Capitolo 28

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NINA

Ian ha messo piede fuori da questa casa appena quindici minuti fa e adesso sento di nuovo un grande senso di vuoto, ma questo momento sarebbe dovuto arrivare e non era neanche giusto tenerlo inchiodato qui con me.

Fra poco è ora di pranzo così decido di uscire e andare a mangiare qualcosa fuori.
Ho voglia di qualcosa di dolce così entro in questa pasticceria e compro delle ciambelle. Mi siedo all'esterno dove sono posizionati alcuni tavolini.
L'aria è fresca ma il mio maglione di lana mi copre a sufficienza per fortuna, così decido di fermarmi ancora un po'. Prendo una bottiglietta d'acqua e un'altra ciambella per poi tornare alla mia postazione. Prima che possa sedermi in lontananza scorgo una sagoma familiare. Paul. Dopo avermi vista si avvicina sorridente e io lo saluto con la mano.
"Ehi Neens, che combini?"
Mi abbraccia e io ricambio facendogli cenno di sedersi.
"Niente di che... oggi sono in vena di dolci... ne vuoi un po'?"
"No ho già mangiato, grazie lo stesso."
Mi sorride mentre io do un grosso morso alla mia ciambella. "Allora... come va?"
"Ehm... bene..."
"Sai... devo ammettere che in questi ultimo giorni ti ho vista un po'... tesa."
"Tesa?" Alzo un sopracciglio fingendomi stranita.
"Si... c'è qualcosa che non va? Sai che a me puoi dire tutto... siamo amici da anni ormai." Ha ragione su questo. Ci conosciamo da tanto tempo, anche da prima che conoscessi Ian e gli altri e abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto. Non ci sarebbe nulla di male se gli dicessi tutto.
"Ehm... il fatto è che... in questi giorni..." Faccio una pausa.
"Si?"
"Beh, mi sono arrivate delle... lettere."
"Delle lettere?"
"Si... e degli sms, da non so chi."
"E che dicono questi messaggi?"
Sospiro. "Dicono tante cose. Ma non le riesco ad interpretare... sono citazioni, alcune frasi sono anche abbastanza sdolcinate devo ammettere, altre sono tipo Arriverò presto, Io non ti lascerò, Ti verrò a prendere, ti porterò via con me... Come se fosse un ammiratore o qualcosa del genere."
"Una specie di stalker quindi?"
"Una specie. Anche se sia io che Ian crediamo che sia stato solo uno scherzo..."
"Capisco... mi dispiace che questo ti abbia fatto preoccupare."
"Fa niente, ormai è passata."
Mi fa l'occhiolino e mi prende la mano sorridendomi amichevolmente. "E invece... con..."
"Kat?" Dico cercando di non sembrare troppo seccata.
"Si... Anche lei mi è sembrata così strana in questi giorni... ho saputo che c'è stata una specie di...lite."
"Si, più o meno."
"Ho capito, non ne vuoi parlare."
"No... è che è una lunga storia."
"Va bene... però cercate di risolvere." Di nuovo mi fa l'occhiolino, poi si alza per andare via. "Ci vediamo allora Neens. Oh, eh... alla fine andrai ai TCA?"
"Ehm... si, si ci andrò. Mercoledì prenderò l'aereo, con Ian. Tu vai?"
"No, non penso, a meno che non cambi idea all'ultimo minuto."
"D'accordo." Gli sorrdo. "Cerca di esserci dai."
"Vedrò cosa possa fare." Mi saluta con la mano per poi allontanarsi.
Anch'io poco dopo decido di tornare casa e iniziare a sistemare le valigie.

Decido di portare con me un po' di tutto. A Los Angeles farà sicuramente più caldo. Apro l'armadio da cui inzio ad uscire maglioni, dato che non si sa mai, jeans, qualche T-shirt più leggera, dei top, leggins, qualche vestito... Il vestito! Cavolo. È ovvio che non posso presentarmi all'evento senza un vestito adatto!
Mi affretto a prendere il cellulare e compongo il numero di Ilaria Urbinati, la mia stylist a cui mi rivolgo sempre per questo tipo di eventi.
"Ehi Nina!"
"Ilaria ciao! Scusa se ti chiamo solo adesso ma... non ci ho completamente pensato, è stato un periodo piuttosto turbolento e..."
"È per il vestito dei TCA?"
"Esatto..."
"D'accordo, vedrò cosa posso fare, ti faccio sapere entro stasera."
"Va bene, grazie!"

