Due - Proposte

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«Ho bisogno di sapere cosa è successo» gli chiese Harry dopo attimi interi che aveva passato a contemplare il corpo della donna. Non poteva crederci. Chi aveva potuto fare una cosa così? Chi aveva potuto compiere un gesto così vile?

«Non lo so. Io e Scorpius siamo solo tornati da King's Cross, appena siamo entrati l'abbiamo trovata così».

Harry lo guardò. «Sapevano che saresti uscito senza di lei».

«Che significa?»

«È stato qualcuno di molto vicino a voi. A chi hai detto che saresti andato da solo a prendere Scorpius?»

«Non lo so... diamine Harry, lavoro al Ministero, sai con quante persone parlo ogni giorno?»

Il corvino alzò un sopracciglio. «E da quando sei così socievole ed espansivo con le persone?» chiese.

«Non lo sono. Semplicemente ho molti amici».

Okay, era assurdo. Decisamente assurdo. In vent'anni Draco era riuscito a diventare una persona diversa da quella che Harry aveva conosciuto. Da quando aveva tanti amici? Si ricordava perfettamente come in sette anni di scuola a Hogwarts si fosse perfettamente mantenuto la sua amicizia con Pansy, Blaise e Theodore senza andare fuori dalle righe. Non a caso, nella Casa dei Serpeverde la maggior parte lo avevano odiato.

«Molti amici? E scusami... hai detto ad ognuno di loro che saresti andato da solo a prendere Scorpius?»

Il biondo roteò gli occhi al cielo. «No. Gli unici a saperlo erano Pansy, Blaise e Theodore, anche i loro figli vanno a Hogwarts».

Adesso tutto aveva un senso. Quasi il corvino riuscì a riconoscere il Draco che aveva sempre conosciuto grazie a quelle parole.

«Bene. Allora temo di doverli interrogare».

«Interrogare? Non pensi di essere un po' esagerato? Insomma... sono i miei migliori amici, non mi farebbero mai una cosa del genere».

«Anche le persone a cui vuoi più bene possono farti male. Non credi?» sputò con un'ironia talmente tagliente che fece zittire improvvisamente Draco. Se l'era cercata. «E poi fa parte della prassi. Chiamali e falli venire qui in fretta, devo restringere il campo».

Il biondo sospirò e solo dopo essersi passato una mano sul viso, afferrò il telefono e li chiamò. Doveva ascoltare Harry. Non aveva altra scelta.

*

«Potter ma ci credi davvero degli assassini?» alzò un sopracciglio Pansy incrociando le braccia al petto.

«No, non vi credo degli assassini. Sto solo seguendo le regole» spiegò.

«Non è che sotto sotto quello ad averla uccisa sei tu?» ridacchiò Blaise facendo ridacchiare anche Theodore e Pansy.

Draco lo fulminò con lo sguardo. «Blaise, chiudi quella bocca» ringhiò.

Harry sospirò e si passò una mano fra i capelli. Sarebbe stato più difficile del previsto gestire quella situazione.

«Smith, scortali fuori. Qui abbiamo da fare» ordinò il corvino facendo cenno al suo collega di portarli via. Li aveva interrogati e gli avevano fatto perdere tre ore buone, tanto che era calato il sole e ormai erano le sette di sera.

I tre, tra un brontolio e un altro, uscirono dalla villa lasciando di nuovo Harry e Draco da soli che ormai non erano più abituati a gestire la presenza dell'altro. Era come se avessero ricominciato da capo senza nemmeno volerlo.

«Mi dispiace per quello che hanno detto, Harry. Sono cresciuti, hanno delle famiglie, ma purtroppo sono rimasti i stessi cazzoni di vent'anni fa» si scusò abbassando anche lo sguardo. Harry scosse leggermente la testa.

In un'altra vita - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora