Capitolo 14

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NINA

Sono ormai due settimane che giriamo "The vampire diaries" e la situazione non è che sia cambiata molto. Vedo Ian ogni giorno, non siamo imbarazzati come all'inizio, ma è tutto davvero molto strano ed è una nuova situazione in cui non mi sono mai trovata.

Abbiamo girato stamattina e adesso mi ritrovo a passeggiare per le strade di Atlanta. Decido di andare a prendere un caffè, almeno ho qualcosa da fare a parte il fatto che sono davvero stanca.
"Un caffè macchiato."
Mi siedo in uno dei tavoli e mentre sorseggio il mio caffè una ragazza sui sedici anni si avvicina sorridente.
"Nina? Sei Nina Dobrev vero?"
"Si, sono io." Le dico sorridente anche se probabilmente appaio annoiata, ma sono solo molto stanca.
Dopo aver fatto una foto insieme la ragazza mi chiede di Ian.
"Ehm... al momento ha altro da fare, credo. Non so dove sia tesoro, mi dispiace." Le rivolgo un sorriso sincero sperando che non faccia altre domande e per fortuna dopo avermi abbracciata un'ultima volta va via.

Mi guardo un po' attorno e ripenso a quando io ed Ian venivamo qui quasi ogni giorno a prendere qualcosa, ma a differenza di ora non mi annoiavo mai e con lui passavo praticamente la metà del mio tempo a ridere.
Cerco di scrollarmi questi pensieri di dosso. In fondo è già passato un po' di tempo e devo cercare di andare oltre. Ma è inutile dire che tre anni di relazione non possono essere cancellati in poche settimane e sinceramente, neanche voglio farlo.

Torno a casa e dopo aver indossato qualcosa di comodo mi accascio sul divano che mi riporta alla mente un bellissimo ricordo.
Sto sdraiata fissando il soffitto per circa mezz'ora ma d'altronde è l'unica cosa che mi va di fare al momento. Ogni tanto controllo il telefono, non so perché lo faccio, non c'è un reale motivo a dire il vero. Forse aspetto qualcosa, qualcosa che non arriverà mai e nel frattempo mi sento davvero ridicola. Ma cosa mi aspetto? Che mi scriva? Che dovrebbe dirmi?
Scuoto il capo e rassegnata mi alzo dal divano che ha ormai preso la mia forma. Accendo la TV che non ho intenzione di guardare, ma almeno mi farà compagnia.
Prendo un pacco di patatine e torno in salotto. Mi guardo un po' attorno e noto che le foto mie e di Ian sono ancora lì. Di certo non spariranno da sole, mi dico. Le osservo per un po', poi non appena mi convinco a levarle mi blocco. Ne prendo una stringendomela al petto, poi la riguardo e sorrido. Non è una foto tanto diversa dalle altre, non ha nulla di particolare. L'ho scattata io ad Ian. Quel giorno avevamo avuto una brutta litigata e lui era lì, seduto nella sua scrivania intento a cercare al computer dei biglietti per un viaggio. Quel giorno ci eravamo detti un sacco di cose, lui ha persino detto che se ne sarebbe andato e io lo stesso. Ma lui era lì, che dopo neanche venti minuti stava prenotando un viaggio per noi due. Io l'ho visto per caso e avendo il cellulare in mano ho colto l'occasione per scattargli una foto.
Sembrerà stupido, lo so. Ma in quel momento, quel gesto, ha significato così tanto per me. Eravamo quasi sul punto di lasciarci, ma lui ha cancellato tutto in pochi minuti, come se volesse subito rimediare, come se non fosse mai successo. Questo è stato lottare e in quel momento l'ho amato più di prima.
Inevitabilmente mi scende una lacrima, poi un'altra fino a quando non divento un un fiume straripante.
Poso la foto e prendo il mio cellulare. Apro WhatsApp e faccio per scrivere un messaggio ad Ian: "Sono stanca di tutto questo, Possiamo..." Mi blocco subito sentendo suonare il campanello della porta di casa.

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