Capitolo 21

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NINA

Suono per la seconda volta il campanello, sperando di non sembrare insistente, ma l'ansia mi sta divorando e devo assolutamente parlare subito con Kat. Non so come andrà a finire, ma intanto devo farlo.

"Nina?"
Dopo aver aperto la porta con delicatezza Kat è qui davanti a me che mi guarda attonita.
"Kat io..."
Resta a fissarmi per un po', poi finalmente si decide a parlare.
"Se sei venuta per parlarmi di Ian, ti dico subito che non mi importa, va bene così, sono felice per voi, stavo giusto dicendo la stessa cosa ad Ian..."
"Ian?" Scuoto la testa confusa. "Lui è qui?"
"No... comunque entra pure." Si sposta lasciandomi passare e mi ritrovo subito nel salottino moderno e luminoso.
"Ti porto qualcosa?" Dice sforzandosi di essere gentile.
"Ehm... no, grazie."
"Ti va un caffè?"
"No davvero, grazie lo stesso."
Mi siedo sul divano in pelle color crema. "Senti Kat... Non voglio farti chissà quale discorso, a dire il vero sono qui solo perché mi sento una grande stupida, per non dire stronza e ci tengo a chiederti scusa."
Si siede sul divano, di fronte a quello dove sono seduta io.
"Va bene, ma non devi farlo, non hai motivo di scusarti, io non sto mica con Ian." Tiene lo sguardo basso non riuscendo a guardarmi negli occhi. La sua espressione è seria, dispiaciuta... e sembra in qualche modo... non so, rassegnata forse.
"No ma..."
"Senti Nina, cosa vuoi sentirti dire?"
Strabuzzo gli occhi leggermente confusa.
"Che vuoi dire?"
"Nel senso che adesso sei qui, a chiedermi scusa, io ti dico che non devi e tu ribatti. Allora?"
"Allora... io... non lo so, ho sbagliato, vorrei solo essere sicura che sia tutto a posto."
"Tu... vorresti sentirti dire che è tutto a posto e che non ci sono rimasta per niente male?"
"No! Non era di certo questo quello che mi aspettavo."
"Allora ti aspettavi che mi arrabbiassi e che iniziassi ad urlanti contro tutto quello che penso? Beh, sai che ti dico? Sto per farlo."
Subito passa a guardarmi negli occhi, cosa che non aveva ancora fatto e il suo tono di voce si fa alto, anche troppo forse. "Ci sono rimasta male! E sai perché? Perché pensavo a te che lo facevi, a te che cliccavi sul tasto di invio per spedirmi quella maledetta foto. Riuscivo solo a pensare perché? Perché lo ha fatto? Non capisco, e davvero non capivo. Poi ho pensato che la giustificazione poteva essere solo una. Se lo hai fatto è solo perché lo volevi fare, volevi dimostrare qualcosa e ce l'hai fatta."
Subito la interrompo consapevole del fatto che non le ho ancora detto la cosa più importante.
"Kat! Io ero ubriaca! Ero ubriaca persa, non era mia intenzione, da sobria non lo avrei mai fatto!"
Non sembra stupita dalle mie parole, e infatti questo non sembra cambiare nulla. Scuote la testa con disappunto accenando un sorrisetto ironico.
"Beh? Credi che questo faccia così tanto la differenza? Adesso mi è tutto più chiaro ma... non cambia ciò che penso, anzi... la verità esce fuori più spesso quando si è ubriachi, dovresti saperlo. E tu, Nina, credimi, se hai fatto quello che hai fatto è stato solo ed esclusivamente perché era ciò che desideravi fare e la tua parte incosciente, in quel momento te lo ha permesso. Forse sei uscita fuori per quello che sei veramente."
Resto in silenzio. Mi sento ferita dalle sue parole e anche se forse da una parte ha ragione, dall'altra si sbaglia di grosso.
"Senti Kat, magari è vero, magari volevo solo dimostrare qualcosa, ma credo che tu stia un tantino esagerando. Io non sono una cattiva persona, al contrario di quello che stai dicendo. E poi credi che per me sia stato facile? Non lo è stato. Non è stato semplice sentirti dire che sei innamorata di Ian, Ian! Capisci? La persona che amo, con cui sono stata per più di tre anni! Poi noi due ci lasciamo e arrivi tu, una delle mie migliori amiche e mi confessi una cosa del genere! Non è stato facile." Mi accorgo di essermi alzata in piedi e adesso anche io ho alzato notevolmente il tono della voce.
"Non pensavo questo infatti." Si alza in piedi anche lei, avvicinandosi a me. Ci ritroviamo faccia a faccia, quasi a guardarci con aria di sfida.
"Ma non ci hai pensato, non hai minimamente pensato a come debba essere stato per me."
"Ma certo che ci ho pensato!"
"Ne sei sicura?"
Scuote il capo con disappunto. "Io proprio non ti capisco!"
"Cosa c'è da capire Kat? Anzi sai che c'è? Non sarei dovuta venire. Non avrei dovuto chiederti scusa, io non ho fatto nulla, non ti ho tradita e neanche Ian."
"Forse, ma è stata comunque una bella carognata e tu sei solo..."
"Solo? Cosa? Avanti..." Mi avvicino ancora di più a lei, quasi a far sfiorare le punte dei nostri nasi.
"Sei un'arpia, non meriti Ian."
Stringo i pugni e improvvisamente sento come un fuoco divamparmi dentro. "Io sarei un'arpia? E tu invece? Tu credi di essere migliore? Tu, che ti innamori del mio ragazzo?"
"Non è il tuo ragazzo. Anzi sai che ti dico? Forse farò passare un po' di tempo e poi magari ci proverò con lui." Accena un sorrisetto maligno, in fondo so che non lo farebbe veramente, mi sta solo provocando e senza pensarci due volte la mia mano si schianta sulla sua faccia. Le do uno schiaffo sulla guancia sinistra e lei a bocca aperta ricambia. Mi porto una mano sul viso mentre percepisco sempre più intensamente il bruciore alla guancia.
Restiamo in silenzio per qualche minuto. Dovrei correre via, mi sento arrabbiata e allo stesso tempo confusa. Inaspettatamente io e Kat ci guardiamo e ad entrambe scende una lacrima. In questo preciso istante sentiamo la porta aprirsi, per poi ritrovarci davanti un Ian sconvolto che ci osserva.
"Che sta succedendo qui?"

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