Sono appena arrivata allo stadio e già voglio tornare a casa. A quest'ora potrei essere nel mio letto, sotto le coperte a leggere un libro e invece mi tocca guardare un branco di ragazzi ammazzarsi per prendere una palla."Avete chiamato Nancy, lasciate un messaggio dopo il bip!"
È la decima volta che provo a chiamare Nancy ed è la decima volta che parte la sua segreteria telefonica. Lei è arrivata qui prima di me e mi ha detto di chiamarla quando sarei arrivata così potevamo sederci insieme. Le ho anche mandato un centinaio di messaggi ma non li ha ancora nemmeno letti.
Con sempre meno voglia di essere qui, mi incammino verso lo stand degli hot dog. Mangiarne uno potrebbe essere la parte migliore della serata quindi lo compro molto volentieri e poi mi allontano dalla fila che si è formata dietro di me. Mentre controllo se Nancy mi ha risposto, e non l'ha fatto, capto un movimento alla mia destra con la coda dell'occhio. È una ragazzina che cammina a passo svelto nella mia direzione ma con gli occhi sta guardando dietro di se.
«Tutto ok?» La ragazzina sussulta sentendo la mia voce e si ferma proprio prima di venirmi addosso. Solo in quel momento noto che a pochi metri da lei c'e un uomo con un berretto abbassato a coprirgli il volto. Quando si accorge di me, si ferma e rivolge un'ultimo sguardo alla ragazzina prima di fare retro front e allontanarsi.
«Grazie» mi dice la ragazzina tirando un sospiro di sollievo.
«Quell'uomo ti stava dando fastidio?» Quando annuisce sento il sangue ribollirmi nelle vene. Al mondo ci sono proprio persone di merda.
«Ero venuta a prendere qualcosa da bere e lui continuava a chiedermi di seguirlo. Io l'ho ignorato ma poi ha cominciato a seguirmi...» I suoi occhi diventano lucidi mentre parla e la voce le trema.
«Se n'è andato adesso, puoi stare tranquilla. Sei qui da sola?» Lei fa di no con la testa e poi si guarda un po' intorno prima di parlarmi di nuovo.
«Sono venuta con i miei genitori per veder giocare mio fratello.»
«Ti ricordi dove sono seduti? Così ti riaccompagno da loro.»
Annuisce. «Grazie...»
«Avery» Le dico il mio nome mentre un po' di tensione scompare dai suoi occhioni blu. Ora che mi sono fermata ad osservarla meglio, non posso non notare come alcuni dei suoi tratti mi sembrino così familiari...
«Io sono Lily.» Mi porge la mano e gliela stringo mentre contemporaneamente spremo le meningi per ricordarmi dove potrei averla già vista.
«Per caso ci siamo già incontrate?» Le domando ad un certo punto mentre camminiamo verso i suoi genitori.
«Non credo anche perché io vivo a Miami con i miei genitori e veniamo qui solo qualche volta per vedere le partite di mio fratello.»
Sto per chiederle chi è suo fratello quando Lily si ferma davanti a due persone vestite di tutto punto. Quando l'uomo e la donna la vedono, tirano un sospiro di sollievo e la donna, che penso sia sua madre, l'abbraccia immediatamente.
STAI LEGGENDO
Tra le strade di New York
Literatura Feminina[Spin-off di "Sotto il sole di Miami"] Ci sono due categorie di persone che Avery proprio non sopporta: i giocatori di football e i figli di papà. Con lei la vita non è stata gentile ma ora che è al college tutto sembra girare per il verso giusto...