IAN
"Il Disturbo Post Traumatico da Stress si manifesta in conseguenza di un fattore traumatico estremo. La risposta della persona comprende paura intensa, sentimenti di impotenza, ricordi spiacevoli ricorrenti, disagio psicologico... Altre manifestazioni tipiche del disturbo post-traumatico da stress sono l'appiattimento affettivo (con perdita di interesse verso cose, persone e situazioni)."
Sono passati ormai mesi da quando ho capito cosa avesse Nina e da quando ha iniziato la psicoterapia, e adesso va molto meglio. Il suo sguardo è sereno, gli occhi hanno ripreso a brillare e ha ricominciato ad avere contatti con il mondo esterno.
La osservo mentre fissa le stelle incantata, chissà a cosa starà pensando... è una domanda che negli ultimi tempi mi sono fatto di continuo, ho sempre il timore che stia ripensando a quel momento, e ho paura che da un momento all'altro possiamo ritrovarci ad essere punto e a capo. Ma poi eccola lì che mi guarda e sorride, come a dire "va tutto bene, sono ancora qui, non me ne sono andata, non di nuovo." Si, era come se se ne fosse andata. Quel giorno quando lei aprì la porta e la vidi, mi sentii così impotente e totalmente inutile... I capelli arruffati e legati, le occhiaie profonde, la tuta vecchia e sporca... e poi la casa. La casa non si poteva più definire tale. C'erano vestiti e tovaglie sparse ovunque, per terra e accatastati sui divani e sulle sedie, il lavello della cucina traboccava di piatti, pentole, bicchieri e quant'altro e c'erano residui di cibo sparsi sul pavimento. Stranamente il piano di sopra era intatto, fatta eccezione per la camera da letto e per il bagno. Si era persa, stava perdendo se stessa e pian piano, stava cercando di perdere anche noi, tutti noi, tutti i suoi affetti, stava perdendo interesse per ogni cosa e mi maledico per non aver fatto qualcosa prima.
Passai intere giornate su internet per capire cosa le stesse succedendo, e non ci volle molto. Intervenni e con l'aiuto dei suoi genitori la costrinsi ad andare in terapia. Doveva farlo, si arrabbiò tanto con me, non mi parlò per giorni, settimane... ma non mi importò più di tanto, non potevo perderla in quel modo, non potevo lasciare che smarrisse se stessa, non potevo farle questo.
"Neens che ne dici di rientrare? Gli altri stanno per ordinare."
"Arrivo."
"Va tutto bene?"
Continua a guardare in alto.
"Si, tutto bene. Qui è molto carino, perché non siamo mai venuti?"
"Beh, hanno aperto da poco."
"Capisco." Segue un lungo silenzio, lei non smette di fissare le stelle sopra le nostre teste.
"Sai..."
Ascolto in silenzio.
"Ieri ho parlato con Julianne."
"Ah si? E che vi siete dette?" Mi avvicino posizionandomi al suo fianco. Alzo anch'io gli occhi al cielo fissando lo sguardo nello stesso punto che sembra stia guardando lei.
"Niente di particolare, mi ha chiesto se voglio andare a trovare Derek."
Sento all'improvviso come una scossa al petto e un grosso nodo alla gola.
"Cosa?"
"Si mi ha-"
"Non se ne parla, no, assolutamente no."
"Ha avuto i suoi problemi..."
"Si e tu i tuoi."
"Lo so, infatti stavo per dire che nonostante adesso sappiamo perché lo abbia fatto non potrei farcela, non... non sono pronta a vederlo."
"E non lo vedrai. Quello che hai passato deve diventare solo un brutto ricordo, devi stare bene e riprenderti al cento per cento. Quando sarai sicura di averlo fatto, allora potrai fare ciò che vuoi."