corvino glie ne dava modo, le sue iridi argentate si posavano sul suo fondoschiena e non faceva niente per nasconderlo a Harry che, puntualmente, si mordeva il labbro inferiore come se non aspettasse altro.
La tensione c'era ed era alta ma anche volendo, non avrebbero potuto dare sfogo alle loro pulsioni. La casa era sempre affollata e i loro figli facevano avanti e indietro per le varie stanze senza un minimo freno. Inoltre, al contrario di Harry, Ginny era ferma con il lavoro e a parte quei momenti in cui usciva per fare la spesa, a casa c'era sempre. Quelle di Harry e Draco potevano essere solo fantasie perché non avevano modo di essere realizzate.

Come se tutto ciò non bastasse, non c'erano state altre novità riguardo il caso di Astoria. Harry aveva fatto ulteriori ricerche anche all'insaputa del biondo senza ottenere nessun risultato: era come se si trovasse in un vicolo cieco circondato da lupi pronti a sbranarlo se solo avesse provato un'altra via di fuga.
Harry era bravo nel suo lavoro, così come lo era sempre stato anche Ron ma quel caso sembrava essere fatto apposta per non essere risolto. Il migliore amico lo aveva sempre affiancato nei casi che avevano avuto ma quella volta lo avrebbe fatto da lontano e senza intromettersi troppo: Harry aveva richiesto la totale solitudine, sapeva quanto Draco ci tenesse a tenere più segrete possibili le indagini in quanto la notizia della morte di Astoria si era già diffusa notevolmente. Ron, senza esitare, si era fatto da parte ma ogni qualvolta che Harry gli chiedeva consigli o gli chiedeva semplicemente di aiutarlo quando si trovava in difficoltà non si tirava mai indietro: era pur sempre il suo migliore amico e se aveva bisogno di lui, allora lo avrebbe aiutato anche se di mezzo c'era Draco Malfoy e la sua odiosa famiglia.

*

La sera del trentuno dicembre era arrivata e casa Potter era di nuovo stracolma di gente. Tutta la famiglia Weasley si era riunita lì, ogni fratello con la rispettiva moglie e i rispettivi figli. La tavola era imbandita di cibo di ogni tipo e ogni tanto qualcuno non poteva evitare di rubarsi qualche cosa per stuzzicare. La cena era ormai quasi pronta e il giardino era affollato di gruppetti riuniti intenti a bere un calice di vino o di prosecco; tra questi c'erano Harry e Draco impegnati in una conversazione animata lontano da occhi indiscreti.

«Harry, rispondi e metti fine a questa storia» sbottò Draco cercando di non alzare troppo la voce.

«Si stuferà» disse certo.

«Non lo farà, te l'ho già detto».

«Sì invece».

«No» serrò la mascella. «Fallo Harry o rischi che tua moglie ti scopra».

Harry scosse la testa divertito e bevve un sorso di vino dal calice che teneva fra le dita. «Sai cosa glie ne frega» ironizzò nervoso.

Il biondo sgranò gli occhi. «Ma sei impazzito per caso?»

«No» scosse la testa. «Sono realista».

Draco si passò una mano fra i capelli e sbuffò sonoramente. «Vuoi che ci pensi io?»

Il corvino aggrottò le sopracciglia. «Scusa?»

«Ci parlo io. Se gli faccio una scenata di gelosia non si fa più vivo».

«Questo lo dici tu».

«Sì, lo dico io e ne sono sicuro».

Harry incrociò le braccia al petto. «E io che ci guadagno?»

In un'altra vita - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora