IAN
Sono completamente intontito e mi fa male la testa. Mi sento davvero male per quello che è successo e adesso voglio solo uscire da questo posto.
Mi alzo dal lettino e dopo aver firmato delle carte mi cambio e attraverso velocemente il corridoio verso l'uscita. Mi accorgo di essere circondato da stanze piene di gente: chi piange, chi dorme, chi probabilmente sta aspettando un esito e chi sta palesemente soffrendo.
Uscito mi accorgo che l'aria è davvero calda e il sole spacca le pietre, sembrerebbe davvero una bella giornata, ma chiunque attorno a me, ha lo sguardo triste di chi ha perso le speranze, solo pochi escono di lì gioiosi e sollevati. E poi ci sono io che mi sento ridicolo in mezzo a tutto questo. Devo passare oltre. In fondo il mio non è un vero problema, voglio dire, ci sono persone che ne hanno di molto più gravi. Posso solo provare ad andare avanti, anche se in fin dei conti, so già che non ci riuscirò.
Salgo su un taxi che si trova già qui, ma non so dove andare, probabilmente Nina si trova in Hotel per cui decido di farmi lasciare altrove.
"Ehm, può fermarsi a Gozo."
Arrivo e scendo un po' traballante dal taxi, l'infermiera mi ha detto che sarebbe meglio se mangiassi qualcosa, ma adesso non ho per nulla fame. Per cui prendo un succo, tanto per ingerire un po' di zuccheri e vado in spiaggia.
Passeggio un po', con i piedi scalzi sulla sabbia calda, respiro l'aria pulita e cerco di rinfrescarmi le idee. Mi guardo un po' attorno, c'è un sacco di gente, così cerco una zona più tranquilla. E poi eccola lì, dovevo immaginarlo. Nina si volta verso di me e non appena mi vede inizia a correre verso di me staltandomi al collo. Mi stringe forte ed io non so che fare, ma non ricambio l'abbraccio.
"Ian!" Sta ansimando e sembra davvero afflitta. "Non è come credi. So cosa credi di aver visto, ma ti sbagli."
Adesso sono più confuso di prima.
"Che vuoi dire? Non capisco."
"Non ero io! Cavolo come hai potuto anche solo pensarlo? Io ero corsa in bagno per vomitare! Ed era proprio dietro quella tettoia, per questo ho gettato là la mia borsa!"Subito mi sento come se un'ondata di aria fresca mi abbia riempito i polmoni dopo chissà quanto tempo.
Dio, quanto sono stupido.
Le scende una lacrima ed io la seguo. La abbraccio come se non lo facessi da anni, lei ricambia ed io continuo a sentirmi un vero stupido."Scusa, sono un idiota, dovresti essere arrabbiata con me." Le sussurro mentre ancora la stringo.
"Un po' lo sono, ma va bene così, ho pensato a come ti sarai sentito e sono sicura che non sia stata per niente una bella cosa."
le accarezzo il viso tanto soffice e liscio come la pelle di un bambino e penso a quanto mi sia mancato.
"E comunque, Derek è un vero cretino."
Lei scoppia a ridere.
"Beh allora immagina quanto lo sarebbe stato se la ragazza che era con lui fossi stata io."
Lei continua a ridere.
"Questo non dovevi dirlo!" La prendo per la vita e tenendola su una spalla comincio a correre per gettarla in acqua ma io perdo l'equilibrio e cadiamo sulla sabbia e lei è sopra di me. Scoppiamo nuovamente a ridere e lei si avvicina per baciarmi, io ricambio e continuiamo così per un'altra mezz'ora. Poi ci mettiamo seduti, lei si accoccola su di me ed io la stringo. Osserviamo in silenzio per un po' le onde che si infrangono dolcemente sugli scogli, poi, continuando a tenere lo sguardo fisso verso il mare decido di farlo..."Mi vuoi sposare?"