Capitolo 18

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IAN

Arrivo davanti casa nostra, ehm... casa di Nina. In realtà non sono sicuro di ciò che sto facendo, dopo aver parlato con Kat forse nel fare una chiacchierata con Nina non ci sarà nulla di male... Ma ammetto che ho fatto tutto molto istintivamente, non ci ho pensato molto e non sono sicuro che venire qui sia stata una buona idea... ma ormai è fatta e se vogliamo dirla tutta, Nina mi manca da morire e ho tanta voglia di rivederla, per cui si... forse Kat è solo una scusa.
Avvicino la mano al campanello ma prima che possa suonarlo la porta si apre e Nina è immobile di fronte a me con uno sguardo abbastanza incredulo.
"Ian?"
"Ehi!"
Noto che il suo sguardo si sposta sul sacchetto del McDonald's che ho in mano.
"Come mai... ehm... cioè..."
Fa decisamente fatica a formulare una frase, di certo non si aspettava che l'andassi a trovare e capisco che in qualche modo sta cercando di dirmi: "Che cavolo ci fai qui?" Ma ovviamente non lo fa. "Ehm... a cosa devo questa visita?" Mi rivolge un sorriso sincero e sembra più rilassata dopo aver trovato le parole giuste.
"Beh, ho pensato che ogni tanto le visite da parte degli amici ci vogliono, per cui, se non ti da fastidio..." Indico con lo sguardo la busta e lei scrolla velocemente il capo.
"Assolutamente no! Entra pure, come potrei dire di no al McDonald's?"
Sorride soddisfatta e si sposta su un lato per lasciarmi entrare. La casa è sempre la stessa, grande, spaziosa, calda e accogliente. Ma qualcosa è cambiata, forse è solo un po' trascurata, ma di sicuro non lo dirò a Nina che mi fissa entusiasta e sicuramente anche abbastanza stupita. D'altronde lo sono anch'io, non so dove ho trovato il coraggio di venire qui, ma l'ho fatto e sono solo tanto felice di essere da solo con la mia Nina.
"Tu si che sai come farmi felice." Mi viene incontro e mi toglie dalle mani la busta poggiandola sul tavolo della cucina.
"Come ai vecchi tempi."
Lei sorride un po' imbarazzata, per cui decido di non fare il minimo riferimento al passato per tutta la sera.