Intorno alle 18.00 sento squillare il telefono. Deve essere Ilaria. Quando afferro noto che non si tratta di lei. È Kat. Diamine. Rispondo? Non rispondo? Rimango a fissare lo schermo e alla fine dopo pochi squilli chiude la chiamata. Per qualche motivo tiro un sospiro di sollievo, anche se, qualche minuto dopo ecco che richiama. Questa volta sono io a non rispondere. Poi una terza chiamata. Sospiro rassegnata e alla fine clicco sul tasto verde.
"Pronto?"
"N-nina?"
"Si?"
"Ecco... io... ti chiamo per dirti che... mi dispiace."
"Oh, va bene."
"No... cioè, non mi riferisco a quello che pensi tu..."
Scuoto il capo indignata.
"Quindi non ti stai scusando per avermi chiamata arpia e per avermi detto tutte quelle orribili cose?"
"No, cioè si, anche però..."
"Senti Kat, se speravi che chiamandomi sarei stata io a farti le mie scuse, beh, pensavi male. Puoi essere orgogliosa quanto vuoi ma..."
"Nina ascolta, non so come dirtelo ma..."
In questo momento sento arrivare un'altra chiamata ed è Ilaria.
"Senti Kat adesso devo proprio andare, sto ricevendo una chiamata importante, ci sentiamo." Mi affretto a chiudere la chiamata per poi passare ad Ilaria.
"Ehi, allora?"
"Allora penso di aver trovato il vestito. Ti invio una foto e se va bene per domani pomeriggio posso fartelo spedire."
"Grazie, sei fantastica!"
"È il mio lavoro. Adesso vado tesoro a dopo."
"A dopo!"

Non riesco a smettere di pensare a Kat, non riesco a capire per quale motivo mi abbia chiamata. Cosa credeva? Che avrei ceduto io e le avrei chiesto scusa?
Cerco di scrollarmi questi pensieri di dosso così salgo al piano di sopra e accendo il PC. Apro la mia e-mail e noto che Ilaria mi ha già mandato la foto del vestito con la descrizione sotto: "Elie Saab, TUTA IN CADY CREPE IN PIZZO, Rossa."
È davvero bella. Mi affretto a scrivere un messaggio ad Ilaria: "È perfetta, grazie mille."
E anche questa è andata.
Verso le undici ricevo un messaggio, da parte di Paul:
"Alla fine ho deciso di venire anche io, passo da casa tua e con Ian andiamo all'aeroporto."

"Perfetto, a Mercoledì!"

Martedì pomeriggio arriva il mio outfit insieme alle scarpe così finisco di fare i bagagli e la sera vado a letto a presto. Mercoledì mi sveglio alle 10.00. Indosso una camicia, una giacca e dei jeans. Alle 12.30 Ian passerà a prendermi così mi affrettò a fare colazione e sistemare le ultime cose. È da tanto che non vado a LA così ho deciso che mi fermerò qualche giorno in più.
Finalmente si fanno le 12.15, porto la valigia davanti la porta di casa e attendo l'arrivo di Ian e Paul.
Per ammazzare il tempo decido di uscire in giardino, oggi non piove per fortuna e l'aria non è troppo fredda.
Mi ritrovo davanti un albero e inevitabilmente sorrido vedendo la scritta incisa sul tronco "I+N" A molti porrebbe sembrare una cosa banale, ma per me è molto importante dato che io ed Ian l'abbiamo fatta il primo giorno che siamo venuti a vivere qui insieme.
Improvvisamente sento dei passi, qualcuno che si sta avvicinando a me e che da un momento all'altro mi ritrovo alle spalle intento a gingermi i fianchi. "Ian che fai?" Ridacchio. Mi volto di scatto, ma quello davanti a me non è Ian.

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