Per mangiare ci sediamo nel tavolo fuori, in giardino. Nina apparecchia la tavola e io l'aiuto, facendo però cadere i bicchieri per terra.
"Cavolo! Scusa, sono un imbranato."
"Lo so, sta tranquillo." Mi fa l'occhiolino e mentre torna in cucina per prendere altri bicchieri mi sembra di sentirla ridacchiare, io sorrido attendendo con impazienza che torni.
"Eccoli..." Sistema i bicchieri e poi inziamo a mangiare.
"Nina..."
"Si?" Mi guarda incuriosita.
"Volevo parlarti di una cosa..."
"Dimmi..." Adesso sembra preoccupata così cerco di tranquillizzarla.
"Sta tranquilla, non è niente di che, solo... ho saputo che hai avuto una discussione con Kat... noi... abbiamo parlato un po'..."
Subito noto che la sua espressione cambia, non sembra preoccupata, solo confusa.
"E di cosa avete parlato?"
"Semplicemente le ho chiesto cosa non andasse... si vedeva che non era molto tranquilla e poi ho notato che spesso vi siete lanciate delle occhiate davvero strane, per non parlare del fatto che non vi siete rivolte la parola..."
"Con tutto il rispetto Ian, ma..."
"Lo so, non sono affari miei. Ma mi dispiace, voi siete molto amiche e Kat è davvero dispiaciuta..."
La sua espressione cambia ancora una volta diventando stavolta stupita.
"Lei te lo ha detto?"
"No... non mi ha detto per che cosa avete discusso ma semplicemente è tanto dispiaciuta e ha paura di parlarti, teme che tu non voglia farlo."
Faccio una pausa, poi ricomincio. "È davvero una cosa così grave? Non potete risolverla?"
"Ian... io..." È evidente che si trova in difficoltà, forse le ho detto tutto troppo velocemente e magari sono stato anche un tantino invadente, ma almeno ci ho provato.
"Scusa, scusa, ho esagerato."
"No... cioè... non so cosa dirti, io voglio bene a Kat e se vuole parlarmi può farlo, non l'aggredirò di certo."
Sospiro. "Lo so che non lo faresti, gliel'ho già detto."
Restiamo per un po' senza parlare, poi Nina rompe il silenzio. "Voi due vi dite proprio tutto eh?" Mi sembra di intravedere un sorrisetto ironico.
"Beh, si... non proprio tutto ma... Lei si fida molto di me."
"Tu no?"
"Si certo...Comunque il punto è che mi dispiace che tra voi ci siano dei problemi... tutto qui, ovviamente vedrete voi cosa fare, non voglio impicciarmi più di tanto..."
"Certo..."
Decido di cambiare discorso e alla fine passiamo tutto il tempo a chiacchierare del più e del meno. Ridiamo fino allo sfinimento tra battute e rievocazioni di vecchi ricordi e ancor di più dopo aver cominciato a bere il vino, fino a qundo non ci ritroviamo completamente sbronzi. Nina un po' traballante si alza ridendo dalla sedia prendendomi per mano.
"Dai! Andiamo!"
"Dove?" Anche io non riesco a smettere di ridere senza però un reale motivo.
"Quiii!"
Inizia a correre in giardino e alla fine
si sdraia sull'erba umida e io faccio lo stesso.
"Guarda!" Mi fa cenno di guardare l'infinità di stelle sopra la nostra testa.
"Si, le vedo." Inizia a ridere e io la osservo incantato.
"Sono... così tante dannazione!" Continua a ridere e io pur non capendo cosa ci sia di divertente faccio lo stesso, probabilmente per l'effetto del vino. Ma mi sento bene, mi sento libero ed è come se fossi tornato a respirare.
Alla fine dopo aver fatto qualche battuta decisamente squallida e aver riso fino a farmi quasi scoppiare un polmone, e lo stesso vale per Nina, smetto, respirando affannosamente.
"Credo di non farcela più. Ho riso troppo."
"Già." Ridacchio un'ultima volta, poi rimaniamo in silenzio per qualche istante.
"Posso farti una domanda, Ian? Però devi rispondermi sinceramente."
"Vedremo..."
"Qual è stata la prima, primissima cosa che hai pensato quando mi hai vista per la prima volta?"
Ci penso un po' sù per poi chiedermi perché mi abbia fatto questa domanda.
"Quello che ho pensato è stato: Caspita, è così... bella e raggiante. Esatto, raggiante, sei sempre stata così..."
"Così?" Nonostante il buio grazie alla debole luce dei lampioni circostanti riesco a vederla mentre sorride contenta.
"Non so spiegarlo, a dire il vero."
"Dai!" Mi da un pugno non troppo forte sulla spalla e io fingo di essermi fatto male rotolando sull'erba. "Smettila, lo so che stai fingendo."
Continuo la mia farsa e lei sbuffa.
"D'accordo appena la smetti mi dai la tua risposta." Incrocia le braccia al petto fingendosi offesa.
"Dovrei essere io quello arrabbiato!"
Rido avvicinandomi a lei.
"Allora?"
Sospiro. "Allora... la vedi quella stella?"
Mi schiarisco la gola e lei mi fa cenno di si mentre indico la grossa e luminosa stella polare proprio sopra le nostre teste. "Beh, mi sei sembrata proprio come quella. Sei arrivata e in un istante tutto il resto, chiunque ti fosse attorno è sembrato così... insignificante, già..."
Alza un sopracciglio quasi soddisfatta. "Davvero?"
"Si... tu sei così luminosa, così unica, così diversa dalle altre... sei così tu..."
"Così tu?" Scoppia a ridere e io la seguo continuando così per tutta la sera. Alla fine ci ritroviamo a bere di nuovo del vino, ancora seduti sull'erba fresca.
"Non staremo esagerando? Tu non lo reggi bene l'alcol piccola Nina."
"Non chiamarmi piccola! Cavolo mi gira la testa." Ed eccola che ricomincia a ridere. Mi trattengo dal bere il quinto bicchiere dato che dovrò tornare a casa in qualche modo e bisogna considerare che dopo cena ne ho bevuti davvero troppi.
"Avanti! Non fare il noioso! Ormai è fatta." Si sdraia nuovamente e io alla fine cedo al suo sguardo ipnotico.
In conclusione adesso siamo ubriachi più di prima e di nuovo ci ritroviamo a ridere per le cose più stupide. "Facciamoci una foto!"
"Una foto?" Ripeto.
"Si, un selfie, un'autoscatto, chiamalo come ti pare." Si alza e cercando di non cadere corre dentro casa tornando dopo qualche secondo col cellulare in mano.
"Dai, facciamo questa foto."
"Però è buio, metti il flash e falla dall'esterno."
"So cosa devo fare!"
Allunga la mano con cui sorregge il telefono e un attimo prima che possa scattare la foto poggio l'indice sotto il suo mento facendo in modo che si volti verso di me. Faccio aderire delicatamente le mie labbra sulle sue. Alla fine scatta lo stesso, poggia il cellulare sull'erba prendendo il mio viso tra le mani e iniziando a ricambiare il mio bacio adesso più deciso. Il suo alito sa di vino e patatine, ma anche il mio per cui alla fine si annullano a vicenda.
Ci stacchiamo e ci sorridiamo a vicenda,  poi Nina riafferra il suo cellulare. "Allora, a chi la mandiamo?"
Sorride come una bambina e io di conseguenza faccio lo stesso. "Dobbiamo inviarla a qualcuno?"
"Si! Sai che faccio? La invio a Kat!"
Scoppia a ridere, io la guardo e annuisco divertito.

"Forse adesso dovrei andare..." Mi alzo barcollando, nonostante vorrei restare qui accanto a Nina, a ridere con lei per tutta la notte.
"Resta."
"Come?"
"Andiamo! Resta!" Ridacchia per poi sbadigliare subito dopo.
"Va... bene." Sono sicuro che è il vino di troppo a parlare, ma non ci penso due volte.
Mi fa cenno di seguirla e barcollando entrambi rientriamo in casa.
La prendo per mano e lei non si oppone. La seguo al piano di sopra e senza dire una parola entriamo in camera da letto. Dopo essersi sdraiata mi fissa per un po', poi mi fa cenno di raggiungerla.

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